Come chiosa Spinoza, Abbey Road oggi è Popey Road. Quello che mi sta lasciando perplesso è tutta questa gente che si lamenta dell’happening della doppia canonizzazione senza averne alcun titolo o interesse diretto. Immagino che chi abiti a Roma possa avere tutti i diritti a lamentarsi; un cattolico potrebbe avercela con la santificazione di Karol Wojtyla che in fin dei conti dal punto di vista di Santa Romana Chiesa ha sì fatto audience, ma ha avuto dei seri problemi interni – e non parlo della pedofilia, ma del rafforzamento delle congregazioni rispetto al clero secolare. Peccato che tutti quelli che vedo commentare non appartengano a nessuna delle due categorie: e allora che ve ne importa? O pensate che così vi si noti di più?
Ultimo aggiornamento: 2014-04-27 12:56
Credo lo stato italiano e/o il comune di Roma e altri enti pubblici abbiano sostenuto alcune spese connesse all’evento. Saranno i soliti gossip comunisti, immagino. Se ci fosse del vero, spero di potermene lamentare.
Quanto alla Chiesa, mi pare fin troppo ovvio che santifichi chi vuole. Le critiche in proposito che ho sentito venivano tutte da cristiani, spesso cattolici, almeno di formazione (ad esempio la Dowd del NYT “received a B.A. degree in English literature from [sic] Catholic University”).
@barbara: anche durante le partite di calcio i comuni sostengono spese connesse all’evento, in effetti.
Per il resto, essere cattolici di formazione aiuta sicuramente a esprimere critiche più puntuali, ma non implica essere ancora cattolici…
Come cittadina che paga le tasse, ho il diritto di criticare come vengono spesi i soldi pubblici, che siano per il calcio o per un paio di santificazioni. E già che ci sono, posso pure lamentarmi di tutti gli altri soldi che lo stato continua a regalare alla chiesa, e di come i mezzi di comunicazione in questo paese diano alla chiesa cattolica un insano risalto: non sono i critici a mettere in rilievo quel che è successo a Roma ieri, sono tutti gli altri. Basta confrontare ad esempio la prima pagina del Corriere di ieri con quella della Frankfurter Allgemeine.
infatti io non leggo i mezzi di comunicazione di questo paese (se non per fare le vignette)
Oops, ho letto meglio e l’università si chiama proprio così. Un nome una garanzia, direi.
Da romana che vive in una città dalle strade dissestate, strozzata dalla spazzatura, con un trasporto pubblico sull’orlo dello sfascio, a rischio alluvione ad ogni acquazzone e scampata per un pelo al commissariamento, provo un ESTREMO fastidio al pensiero che 11 milioni di euro siano usciti dalle tasche del comune, ovvero dei cittadini tasse paganti, cattolici e non, credenti ma anche no, per finanziare un evento inerente uno stato estero…
@Lipus: lo stesso fastidio provato per Italia ’90 o col calcio è meno grave?
Sarebbe interessante sentire la voce dei commercianti, degli albergatori, dei ristoratori e dei baristi romani. Mi sa che tutti tutti, tra gli atei, scontenti non sono.
Dimenticavo: fosse stato un evento davvero connesso solo con lo Stato estero, sarebbe stato solo entro i propri confini (pensate al 19 di marzo che per loro è festa nazionale… Non si lavora e si festeggia, del resto anche in Italia un tempo no?).
Ma questa era una festa planetaria, di tutto l’orbe cattolico, e anche di quei cattolici che si ricordan di esser tali solo a Pasqua, a Natale e alle Palme per prendere i ramoscelli d’ulivo…