no, Giuliano

Se le cose fossero andate meglio, mi sarei chiesto se il povero ragazzino schiacciato sabato dal tram avesse indossato un giubbotto ad alta visibilità. La mia esperienza con gli imbecilli in automobile mi fa dire che con ogni probabilità non gli sarebbe servito a nulla (e dire che quando andavo a scuola guida mi obbligavano ad aprire la portiera con la destra, così sarei stato costretto a guardare se passava qualcuno…), ma non si sa mai. Nella sera di una giornata in cui è piovuto per tutto il tempo la visibilità è praticamente nulla, e le luci di una bicicletta servono a ben poco. Ciclisti, ricordatevelo sempre. Un giubbetto costa meno di cinque euro.
Però, caro sindaco Pisapia, non può rispondere a chi le domanda a proposito delle piste ciclabili «Chiedete a chi non le ha fatte prima». Questo non è un problema di piste ciclabili. E non è nemmeno un problema di mancata cordolizzazione di via Solari, come ha scritto Ciclobby. Certo, se i lavori fossero stati fatti, forse non ci sarebbe stata l’usuale sosta selvaggia. Ma dato che il problema è la sosta selvaggia, la prima cosa da fare è punire la sosta. Domenica sono state fatte 266 multe solo in via Solari e lunedì almeno altre 160. Queste multe dovevano già essere fatte. Ma non una tantum: i vigili dovevano passare regolarmente, se non tutti i giorni almeno più volte la settimana. Una misura a costo zero, anzi negativo considerati gli introiti delle multe. Misura da fare in tutte le vie di scorrimento che sono diventate di parcheggio.
La gente si incazzerebbe? Probabilmente sì, e probabilmente sarebbero le stesse persone che adesso si stanno lamentando perché la via non era stata messa in sicurezza (lo immaginavo io, lo mostra Cristiano Valli). So what? Questo è il momento migliore per le misure impopolari: è stato appena eletto, non c’è da preoccuparsi per la perdita di consensi visto che elezioni locali alle porte non ce ne sono. La gente non saprebbe dove parcheggiare? E vi sembra che questa sia un’ottima ragione per parcheggiare dove si vuole? (nota per i miei ventun lettori abituali: se la vostra risposta è “sì”, mi chiedo perché mai mi leggiate, dovreste conoscere le mie idee in generale) Occhei, io sono un talebano che ritiene che chi ha un’auto ma non ha un box, anche se residente, dovrebbe pagare per l’occupazione di suolo pubblico; ma la sosta selvaggia è un problema per tutti, non solo per chi parcheggia.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-09 07:00

27 pensieri su “no, Giuliano

  1. cristiano valli

    quelli di ciclobbi, poi, si distinguon sempre per le loro lungimiranti cazzate. a parte che i cordoli sono, in una parola, illegali per il codice della strada europeo, sono anche una delle cose più pericolose che posano esistere per ciclisti, motociclisti, automobilisti. perché impediscono, in caso di emergenza, di spostarsi in sicurezza sulla carreggiata.
    ma del resto perlopiù a loro interessa andare in gita coi bambini alla domenica, a zero allora e tuttincomitivadiamici. mica lo sanno cosa significa usare la bici fuori zona uno, per dire, il martedì.

  2. sapu

    Ci sarebbe poi l’eterna, annosa questione del ‘non parcheggio in doppia fila per divertimento ma perchè devo lavorare e non lavoro per divertimento ma perchè devo camparci’.

  3. it'S. me.

    Se da noi (comune di 30mila abitanti, scarsi problemi di parcheggio) i residenti nelle zone con parcheggi blu possono fare un abbonamento a tariffa scontata per una (UNA sola) autovettura non vedo perché Milano che ha ben più problemi dovrebbe fare differenza.

  4. cecca

    Siamo in Italia: ci scappa il morto e tutti a strapparsi le vesti. Tutti a dare la croce addosso a chi non ha fatto rispettare la sosta vietata. Ma gli stessi si lamentano se poi gli multi l’auto in sosta vietata perché in fondo a me l’auto serve. Quello della sosta selvaggia più o meno tollerata è un problema annoso di Milano, non certo risolvibile con multe a tappeto per un paio di giorni e poi basta. Servono le piste ciclabili certo, ma serve anche un sistema di mezzi pubblici che disincentivi l’uso dell’auto. E serve anche un po’ di attenzione e cervello da parte di chi gira su due ruote (e lo dico da motociclista), perché a volte un po’ di attenzione ci salva da una caduta (o peggio).

