tagliare i tram: ATM ci ritenta

Leggo da Repubblica che con la consueta fanfara l’ATM ripropone per l’ennesima volta la sua ricetta per migliorare il traffico dei mezzi pubblici milanesi: da prima dell’estate si inizierà a tagliare i percorsi dei tram da 35 metri, che «interromperanno la corsa ai margini della Cerchia dei Bastioni per essere sostituiti con viaggi in metropolitana, bus ecologici o altri tram più piccoli.»
Il tutto naturalmente perché «Queste iniziative sono indispensabili per garantire la fluidità e la regolarità del servizio», come Elio Catania proclama urbi et orbi.
Traduzione in italiano: visto che i tram lunghi in centro fanno ingorghi, togliamo i tram dal centro così gli automobilisti potranno finalmente muoversi. È chiaro che un simile progetto è stato studiato da gente che in tram non ci va: ditemi voi quanto una persona che va in centro è invogliata a scendere dal tram per prenderne un altro, allungando il tempo di percorrenza. Notate che il problema dei ritardi dei passaggi non c’entra nulla: sicuramente se un tram, come adesso il 3, attraversa tutta la città i tempi di percorrenza sono più aleatori, ma basterebbe fare in modo che le auto non possano attraversare il centro e la fluidità aumenterebbe subito. (Ci avevano anche tentato di farlo, dividendo la cerchia dei Navigli in spicchi. Chissà perché hanno poi eliminato il tutto)

Ultimo aggiornamento: 2010-02-03 11:43

10 pensieri su “tagliare i tram: ATM ci ritenta

  1. paolo

    Immagino che Catania prenda il tram per recarsi al lavoro. O forse i tram bloccano la sua auto blu (l’avrà anche lui no?)
    Per me possono sempre chiudere tutto al traffico automobilistico. Via libera ai tram.
    Poi ci sono sempre mille motivi diversi per chiedere l’esenzione e poter passare con l’auto: ma allora a cosa servirebbe un blocco? Se si fa deve essere totale.

  2. mestesso

    È chiaro che un simile progetto è stato studiato da gente che in tram non ci va
    Questa frase presuppone che (i vertici de) l’ATM siano stupidi, ciechi e sordi, e che facciano le cose a caso. In realtà, e lo dico per esperienza diretta, ed al posto di ATM potresti metterci una “*”, questa come altre decisioni sono il semplice frutto di requisiti e desiderata che sono diversi da quelli che idealmente l’azienda in questione dovrebbe avere, ma sono assolutamente razionali, voluti scientemente e dato il contesto, corretti.
    Io la butto lì, ma se i tuoi elettori si lamentano che c’è troppo traffico, tu davvero metteresti limitazioni al traffico veicolare quando il milanaese medio è quello che va dovunque vada la sua macchina? E dovendo scegliere, tram o macchina? Peggio, se tu hai problemi di bilancio, e li hai visto le tariffe contigentate (L’attivo di bilancio è pura fuffa), cosa fai per rientrare nei costi? Cerchi una difficilissimo aumento dei biglietti/persone sui mezzi o togli i mezzi? Ma se tu nel tuo lavoro hai due scelte, una elegante ma che devi correre come un matto per mesi, e l’altra fetusa che devi lavorare una settimana e morta lì, davvero sceglieresti la prima (a livello manageriale)?
    Quello cui stiamo assistendo è purtroppo una resa incondizionata all’altare dei breve termine. Qui come in altre mille cose nel pubblico…

  3. Alice Twain

    In realtà la divisione del centro in spichi fu la geniale trovata che permise, come un grimaldello, di mettere fine all’epoca del centro chiuso. Infatti fino a subito prima tutta l’area interna al cerchio dei navigli era bloccata al traffico. Poi ci fu il centro in spicchi e poi ancora i parcheggi solo a pagamento. Con il risultato che prima in centro non circolavano auto, poi ci circolavano e poi il centro si è ritrovato pieno e imbottito di auto come è ora. Detto questo, io potrei anche pagare più degli attuali 1,55 euro (per noi che stiamo una fermata di metropolitana oltre il confine comunale non è poco) di biglietto. Se magari i mezzi fossero più efficienti, frequenti e CAPIENTI.

  4. Bubbo Bubboni

    Alle volte penso che se certi incarichi fossero pagati MENO (qui parliamo di un 460 mila euro annui, no?) forse gli dei li assegnerebbero a persone più capaci.
    Se l’obiettivo è far quadrare i conti basta un PC, ma se si pensa allo sviluppo di politiche di mobilità ci vorrebbe anche del materiale umano di qualità.

