Dopo quasi due mesi di tosse e catarro continui, ho deciso di fare le cose in grande e sono andato a farmi fare una lastra e una visita pneumologica. Risultato: ho avuto una virosi, ma quello che c’è adesso sono solo degli strascichi: insomma, sono (relativamente) sano.
D’altra parte il pneumologo tossiva più di me :-)
Ultimo aggiornamento: 2013-03-25 13:37
lo pneumologo
@pino: mi rifiuto di usare l’articolo lo davanto a parole che iniziano con pn.
Come mai questo rifiuto?
Lo chiedo seriamente: a me l’articolo “lo” davanti al gruppo pn- suona giusto e doveroso; l’articolo “il” suona falso e sbagliato, benché ormai il suo uso sia molto invalso.
@alan: perché alle elementari io ho imparato a dire così :-)
Orpo. Anche te? Io sono mesi che vado avanti…
.mau., allora il tuo maestro non conosceva l’italiano! è una regola grammaticale. davanti a pn- ps- st- str- ecc. ci vuole “lo”! hanno iniziato pochi decenni fa, in primis i giornalisti, ad utilizzare “il” in questo caso. Dici forse “il psicologo”? “il strano caso del dottor Jekyll…”?
@laperfidanera: la regola la conosco bene, ma ho come specifica eccezione io gruppo pn- (e naturalmente la zeta in “san Zeno”, anche se dico “lo zucchero”). D’altra parte la Crusca afferma che «Niente quindi vieta di usare gli uni o gli altri anche se, nello scritto e negli usi più formali, si ritiene che siano più indicate le forme [con lo/gli]».
Prometto che se il Presidente della Repubblica mi convocherà userò quelle forme.
Sì, avevo già notato che l’Accademia della Crusca, rispondendo a impulsi “dal basso”, sta a poco a poco “calando le braghe” su molti errori che, a forza di estendersi, stanno diventando legge…
Del resto, è vero che ogni lingua è in evoluzione: come ai più anziani ferisce l’orecchio “uno pneumatico”, ai più giovani (non ti dar arie da “anziano”!) succede l’inverso.
Sta’ pur certo che tra non molto la Crusca ammetterà “x`” al posto di “perché”…
;-)
@laperfidanera, le grammatiche tradizionali si limitano a descrivere le regole del cosiddetto italiano standard, che il linguista Luca Serianni in Prima lezione di grammatica identifica come codificazione grammaticale della tradizione letteraria. Litaliano standard però è usato da una percentuale molto bassa di parlanti in situazioni formali, quasi esclusivamente scritte, mentre la maggior parte delle persone colte e mediamente colte privilegia la varietà linguistica conosciuta come italiano neo-standard o italiano delluso medio*, caratterizzata da fenomeni di ristrutturazione e ristandardizzazione.
Serianni introduce quindi lidea di norma linguistica interiorizzata, cioè la norma che è andata stratificandosi non tanto sulla base della propria esperienza di parlante, quanto sullimmagine di lingua che si è formata soprattutto negli anni di scuola e sottolinea che molto frequente è un atteggiamento iper-razionalistico, fondato sullidea che la lingua sia un monolite nel quale si possa sempre tracciare il confine giusto-sbagliato sul fondamento di unastratta immagine della norma, sottratta alla variabilità degli usi concreti
* Francesco Sabatini, Litaliano delluso medio: una realtà tra le varietà linguistiche italiane, una lettura secondo me molto piacevole.
Manzoni, 1870, http://www.classicitaliani.it/manzoni/app_unit_lingua.html
Ach, Manzoni scriveva Uso con la maiuscola nel modo che oggi tanto ripugna per la sua Frequenza Markettara (e per la sua… modernità).
Diversa è la scelta di Francia e Spagna ma in Italia è proprio il Signor Uso quello che fa la lingua (o il timore di esacerbare l’animo del medico che ti deve curare).