Sul Post, tra gli altri, ha un blog anche Pippo Civati. Io non lo leggo praticamente mai, ma ieri sera, arrivato a casa, il suo ultimo post era in cima al reader, e ho provato a vedere cosa diceva. Copincollo il testo, senza link (tanto li potete vedere direttamente di là):
«Non è vero che cè una data da attendere. E non centra con le dimissioni di Formigoni. Né con i giorni che qualcuno starebbe aspettando prima di dimettersi per maturarlo.
Il recente decreto del governo [link a un articolo della Stampa] chiarisce che per ottenere il vitalizio bisogna avere 10 anni di Consiglio regionale alle spalle.
Chi vi scrive e chi è stato eletto per la prima volta nel 2010, non riceverà alcun vitalizio.
Chi dice che il Consiglio stia attendendo i trenta mesi, dice cose non vere.
E spero che ci sia un po di correttezza, in questo senso. Perché ormai, nella Lombardia di questi giorni, siamo alle leggende metropolitane. Volevo dire, regionali.
P.S.: tempo fa lanciammo la campagna #novitalizi [link a un suo vecchio post], che ha avuto parecchio ascolto. E che Monti ha per così dire completato, con il suo decreto.»
Bel testo, vero? Peccato che le cose non stiano affatto così.
Per la precisione, esiste effettivamente un decreto legge di inizio ottobre che afferma che per ottenere il vitalizio bisogna avere 10 anni di Consiglio regionale alle spalle. È vero che un decreto legge ha efficacia immediata, anche se aquanto ne so non è nemmeno ancora arrivato in Parlamento per la discussione (d’altra parte il nostro Governo Tecnico è così impegnato a lavorare che la pagina sullo stato dei decreti legge è ferma al 10 agosto… oppure sono io che leggo male ed è l’8 ottobre, con formato data all’americana?). Ma è anche vero che la normativa non è nazionale ma regionale, quindi ciascuna regione deve approvarla: tanto che l’articolo della Stampa citato da Civati (ma perché non andare direttamente alla fonte, mi chiedo?) recita «Il decreto, comunque, a scanso di brutte sorprese, prevede una sanzione pesante per le Regioni che tra sei mesi risultassero inadempienti». Quindi il decreto legge è di indirizzo: se verrà convertito in legge le regioni hanno sei mesi di tempo per mettersi in regola, ma si si vota ad aprile 2013 ci sarà un nuovo consiglio regionale dove comunque i vitalizi non ci saranno, come ho spiegato qua. È vero che per gli sfigati come me si possono fare tagli retroattivi, ma mi pare improbabile che la stessa cosa capiti per un politico (o un magistrato…), e i diritti acquisiti varrebbero anche nel caso questa legislatura continui.
Tutto questo, o meglio un riassunto, l’ho scritto lì nei commenti. Civati non mi ha risposto, ma ha controbattuto a tal Piergiorgio che ha poi scritto (più verbosamente) più o meno le stesse cose. Risposte di Civati:
«Il dl sarà convertito in legge.
Se così non fosse, il vitalizio io lo avrei già maturato, quindi le mie dimissioni non avrebbero senso.
E in ogni caso, ho dichiarato un secolo fa che passerei al contributivo, rinunciando al privilegio già acquisito nella precedente legislatura.»
(ho dei forti dubbi che la cosa funzioni così, leggendo l’attuale legge regionale. Non esiste neppure più il Fondo di previdenza dei consiglieri della regione Lombardia, questi soldi sono direttamente nel bilancio regionale)
«per altro, se si vuole rinunciare al vitalizio, come scrivevo, e si hanno dubbi sulla sua conversione, si può rinunciare al vitalizio, come scrivevo, senza dimettersi. »
(questo è vero, vedi articolo 6 della legge regionale. Ma naturalmente vale per chi sceglie di non avvalersi: ammettiamo pure che Civati lo faccia, ma come fa lui a garantire per “chi è stato eletto per la prima volta nel 2010”?)
