Io capisco che i soldi non ci siano, e quindi il servizio della domenica mattina sia all’osso (questo tutto l’anno, mica solo a luglio). Accetto insomma che i passaggi di un tram che dovrebbe essere una linea di forza – il 4 in questo caso – siano ogni 15 minuti. In fin dei conti, penso, perlomeno non c’è la presa per i fondelli che le tabelle segnano solo l’intervallo tra due passaggi, così nessuno sa se si è persa una corsa: quegli orari sono indicati al minuto. Capisco anche una tolleranza di un minuto o due nei due sensi.
Però se arriviamo alla fermata Valassina alle 10:22, sapendo che il passaggio dovrebbe essere alle 10:28, e leggiamo “attesa: 12 minuti” comincio a pensare ci sia qualcosa che non va. Se poi trasciniamo i quattrenni alla fermata successiva che almeno è all’ombra, arriviamo alle 10:28 e leggiamo “attesa: 8 minuti” (che poi sono diventati dieci, visto che il tram è arrivato alle 10:38 contro un orario teorico delle 10:30) allora siamo certi di essere stati presi per il culo. Che senso ha prepararsi per un orario specifico quando il tram arriva esattamente a metà tra i due passaggi teorici? E non mi direte che sulla tratta del 4 la domenica mattina c’era un traffico della madonna che ha bloccato il tram senza che il display segnasse CODA oppure RICALCOLO?
post scriptum: no, non scrivo davvero all’Atm. Vabbè fare cose inutili come parlarne qua, ma essere presi una seconda volta per i fondelli no.
Ultimo aggiornamento: 2013-07-15 14:59
Ti dico cosa succede a scrivere all’ATM:
dapprima ti spediscono una elaborata e inconcludente spataffiata predisposta per tutti, poi, se insisti, la spataffiata si concentra in poche righe, dicendo che hanno avvertito chi di dovere. Se insisti ancora manderanno un ispettore sulla linea che si lamenterà con l’autista del rompirotule che continua a scrivere e gli obbliga, si fa per dire, a lavorare correttamente. Ma la cosa non cambiarà di molto, solo un lieve miglioramento.
A parziale discolpa degli autisti c’è da dire che le assenze di personale, a volte, non vengono rimpiazzate e quindi, semplicemente, la corsa salta. Senza che questo sia detto nelle pensiline, ovviamente.
I mezzi arrivano senza rispettare le tabelle in genere perché non partono in orario.
Esperienza diretta con il 45.
Poi un giorno parliamo di come realizzano gli orari sulle tratte servite anche da autoguidovie, con autobus che fanno lo stesso tragitto e partono assieme, lasciando buchi scoperti di parecchi minuti. (linea 121)
Io la soluzione l’avrei: l’amministratore delegato di ATM, per lavoro, sempre in giro sui mezzi nelle ore di punta, con penalità in busta paga quando arriva in ritardo sulla tabella di marcia del mezzo che prende.
@nicola: ripeto, era una domenica mattina di luglio senza nulla di particolare. Saltare una corsa significherebbe lasciare mezz’ora tra due corse.
Ho una semplice domanda: ma alla fine il tram quando è arrivato?
Lo dico perché il tempo stimato alle pensiline è appunto, stimato. Delle volte in eccesso, delle volte in difetto. Di norma in periodo estivo, con scarso traffico, capita che il tempo schizzi in alto, poi scenda altrettanto vertiginosamente.
il tram è arrivato esattamente quando previsto dal display (quando siamo arrivati noi: è ovvio che quando è arrivato *il tram*, il display segnava “in arrivo”)
è ovvio che quando è arrivato *il tram*, il display segnava “in arrivo”
ovvio mica tanto: più di una volta ho visto “ricalcolo” mentre arrivava il tram :-)!