  5. MarcoScud

    La via dove è successo l’incidente ha un buon sistema di trasporto pubblico. Io con l’auto lì NON ci parcheggerei mai. Ma abito vicino e soprattutto vado a piedi dal Rosario a Piazza Napoli (ieri sera A/R). se ci devo andare parcheggio all’Esselunga e poi al ritorno faccio un po’ di spesa e mi faccio timbrare il ticket e non mi costa nulla. Il problema è che se la multa hai il 50% di probabilità di prenderla, meglio se il 90%, lì NON parcheggeresti mai (a Londra c’erano le strisce sui bordi marciapiedi e tre strisce ti dicevano che saresti stato rimorchiato via (sempre). C’erano perché è tanto che non ci vado. Se prendi 2 multe l’anno, ti costerà meno parcheggiare sempre lì. Io in centro ci sono andato 3 volte con l’auto, ho preso 3 multe ho smesso di andarci. Da 10 anni ormai. D

  6. frank

    per dire, stamattina mentre andavo in bici al lavoro. via pola all’incrocio con via oldoferdi. un camion è parcheggiato proprio li con le luci di emergenza probabilmente perchè l’autista era al bar a bersi il suo bel caffè. toglieva tutta la visuale sull’incrocio. conosco bene il punto. aggirato il camion per svoltare in via oldofredi scopro improvvisamente sul passaggio pedonale, un metro davanti a me una signora con due bambini che attraversano la strada. ormai ero praticamente fermo e loro quasi non si sono accorti di me. ma per chiunque arrivasse da via pola erano del tutto nascosti dal camion. non è successo niente solo perchè -come ho già detto- conosco bene quell’incrocio

  7. jan

    Ciclobby e FIAB sono tra le poche associazioni serie che lavorano per la mobilità in bici. La sede è all’Isola, non in centro, e promuovono l’uso quotidiano della bici, per gli spostamenti casa scuola lavoro, vedi l’indagine annuale sull’uso della bici.
    Ma dopo la morte di un ciclista sembra costume cittadino prendersela con chi va in bici.

  8. cristiano valli

    io me la prendo con ciclobbi e fiab, autocertificatosi portavoce di tutti i ciclisti della lombardia. spero sia legittimo pensare che stiano facendo un lavoro di merda e che non mi rappresenta in nessun modo, da ciclista, o vige l’illibertà di parola?

  9. mestesso

    Occhei, io sono un talebano che ritiene che chi ha un’auto ma non ha un box, anche se residente, dovrebbe pagare per l’occupazione di suolo pubblico.
    Ho la macchina (o meglio, la mia non moglie) e non il box. Innanzitutto, pagando le tasse, io *già* pago l’occupazione di suolo pubblico e tante altre amenità.
    In seconda istanza, se le casa di residenza a) non ha box per tutti gli appartamenti oppure b) non ha affatto box, come la mettiamo?
    Ecco sparata la cazzata del giorno…

  10. .mau.

    @mestesso:
    »Innanzitutto, pagando le tasse, io *già* pago l’occupazione di suolo pubblico e tante altre amenità.
    Anch’io pago occupazione di suolo pubblico e tante altre amenità, e in più pago le tasse sul box che ho acquistato.
    »In seconda istanza, se le casa di residenza a) non ha box per tutti gli appartamenti oppure b) non ha affatto box, come la mettiamo?
    Parcheggi pertinenziali.
    »Ecco sparata la cazzata del giorno…
    Glielo dici tu ai giapponesi? http://www.japan-guide.com/e/e2022.html – «When acquiring a car, numerous documents have to be filled out, including forms to register your car and to verify ownership of a parking space» (grassetto mio)

  11. jan

    @cristiano: benissimo non sentirsi rappresentati, ci mancherebbe. Per curiosità, chi ti rappresenta come ciclista, if any?

