Arrestate quel giornale!

Leggo che Niccolò “Ruthless” Ghedini ha annunciato urbi et orbi – o almeno ad Affaritaliani – che sta “provvedendo a depositare in Spagna una denuncia nei confronti de El País” per le foto di Villa Certosa pubblicate dal quotidiano spagnolo, che nell’occasione mette anche la traduzione italiana dell’articolo: sono cose.
Non sono un leguleio e quindi potrei sbagliarmi, ma c’è una cosa che non mi torna nel ragionamento del successore di Previti. Il fatto che quelle foto siano state sequestrate in Italia non implica certo automaticamente che acquistarle all’estero sia un reato. Il cittadino italiano Zappaddu potrebbe in effetti essere incriminato per aver scattato foto e averle poi vendute, ancorché all’estero; ma se la legge spagnola non vieta quelle cose, El País non ha problemi. Lo so che non è nemmeno detto che Ghedini la faccia davvero, la denuncia, e che tanto la sciura Maria non si accorge della differenza: ma qualcuno mi sa illuminare?
(poi è chiaro che nel ventunesimo secolo o si fa come la Cina o bisogna rivedere completamente il concetto di censura, visto che per l’informazione i confini nazionali non esistono più: ma quello è un altro post)

Ultimo aggiornamento: 2009-06-05 15:34

3 pensieri su “Arrestate quel giornale!

  1. mestesso

    Tutto dipende da che tipo di accordi sono stati presi fra le parti, Berly ed il Fotografo per gli scatti.
    Berly ha richiesto il fotografo, è normale in situazioni come queste: sia Lui che gli Invitati hanno tutto l’interesse ad avere, alla bisogna, degli scatti da diffondere alla stampa. Di solito l’anfitrione distribuisce o mette comunque a disposizione di alcuni invitati selezionati copie delle foto con il padrone di casa. E’ del tutto normale, ripeto, in occasioni come queste.
    Non ho idea della tipologia di contratto tra Berly e Zappaddu. Di norma, ripeto di solito, i diritti rimangono del fotografo. Alias: lui tiene i negativi e (dietro compenso) diffonde copie. Di norma l’ufficio stampa dell’interessato seleziona un bouquet di foto da dare liberamente alla stampa, ed il resto Solo Su Gentile Richiesta ed Autorizzazione (dietro compenso extra ovvio).
    Certo però che se niente di scritto c’è, allora il caro Zappaddu può fare più o meno come gli pare.
    Una volta oggetto di sequestro, un bene come le foto sono indisponibili nel paese d’origine. Tuttavia la UE prevede protezioni molto rigide sulla privacy, e dipendentemente dal contratto in essere fra le parti potrebbe benissimo disporre altrimenti sse (se e solo se) si ravvisasse dolo o colpa grave.
    Ma il tutto è solo un fuoco di paglia per l’italiano medio. A berly non interessa realmente come vada a finire: chi deve votare deve essere reso sicuro che Lui è sotto pressione dai cattivi ed è una vittima. Il resto è fuffa e non se ne farà nulla.
    Io non sprecherei la parola censura per descrivere un fatto del genere. Lasciamola per cose più serie: altrimenti come per l’inflazione, si diminuisce il valore delle parole con l’effetto di rendere meno gravi le censure vere.

  2. mfisk

    Secondo il diritto italiano e nella ricostruzione del ghedini, l’acquisto e pubblicazione delle foto integrerebbe il delitto di ricettazione (art. 648 c.p.). Ovviamente questo non si applica al giornale spagnolo, ma l’art. 301 del Codigo Penal spagnolo dice praticamente le stesse cose di quello italiano.
    Il fatto è che, come dice il medesimo Ghedini ad Affaritaliani, “Sono fotografie che provengono da reato, visto che sono state sequestrate qui in Italia proprio perché si ritiene che siano frutto di un comportamento anti-giuridico e quindi di un illecito penale”: e non occorre essere un fine giurista per rilevare come l’opinione del Ghedini da congettura sia diventata realtà fattuale.

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