Ho approfittato della riedizione in formato elettronico dei due volumi Urania con la raccolta dei racconti di Fredric Brown e me li sono comprati. Questo primo volume (Fredric Brown, Cosmolinea B-1, Urania Mondadori 2013, pag. 411 circa, € 2,99, ISBN 978-88-339-2126-6) raccoglie i racconti scritti tra il 1941 e il 1950, alcuni ritradotti e altri presi di peso dall’edizione originale (ecco perché non farò un paragrafo specifico sui traduttori).
Dal punto di vista della fantascienza vera e propria, occorre dirlo: Brown è molto invecchiato. I racconti pulp, americani al cientopecciento anche quando si svolgono in un pianeta di una stella in chissà quale parte della galassia, non sono più quello che siamo abituati a leggere: non per nulla non mi sono messo a passare da cima a fondo il libro ma me lo sono centellinato, un racconto ogni tanto. Ma quello che mi fa ancora oggi amare Brown alla follia (quando scrivo io racconti di fantascienza seguo il suo stile…) è il suo divertirsi con le parole, cosa che naturalmente rende intraducibili molti racconti – cos’è l'”angelico verme” se non un angleworm che è diventato un angelworm? Come fai ad accorgerti che “I quit” si pronuncia come “Ike Witt”? – e il gusto per le trovate ad effetto. Avete ragione se mi dite “e allora perché non ti sei preso i libri direttamente in inglese”: la mia risposta è che questi sono un ricordo d’infanzia, e da ragazzo li ho letti in italiano. Perdonatemi :-)
Ultimo aggiornamento: 2013-11-30 07:00