  12. mestesso

    @.mau.: ti sei tirato la zappa sui piedi.
    Tale norma tende a verificare se hai diritto ad un posto macchina aggratise (se disponibile) oppure se a pagamento. Inoltre tengo presente che città come Tokio o New York sono casi degeneri, e cche considero al limite della slealtà citare come esempio (vista l’eccezionale qualità del trasporto pubblico ed i punti seguenti ;-)).
    Infatti l’assuzione corretta, in uso in paesi molto più vicini e comodi come la Svizzera, Google secondo me ti ha portato troppo lontano, è la seguente:
    a) l’auto non è (purtroppo aggiungo io) un bene superfluo ma necessario oggidì
    b) incredibilmente, le auto sono spuntate ed in uso da molto meno tempo rispetto alle case ed alla disponibilità delle stesse
    Ne segue che far pagare il posto macchina svantaggia chi ha già un disagio oggettivo, e sarebbe dunque iniquo.
    In Svizzera, paese che penso tu reputi civile, funziona così:
    – se sei residente E cittadino elvetico, hai diritto ad un posto macchina (se dimostri di non avere alternativa, attenzione che include il caso che la tua famiglia abbia un box, ma un componente abbia già una autovettura registrata, ed il secondo posto è garantito ove possibile)
    – se sei residente MA NON cittadino elvetico paghi ed avrai il posto (perché si sa che son dei bastardi verso gli stranieri).
    Ah, per la cronaca, a Tokio il prcheggio lo paghi comunque, residente o meno.
    Il mio punto è che è iniquo far pagare indiscriminatamente per un bene essenziale e che tale metodica va contro la definizione di servizio pubblico (e diventa taglieggiamento).
    Comprì?

  13. Claudio

    »Occhei, io sono un talebano che ritiene che chi ha un’auto ma non ha un box, anche se residente, dovrebbe pagare per l’occupazione di suolo pubblico.
    Direi che è condivisibile. Chiunque visiti regolarmente gli USA sa che i cittadini americani pagano già da tempo una tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Chi ha un auto ma non ha un box la paga.
    Mi sembra una cosa ragionevole, tanto più per quelle famiglie che possono permettersi più di un auto. Un senso di civiltà e di responsabilità.
    Altro che talebani :-)

  14. .mau.

    no, non “comprì”. Primo, perché si vede che tu i mezzi pubblici a Tokyo non li hai mai presi (io sì); secondo, perché mi piacerebbe sapere se prima di fare una legge così gli svizzeri hanno calcolato la quantità di auto presenti nelle loro città.

  15. mestesso

    Certo che sono stato a Tokio. Ottima metropolitana, chiude solo presto (alle 23). Quale è il problema? Tutti i servizi essenziali (ospedale, scuole, etc) sono stracoperti e nelle ore di chiusura mezzi ti è comunque garantito tutto. NON hai bisogno della macchina se vivi e lavori a Tokio (attento che ho amici che ci vivono, oltre ad esserci stato ;-)). Giusto quindi pagare (i posti disponibili gratis sono pochissimi e riservati all’elite).
    Ma riportiamo la nostra attenzione a Milano: io non giustifico chi sta in divieto, però pongo un problema oggettivo. La capacità di parcheggio stradale (anche per residenti) è inferiore alla richiesta certificata degli stessi. Dove potranno parcheggiare le summenzioante mecchine? In buona parte in divieto, of course. Ripeto, io non li giustifico, ma qualche problema di equità me lo pongo, e le semplificazioni talebani e relativi ricatti non mi piacciono.

  16. cristiano valli

    me stesso, son talebano pure io. “La capacità di parcheggio stradale (anche per residenti) è inferiore alla richiesta certificata degli stessi”, è un dato oggettivo ma non ineluttabile. si vieta più di un’auto a nucleo familiare e morta lì.
    se invece si continua a ritenere l’auto un bene “necessario” [madde che? ma perché?] ed ogni limitazione all’uso della stessa un attentato alla libertà individuale, semplicemente non c’è nulla da fare.
    milano aveva quasi due milioni di abitanti negli anni settanta, i mezzi facevano schifo [e non c’era l’aria condizionata]. come si faceva? ci si alzava prima [e si andava quasi tutti in bicicletta] invece per il milanese medio fra i diritti dell’uomo ci sono l’alzarsi non prima delle otto, l’aria condizionata sui mezzi pubblici, le strade deserte ed il parcheggio in ufficio, magari in una posizione che dalla finestra puoi anche controllare che non te la righino. boh, andate pure avanti così…

  17. Dioniso

    Noi infatti qui paghiamo il comune per poter parcheggiare sotto casa: 36€ l’anno. E ci forniscono addirittura permessi temporanei per i nostri ospiti.

