una gita al Museo del Novecento

Mercoledì scorso ho deciso di sfruttare la mia pausa pranzo (un po’ allungata) per andare all’Arengario di Milano per visitare il Museo del Novecento, insieme a due simpatici cYaltroni (lui e lui) e una gentile e leggiadra fanciulla di cui non fo il nome per tutelare la sua privasi.
Come scrisse a suo tempo vb, il museo dovrebbe chiamarsi DELLA PITTURA MILANESE del Novecento; ecco, forse più italiana che milanese anche se l’assessore alla Cultura del comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory ha già lanciato una colletta sottoscrizione per aggiungere nuove opere, sempre milanesi e sempre di pittura. E aggiungerei che si parla DELLA PRIMA METÀ del Novecento…
Ma che dire del museo in sé? Beh, innanzitutto che l’apertura gratuita (fino a fine mese) l’ha riempito all’inverosimile, con una quantità di scolaresche incredibile – e io mi chiedo ancora che cosa gliene fregasse del museo a quei fanciulli – oltre a un bel po’ di gente che pareva essere lì per caso. Un attimo: anch’io parevo lì per caso, soprattutto visti certi miei commenti ad alcune opere (non so, mi era sembrato di aver già visto da qualche parte Forme uniche nella continuita dello spazio, e su un quadro di cui non mi ricordo neppure l’autore sono sbottato in “ma questo è uno stereogramma!”). Detto questo, l’Arengario è stato restaurato molto bene, ma le scelte architetturali architettoniche per mettere in mostra Il Quarto Stato – non mi direte che la scala elicoidale centrale servisse ad altro, o fosse una citazione della rampa del Lingotto, vero? – hanno sacrificato lo spazio per le opere. A proposito: per riempire le prime tre sale hanno saccheggiato la Galleria d’Arte Moderna milanese: anch’essa a ingresso gratuito, ma che nessuno si filava nemmeno di pezza. I pannelli esplicativi all’inizio di ciascuna sala sono un po’ buffi e danno informazioni interessanti ma mi sa poco utili per chi non sa nulla dell’arte del Novecento in Italia; ammetto di non aver provato il bluetooth per vedere se mi arrivavano contenuti più interessanti. Giudizio finale: boh.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-14 11:07

11 pensieri su “una gita al Museo del Novecento

  1. scorfano

    Siamo stati un po’ penalizzati dalla folla. Io mi riservo di esprimere un giudizio per la prossima volta che tornerò, magari tra due anni, quando immagino che non ci sarà più nessuno.
    Per quanto riguarda le scolaresche, sono anni che mi chiedo cosa ce le portiamo a fare. E sono anni che non trovo una risposta.

  2. mfisk

    ah, anche lo stereogramma era -se ben rammento- dello stesso autore delle forme uniche. Si vede che Lei ci ha un pianeta, con l’Umberto.

  3. .mau.

    esimio avv., Lei mi sta dicendo che definirLa “simpatico” potrebbe ledere la Sua reputazione?

  4. Sergio

    Non l’ho ancora visto: aspetterò quando sarà a pagamento (tanto non è che costi uno sproposito) e non ci sarà tanta gente.
    Per le opere esposte se ho ben capito hanno saccheggiato il PAC e la GAM e un terzo museo che era nella struttura dell’arengario diversi anni fa (ma potrebbe essere la GAM) per intenderci era quello dove c’era una sala di Fontana.
    Anche quel museo ricordo aveva una scala elicoidale molto bella (ma più modesta di quella del museo del 900.

  5. .mau.

    @Sergio: ma nel PAC ci sono anche opere “stanziali”? Io ho sempre e solo visto mostre varie. All’Arengario io ricordo solo l’ufficio del turismo milanese, ma io sono un torinese in trasferta.

  6. Isa

    .mau., architetturale in italiano non esiste. Si dice architettonico. Adesso vado a mettermi la bistecca sull’occhio.

  7. Isa

    …il quale occhio mi fa talmente male che non è riuscito ad arrivare fino a “elicoidare”. Ma mi vuoi morta?!

  8. .mau.

    @isa: architetturale mi sa che sia una commistione con l’informatica; elicoidaRe è colpa della fretta per andare in paLLestra.

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