pensioni

Che volete farci: la patrimoniale non si può fare, perché chi la pagherebbe ha la possibilità di spiegare a tutti i media e a tutti gli onorevoli che è meglio così: e quindi si devono toccare le pensioni.
Peccato che tutto questo non sia stato fatto nel 1995, quando la riforma Dini stabilì che alcuni diritti acquisiti lo sarebbero stati anche per il futuro e altri no (parlo del sistema retributivo per chi aveva già diciott’anni di contributi. È chiaro che fino a quell’anno si erano pagati troppo pochi contributi ma la legge pregressa diceva cosi; ma è anche chiaro che non c’era nessuna ragione logica per cui le norme future non potevano cambiare per tutti.
Peccato che il governo Berlusconi II e III, il governo Prodi II e il governo Berlusconi IV non abbiano nemmeno ottemperato alla legge, “dimenticandosi” di aggiornare le tabelle di aspettativa di vita e quindi i montanti retributivi (l’ultimo di loro inventandosi in compenso una finestra di uscita spostatissima, un vero furto nei confonti di chi aveva raggiunto i quarant’anni di contribuzione, doveva aspettare ancora almeno un anno, ma non pigliava nulla in più… occhei, diciamo che è una restituzione in minima parte del regalo del 1995 spiegato sopra, ma non credo nessuno se ne sia accorto).
Peccato insomma che l’unico modo di fare qualcosa da noi sembra essere la gestione dell’emergenza. Ma se non fosse così non saremmo italiani, mi sa.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-30 15:32

7 pensieri su “pensioni

  1. .mau.

    (perché c’entra poco con il resto: la mia idea komunista è che i ricchi sono più bravi a manipolare l’opinione pubblica e fanno in modo che i poveri si convincano che la patrimoniale non serve)

  2. mbuto

    100% emergenza, 0% ordinaria amministrazione si chiama “poor management” nel senso di “gestione carente”, non di “gestione della povertà”

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