Alcuni anni fa il comune di Milano, con il contributo della Banca Popolare di Milano, preparò una serie di volumetti che raccoglievano le testimoniandze dei vecchi abitanti della città; volumetti che immagino ora siano solo rintracciabili nelle biblioteche di zona. Quello dedicato alla zona dove abito io (AA.VV., La Milano della memoria – Zona 9, Comune di Milano – Assessorato al Decentramento 2003, pag. 215, s.i.p.) racconta di una parte della città che da contadina è rapidamente diventata operaia, di un tessuto sociale relativamente coeso e cooperativo – forse non è un caso che nelle elezioni del 2006 l’unica zona vinta dal centro-sinistra sia appunto stata la 9 – e di tutti i problemi legati a una tumultuosa immigrazione dal sud prima e dall’estero poi. Ho scoperto così per esempio che la Bovisasca è stato un quartiere abusivo che non aveva nulla da invidiare alle borgate romane, e che ancora nel 1959 il matrimonio era giusta causa di licenziamento per una donna. Quello che secondo me manca al libro è l’altra faccia delle testimonianze, cioè un racconto storico di come si è evoluta la zona; le poche righe dedicate non sono certo sufficienti.
Ultimo aggiornamento: 2010-06-22 07:00
Orpolà. Guarda uno come riesce a scoprire di lavorare nella zona dove tu abiti…
Da un paio di anni ci vivo pure io (zona Dergano). Mi piace molto, la trovo molto effervescente. E anche se spesso gli altri milanesi mi guardano un po’ strano se gli dico dove vivo è un posto dove mi sento a casa mia. Tra l’altro ho scoperto solo recentemente che in Bovisasca si trovavano alcuni dei più antichi studios cinematografici italiani, la Armenia Film e la Milano Film. Credoc che in Via Baldinucci ci sia ancora un muro di questi studios