è vero, non sono commercianti

Non so se avete sentito gli alti lai da parte dei professionisti, che si lamentano perché tra una settimana (il 30 giugno) scatta l’obbligo di permettere il pagamento con il bancomat da parte di chi lo volesse, per acquisti superiori ai 30 euro. Finirà come al solito, immagino: che cioè gli onorari aumenteranno per ripagare il regalo alle banche che sono le commissioni di uso dei POS.

Detto questo, stamattina ci è capitato di andare in Triennale per portare i bimbi a vedere uno spettacolo all’aperto di burattini (prezzo: cinque euro per adulti, due euro per bambini), e ho scoperto che la biglietteria della Triennale obbliga a pagare in contanti. Ma certo, Milano è una città europea, e quindi hanno il terminalino per chiamare i taxi. Ovvio, no?

Ultimo aggiornamento: 2014-06-22 21:28

6 pensieri su “è vero, non sono commercianti

  1. mestesso

    La settimana scorsa era ad Helsinki per lavoro e lì l’aperitivo (alias birrozzo) lo pagano tutti col bancomat. Quando ho comprato una maglietta per mia figlia ed un gioco per mio figlio cache, la tipa alla cassa ha sgranato due occhi così.

    Detto questo, il tuo primo capoverso vale anche per il secondo: ti saresti lamentato se il biglietto per i burattini costava un euro in più per le commissioni? Ah, dimenticavo in Italia le commissioni sono tra le più alte della EU.

    PPS pagare col bancomat aiuta ad evitare l’evasione fiscale. Questa è la vera preoccupazione dei professionisti mica le commissioni ;-).

  2. maurizio

    Penso di perdermi qualche passaggio: pagare col bancomat e’ sicuramente una comodita’, per chi paga e chi incassa (che non deve tenere contante nel cassetto).
    Ma la domanda e’: che cosa paghi ad un “professionista” con meno di 30euro? E quanti pagamenti ad un “professionista” vengono fatti in contanti (escludento l’evazione e lo sconto IVA) ? E se un commerciante deve considerare N transazioni in un giorno, quante mai operazioni di incasso fara’ un notaio o un commercialista?

    1. .mau. Autore articolo

      Non so perché ci sia un limite minimo di 30 euro, né se i commercianti hanno contratti diversi con le banche; però – tanto per dire – il dentista lo sto pagando con assegni, anche perché il costo sarebbe ben sopra il limite del POS :-(

      1. mestesso

        Il limite inferiore di 30 euri è venuto fuori dopo una lunga contrattazione (ignoro da dove fossero partiti) perché da un lato le associazioni volevano esplicitamente essere sollevate dall’obbligo di accettare i bancomat al di sotto di una certa cifra con la scusa delle commissioni e dall’altro si sarebbe voluto mettere il POS tout court. Tuttavia per motivi giuridici non è possibile equiparare il denaro contante ai POS, e quindi si deve mettere una soglia di ingresso.

        Una qualsiasi entità che si doti di un POS apre un contratto con una banca dove sia applica questa semplice equazione:

        Denaro messo su conto esercente = Valore transazione – (K + Valore transazione * tasso)

        A seconda della banca e del fatturato/numero transazioni dell’esercente cambiano i valori di K e tasso applicato.
        Quando K è confrontabile con il valore della transazione viene da sè che dal punto di vista dell’esercente lavori in perdita.

  3. Gian Carlo

    Professionisti, avvocati dentisti e medici specialisti, che chiedono pagamenti solo in contanti sono ancora tanti. Mi è capitato che mi pregassero di andare fuori a prelevare al bancomat più vicino e poi tornare per il saldo. Mi è anche capitato negli Stati Uniti che non mi accettassero l’American Express che anche per loro è troppo cara nonostante facessi notare che la parola American fosse ben stampata sulla carta.

  4. Bubbo Bubboni

    Ummm, mancano due punti che mi sebrano essenziali: ad essere controllati (automaticamente) non sono solo i professionisti quanto i clienti. Vanno bene i 10 minuti di odio contro il nemico del giorno che caratterizzano il tale partito ma mai dimenticarsi che i nemici ladri e truffatori dello stato sono i cittadini, tutti e sempre. Siamo sicuri che andare dal dentista (privato e nazionale) sia compatibile con il reddito dichiarato e con il mal di denti presunto? Ovviamente no perché i parametri del calcolo non sono pubblici, ma tra qualche anno potrebbe arrivare una letterina che ne chiede conto.

    Un interrogazione parlamentare (fonte del diritto, vista la corrente qualità dei testi), pare che abbia “chiarito” che non è proprioproprio obbligatorio il POS. Basta che il professionista indichi nel preventivo se sono accettati pagamenti solo con altri mezzi tracciabili e il potenziale cliente, forte dei sacri principi della concorrenza, sceglie se ripudiare il cavernicolo che non ha il POS o se rassegnarsi a pagare con bonifico.

    Speriamo almeno che tanto disastro possa servire a scalare le classifiche del progresso pagamentizio, anche se la perdurante pigrizia dei cittadini al momento di fare acquisti potrebbe compromettere un grande successo statistico.

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