  5. marcoxa

    Oh. I Milanesi sono 20 e più anni che votano ‘sti …..
    Chi è causa del suo mal pianga se stesso e sennò può solo lamentarsi.

  6. mestesso

    @Bubbo: non è quello il problema. Il problema è che viene scelto chi appoggia, non importa se per tornaconto personale o di parrocchia, determinate politiche imposte dalla giunta stessa. Lo stipendio non conta nulla, se non per il fatto che più alto è, più e probabile che Lui faccia quello che gli viene detto di fare.
    Lo ripeto in termini espliciti: i vertici di [*] sanno benissimo quali sono tutti i problemi e li conoscono a menadito. Li considerano secondari ad altri fini.
    Il gioco funziona perché chi prende i mezzi a) è uno sfigato nel senso che ha poco potere contrattuale b) al momento del voto si scorda o considera meno importanti questi fattori a dispetto di altri c) che i pendolari sono tutt’altro che compatti nella rivendicazione dei propri interessi.
    Tempo fa ebbi una discussione con un capotreno delle FNM “noi dipendenti ci becchiamo un sacco di insulti per colpe non nostre, prendetevela con chi decide: non solo sbagliate il bersaglio ma peggiorate la situazione perché noi vi odiamo”. Un dipendente ATM (tranviere del 23) aspettato 25 minuti in luogo degli 11 dichiarati mi disse: “la colpa è di ATM, mica mia…”. ed io “ma scusi, lei di chi è dipendente?” – e lui – “io sono solo uno che esegue quello che gli dicono di fare, e si rompe pure i coglioni”.
    Fate vobis
    [*]ATM, Ferrovie Nord, enti di trasporto pubblico X…

  7. .mau.

    @mestesso: secondo questa logica, abolire il trasporto pubblico porterebbe a un risparmio ancora maggiore.

  8. mestesso

    @.mau.: come ho già detto, la logica non è (solo) il risparmio, ma un consenso politico. Il consenso lo si ottiene (in Italia come altrove) dando servizi e/o posti di lavoro. ATM indubbiamente dà i secondi, ed un poco i primi. L’equilibrio poitico lo si dà su entrambi i fronti: non peggiorare oltre una certa soglia considerata “critica” il servizio e dare lavoro. E’ evidente che se il bilancio si conserva, ed i posti di lavoro con loro, la qualità del servizio diminuisce in progressione all’aumento dei costi fissi.
    Questo trend distrugge qualsiasi programmazione, e garantisce il peggioramento progressivo del servizio. Inoltre avallare logiche del tipo “evidentemente questa gente non prende mai il tram” fa spostare l’attenzione del pubblico ad un falso bersaglio. Non sono coglioni: sono gente intelligente che per i loro interessi ci sta succhiando la vita (parlo come pendolare ovvio). E’ un ben altro paio di maniche. E richiderebbe che tutti si ponessero dei propositi tipo “facciamogli cambiare idea”, non il compatimento dei coglioni.

  9. Bubbo Bubboni

    @mestesso: non sono convinto che questi automatismi della democrazia portino necessariamente ad abbattere il servizio pubblico di trasporto. E’ vero che di democrazia ci capisco sempre meno, però ho l’esempio di Madrid. L’amministrazione del PP (che in europa è nello stesso gruppo del berlusca) ha esteso la rete di metro in modo spettacolare e continua a lavorarci. Hanno anche lavorato molto sulle strade, ecc. però il loro consenso elettorale è su base prioritaramente ideologica e non certo legato a cosa fanno o non fanno. Però ci sono ricadute nel medio-lungo, esattamente come ci sono lasciando andare a rotoli i trasporti.
    Quante multinazionali in fuga? Quanta delocalizzazione? Sono fenomeni complessi e non dipendono solo dal tram, ovvio, ma se consideri che i trasporti sono il cuore dell’e-commerce e le infrastrutture quello della globalizzazione…
    Mi pare che il degrado della rete di trasporti (pubblici e di conseguenza privati) si basa più sulla passività dell’utenza (anche al momento di mettere la crocetta) che su un effettivo vantaggio del politicante o del corruttore. Alcuni dei progetti dove è più evidente l’infiltrazione mafiosa e il lavoro del terzo livello sono proprio legati ai trasporti, peccato che non riescono a mangiare e a fare qualcosa di sensato o, almeno, di non dannoso. E di questa loro incapacità possiamo proprio accusarli.

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