  18. mestesso

    @cristiano valli: le semplificazioni talebane ed i loro effetti sarebbero anche divertenti, se non fossero (alle volte) tragici.
    Conosco gente che lavora in posti che non sono facilmente raggiungibili dai mezzi e/o non lo sono negli orari compatibili con la prestazione lavorativa.
    Esempi pratici: infermieri, turnisti di call center, guardie giurate, semplici impiegati in periferie sfigate…
    Quindi macchina. E in casi particolarmente sfigati (ma esistenti) due, per lo stesso motivo. Ripeto, io non sono uno con le ruote ai piedi (non sono neanche milanese del resto). Qualche volta vado all’esselunga a piedi con i cartoni dell’acqua, tanto odio usare la macchina…:-(.
    Tu vieta pure la sfiga. Poi vediamo la stessa così dirà. Secondo me se la ride di cazzate del genere.
    I tempi passati non tornano più. Le condizioni di lavoro sono molto diverse. Ed anche il fisico dei lavoratori non è più quello di una volta :-(.
    @.mau.: Tu vo ‘fa il giapponese, ma sei nato in italy…purtroppo (e per certi versi per fortuna, ho visto delle scene pietose) la realtà giapponese non è la nostra. Le loro soluzioni non si applicano qui.

  19. cristiano valli

    anche io conosco gente così. non ho detto basta macchine. ho detto non più di una per famiglia. se in un nucleo familiare sono due i turnisti ed hanno due turni di notte non simultanei che possono condivider la macchina, uno prenda un motorino. la gente si adatta, tutti si adattano a qualsiasi situazione, non si capisce perché alla mancanza di una auto invece non ci si possa adattare.
    anche perché i casi che citi tu, non sono il problema, il problema sono i nuclei familiari di quattro persone con quattro o più auto. e non sono ‘i ricchi’, ché in questo paese prima si paga l’auto, poi le bollette di uno o due cellulari a testa, poi eventualmente se avanza qualche cosa si mangia e si paga l’affitto.
    @jan, come ciclista mi rappresenta il codice della strada, quello in cui la bicicletta è un veicolo con pari dignità e diritti di tutti gli altri, quello in cui il limite di velocità è cinquanta all’ora, quello per cui in bicicletta non puoi andare sulle strisce, contromano o sul marciapiede [cosa che invece certi ciclisti fanno ‘per autodifesa’. perché per non rispettare le regole non importa cosa guidi, una scusa per te accettabile e necessaria la si trova sempre], quello secondo cui posso pedalare per la strada senza dovermi aspettare di essere stritolato solo perché chi guida un’auto ha un delirio di onnipotenza. quello per cui per girare a sinistra tiro fuori il braccio e giro a sinistra, non mi umilio a ‘spezzare in due la curva’, come suggerisce ciclobbi nei prontuari per vecchie in gita [manovra anche questa vietata, dal codice. come la metà delle soluzioni proposte ciclobbi. l’altra metà in genere è solo dannosa].

  20. nicola

    La cosa è molto più semplice di come sembra: non esiste nessuna politica di mobilità. (A Milano) Non si studia, non si misura, non si decide.
    (E io sarei anche più talebano: alle aziende farei pagare una tassa direttamente proporzionale alla distanza in linea d’aria dei suoi dipendenti e consulenti. Da destinare ai mezzi pubblici.)

  21. .mau.