«Ti posso dire, in ogni caso, che noi già ci stiamo attenendo a questa regola. Non personalmente, politicamente.»
(come sopra: pura dichiarazione di intenti, e comunque non si sa esattamente chi sono questi “noi”)
Detto in pratica: non appena si fanno domande puntuali, si scopre che Civati si rifugia nel “è politica”, oltre a mostrare qualche lacuna nella conoscenza delle leggi. È una cosa molto comune tra gli amministratori della cosa pubblica (leggo spesso Vittorio Bertola, capita anche lì). Tornando alla mia affermazione iniziale, capite perché io tendo a non leggere i blog dei politici? Tanto non servono a nulla se non all’autoreferenzialità, e a questo punto tanto vale che io legga dei miei amichetti :-)
Ultimo aggiornamento: 2012-10-16 14:46
Mi risulta che i contributi versati dai consiglieri vengano rimborsati al termine del mandato se il soggetto non matura i requisiti o rinuncia al vitalizio. Dunque se la matematica finanziaria non è un opinione, la questione vitalizio o meno è irrilevante (ma secondo me è comunque un privilegio). O forse il vitalizio veniva calcolato in modo molto più remunerativo rispetto alla somma restituita anticipatamente?
@ArgiaSbolenfi: se rinunci esplicitamente al vitalizio, i contributi ti vengono restituiti senza interesse. Se invece li tieni e chiedi il vitalizio una volta compiuti i 60 anni, hai una percentuale (variabile con il numero di anni di contributi versati) sull’indennità attuale del consigliere regionale, quindi c’è sicuramente una rivalutazione. Non sono stato a fare i conti attuariali, però.
Sì, sarebbe interessante farci i conti.. però se un lavoratore dipendente qualsiasi smette di lavorare prima di avere maturato i venti anni minimi di contribuzione mica gli restituiscono quello che ha versato..
@ArgiaSbolenfi mi pare che se muore prima di andare in pensione gli eredi ricevano il montante.
Aspetta, quali erano le leggi su cui ho fatto un post e che non sapevo? :-O
E’ vero, può capitare di non aver capito bene o di essersi persi gli ultimi sviluppi legislativi, ma di solito io quando faccio un post centrato su una legge la ricontrollo più volte…
@vb: se tu avessi parlato di leggi senza controllare e io me ne fossi accorto, ti avrei fatto le pulci direttamente. Il concetto è più ampio: leggendo i tuoi commenti ai tuoi status facebook, capita che alla fine ti rifugi anche tu nel “la politica richiede di fare certe cose”.
@mau: riguardo la pensione dei superstiti.. sì c’è ma mi pare sia soggetta a tanti limiti e condizioni, non è che restituiscono quello che hai versato come succede ai consiglieri. Che non devono neppure essere morti :)
@mau, @ArgiaSbolenfi: esatto, dipenderà dai contratti, dall’inquadramento e dai fondi ma non è che una persona normale può morire così, quando gli pare, e gli eredi hanno automaticamente di che tirare avanti. Ci sono storie penosissime su superstiti che non hanno ricevuto un bel nulla, a norma di legge.
Però forse sarebbe meglio se chi cura l’incremento dei privilegi di casta evitasse quelli che li agevolano da morti. Non sia mai che a qualcuno gli attaccano i cinque minuti e noi a pagare ancora di più!
Bubboni, mi meraviglio di te!
È chiaro che incrementare i privilegi della casta in caso di morte serve a evitare che a qualcuno venga in mente di ammazzarli prima del tempo!
@.mau.: eh no. Se uno è così pazzo da uccidere qualcuno di una casta superiore non può essere contemporaneamente abbastanza saggio da cogliere che, oltre ad eventuali altri disagi, non ne avrebbe una convenienza economica. E noi, se succedesse, a pagare. Ma saggiamente.