per il momento sono ancora vivo

Dopo quasi due mesi di tosse e catarro continui, ho deciso di fare le cose in grande e sono andato a farmi fare una lastra e una visita pneumologica. Risultato: ho avuto una virosi, ma quello che c’è adesso sono solo degli strascichi: insomma, sono (relativamente) sano.
D’altra parte il pneumologo tossiva più di me :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-03-25 13:37

10 pensieri su “per il momento sono ancora vivo

  1. Alan

    Come mai questo rifiuto?
    Lo chiedo seriamente: a me l’articolo “lo” davanti al gruppo pn- suona giusto e doveroso; l’articolo “il” suona falso e sbagliato, benché ormai il suo uso sia molto invalso.

  2. laperfidanera

    .mau., allora il tuo maestro non conosceva l’italiano! è una regola grammaticale. davanti a pn- ps- st- str- ecc. ci vuole “lo”! hanno iniziato pochi decenni fa, in primis i giornalisti, ad utilizzare “il” in questo caso. Dici forse “il psicologo”? “il strano caso del dottor Jekyll…”?

  3. laperfidanera

    Sì, avevo già notato che l’Accademia della Crusca, rispondendo a impulsi “dal basso”, sta a poco a poco “calando le braghe” su molti errori che, a forza di estendersi, stanno diventando legge…
    Del resto, è vero che ogni lingua è in evoluzione: come ai più anziani ferisce l’orecchio “uno pneumatico”, ai più giovani (non ti dar arie da “anziano”!) succede l’inverso.
    Sta’ pur certo che tra non molto la Crusca ammetterà “x`” al posto di “perché”…
    ;-)

  4. Licia

    @laperfidanera, le grammatiche tradizionali si limitano a descrivere le regole del cosiddetto italiano standard, che il linguista Luca Serianni in Prima lezione di grammatica identifica come “codificazione grammaticale della tradizione letteraria”. L’italiano standard però è usato da una percentuale molto bassa di parlanti in situazioni formali, quasi esclusivamente scritte, mentre la maggior parte delle persone colte e mediamente colte privilegia la varietà linguistica conosciuta come italiano neo-standard o italiano dell’uso medio*, caratterizzata da fenomeni di ristrutturazione e ristandardizzazione.
    Serianni introduce quindi l’idea di norma linguistica interiorizzata, cioè la norma che “è andata stratificandosi non tanto sulla base della propria esperienza di parlante, quanto sull’immagine di lingua che si è formata soprattutto negli anni di scuola” e sottolinea che “molto frequente è un atteggiamento iper-razionalistico, fondato sull’idea che la lingua sia un monolite nel quale si possa sempre tracciare il confine giusto-sbagliato sul fondamento di un’astratta immagine della norma, sottratta alla variabilità degli usi concreti”
    * Francesco Sabatini, L’”italiano dell’uso medio”: una realtà tra le varietà linguistiche italiane, una lettura secondo me molto piacevole.

  5. Bubbo Bubboni

    Manzoni, 1870, http://www.classicitaliani.it/manzoni/app_unit_lingua.html
    Ach, Manzoni scriveva Uso con la maiuscola nel modo che oggi tanto ripugna per la sua Frequenza Markettara (e per la sua… modernità).
    Diversa è la scelta di Francia e Spagna ma in Italia è proprio il Signor Uso quello che fa la lingua (o il timore di esacerbare l’animo del medico che ti deve curare).

I commenti sono chiusi.