    @nicola: (basterebbe già far pagare loro l’abbonamento ai mezzi, urbani o no che siano :-) )

  22. jan

    @cristiano: sorprendentemente, mi riconosco in quello che scrivi sul comportamento in strada, perché è esattamente quello che faccio io.
    Quello che non condivido è il tuo giudizio negativo, espresso in termini degradanti, nei confronti di FIAB/Ciclobby.
    La trovo un’associazione utile a promuovere i miei interessi di ciclista, riesce a farsi sentire nelle istituzioni e sulla stampa (poi sentire non costa nulla e non obliga a fare, come si sa). Credo che la bici a Milano abbia bisogno di una lobby, un promotore di interessi e l’associazione per ora è l’unica a farlo, pur con problemi generazionali e di visione del mondo.
    Non vedo alternative, le CriticalMass sono divertenti e diffondono la cultura ciclistica, ma non esprimono alcuna idea urbanistica e di gestione del traffico.

  23. frank

    mestesso, hai ragione: i tempi sono cambiati e le auto ormai appartengono al passato. un passato e ormai quasi insostenibile. è stato un assurdo pensare ad una mobilità privata di questo tipo e i risultati sono sotto i nostri occhi. proseguire su questa strada sarebbe (ma faccio un esempio di pura fantasia, che non potrebbe mai realizzarsi) come se un governo che si reggesse su una manciata di voti pretendesse di continuare a governare uno stato sull’orlo di una gravissima crisi. prima ci si rende conto del male che ci stiamo facendo e meglio è. per tutti.

  24. alberto

    @Cristiano: (e scusate tutti l’OT) non conosco ciclobby, ma conosco la realtà fiab di verona, e ti assicuro che non è certamente dedita solo alle vecchie in gita (ma non le esclude). Purtroppo (lo dico da ciclista consapevole ) la tua manovra di svolta a sinistra è quasi sicuramente vietata: l’articolo 41, al comma 15, recita “In assenza di lanterne semaforiche per i velocipedi, i ciclisti sulle intersezioni semaforizzate devono assumere il comportamento dei pedoni.” L’interpretazione restrittiva di questo comma da sola sarebbe capace di scoraggiare il ciclista più determinato, e a mio parere mina alle fondamenta il tuo assunto che “il codice della strada, quello in cui la bicicletta è un veicolo con pari dignità e diritti di tutti gli altri”. Conosco questo comma perché l’ha citato un tecnico del comune per giustificare ad un cittadino l’implementazione di un incrocio con un semaforo che per i ciclisti è sempre rosso…

  25. Mike

    Fare un confronto con la mobilita` degli anni ’70 con quella odierna e` fuorviante per diversi motivi. Il primo e1` che il servizio di trasporto pubblico locale con gli anni e` lentamente peggiorato, con la progressiva eliminazione di linee tramviarie a favore prima di autobus ed alla successiva eliminazione di questi, riduzione del servfizio ferroviario ed altre cose.
    Secondariamente le modalita` di lavoro sono cambiate e non esiste piu` la grande fabbrica che alle 18 ha il cambio turno, ma tante fabbriche piu` piccole con orario flessibile. Gli stabilimenti industriali in citta` sono stati abbandonati e convertiti in zone residenziali, e la produzione, se non si e` spostata in oriente si e` spostata in periferie. Il lavoro inoltre si e` precarizzato, per cui e` diventato piu` mobile. Acquistare una casa vicina al luogo di lavoro e` difficile, visto che il lavoro si sposta sempre e contemporaneamente le richieste di flessibilita` di movimento sono di molto aumentate.
    Sono nati sempre in periferia enormi centri commerciali, praticamente inutilizzabili senza automobile.
    L’inefficienza dei trasporti pubblici e` stata ribaltata sul trasporto privato ed il risultato e` stato l’aumento del numero di automobili oltre le capacita` delle citta` italiane, con i risultati che si vedono. Invece di una seria politica di trasporto pubblico locale viene propsta come panacea da un po’ di tempo l’uso della bicicletta. Sfortunatamente la bicicletta non e` la soluzione, per tutti, nonstante quanto propongano certi ciclotalebani, che a mio parere fanno piu` male che bene alle istanze di chi va in bicicletta.
    Se i mezzi pubblici fossero efficienti non si arriverebbe ad avere un’automobile per persona o quasi, per adesso, ma si scenderebbe ad un’automobile per famiglia. Sfortunatamente e` molto piu` semplice ed economico per la PA lasciare che si sovrautilizzi l’automobile ed il mezzo privato piuttosto che spendere in tram ed in scuolabus.

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