Oggi, per la seconda volta dall’inizio della scuola, i miei bimbi hanno dovuto portarsi il pranzo al sacco. Il 28 settembre infatti i dipendenti di Milano Ristorazione erano in sciopero, mentre oggi c’è un’assemblea sindacale.
A questo punto ho due domande, la prima di principio e la seconda più seria. Perché il comune di Milano non restituisce ai genitori la quota di pagamento per i giorni in cui il servizio non c’è? Non è certo per la cifra, visto che i ricconi come me pagano tre euro, ma appunto è una questione di principio. Mi andrebbe anche bene se i soldi venissero direttamente lasciati alle classi, intendiamoci.
La domanda più seria riprende invece quanto scritto in una lettera al Corsera (dorso milanese). Come ho scritto sopra, oggi non c’è uno sciopero (per cui in effetti la pubblicità è importante) ma un’assemblea. Perché l’assemblea non poteva essere fatta venerdì, quando le scuole sono chiuse per il ponte? Poi intendiamoci, magari scopro che anche i dipendenti di Milano Ristorazione devono prendere ferie forzate venerdì, e a questo punto tutto il mio ragionamento crolla; ma altrimenti la scelta sembra fatta apposta per dimostrare che loro sono superiori a tutto…
Ultimo aggiornamento: 2012-10-31 13:43
La tua prima domanda potrebbe essere generalizzata: perché quando c’è uno sciopero vengono colpiti sia quelli che pagano un servizio a cottimo sia quelli che invece sono abbonati, ma solo i primi risparmiano almeno qualche euro? Pensa ad uno sciopero dei servizi pubblici. In questo modo, l’azienda di turno non viene intaccata per niente (è il motivo per cui, per esempio, nelle città universitarie le corse degli autobus da e per i campus sono le prime ad essere tagliate).
@delio: ci avevo pensato mentre scrivevo: però in questo caso tutti gli utenti sono “abbonati”, quindi la cosa è ancora peggiore.