Il Corsera ci aggiorna sull’ultima querelle che ha come protagonista (non potrebbe mai essere un comprimario, e neppure un deuteragonista…) Vittorio Sgarbi. Leggendo l’articolo, ho scoperto tante cose. Innanzitutto ci sono le due più semplici, che sono scritte esplicitamente nel testo:
– che nel testo della canzone che l’europarlamentare (…) Iva Zanicchi ha presentato all’ultimo Sanremo, è stata usata la parola “perdenza”, nel senso di sconfitta;
– che il paroliere ha mostrato che la parola esiste eccome, presentando come prova il dizionario Treccani.
Fin qua direi che siamo sul chissenefrega andante. Però è più divertente, anche se inutile allo stesso modo, vedere le cose che sono scritte tra le righe e arrivano al lettore in maniera subliminale.
– Abbiamo innanzitutto una marchetta verso la Treccani (e già che ci siamo verso il suo neodirettore GIuliano Amato). La parola in effetti è presente sul Garzanti, sul De Mauro e sullo Zingarelli, i tre dizionari che ho a disposizione. Nessuno andrebbe a cercare una parola sul dizionario Treccani, a meno che non voglia far sapere che il dizionario in questione esiste.
– Fabrizio Berlincioni, il paroliere in questione, ha il suo quarto d’ora di celebrità, anche se onestamente credo rimarrà sempre parecchi ordini di grandezza dietro Mauro Lusini [*]
– Sgarbi era probabilmente in crisi d’astinenza perché da decinaia e decinaia di giorni nessuno parlava più di lui, e quindi si è inventato una polemica qualunque. Anzi, non “qualunque”: legandola a Sanremo sperava in un po’ di pubblicità extra, pubblicità che però mi sa non ci sia stata.
Mettiamola così: almeno non ci sono donne nude.
[*] sì, lo so che il testo è di Migliacci. La mia è una licenza poetica
Ultimo aggiornamento: 2009-03-02 16:16
La parola in effetti è presente sul Garzanti, sul De Mauro e sullo Zingarelli, i tre dizionari che ho a disposizione. Nessuno andrebbe a cercare una parola sul dizionario Treccani, a meno che non voglia far sapere che il dizionario in questione esiste.
Lo dici tu: la Treccani è ancora una delle fonti enciclopediche più autorevoli in Italia. Che sia in discesa con il web etc, d’accordo, ma che sia diventata di colpo una scamorza, proprio non ci siamo.
Per parlarci chiaro: se io vado a questionare con Sgarbi, di sicuro non userei Wikipedia, ma andrei sul suo stesso terreno, o supposto tale, “culturale”, utilizzando proprio Treccani. Poi se sia una marchetta o meno, non posso dimostrarlo, ma così ad occhio propenderei per il no.
@mestesso: adesso mi confondi un vocabolario con un’enciclopedia?
Avrei dovuto dire “dizionario enciclopedico”. Per il resto, non cambia nulla ;-).
Ma se uno magari ce l’ha, non vedo perché non dovrebbe usare proprio il Vocabolario della lingua italiana (Istituto della Enciclopedia Treccani) come riferimento. Ecco la voce incriminata, diversa da quella online perché ha anche le citazioni:
Dettaglio: nel volume che sto guardando io (III**, ed. 1991) nelle pagine patinate a colori subito dopo la voce perdenza guarda caso c’è la foto (artistica, ovviamente) di una donna nuda…
oppure mettiamola così: e non ci sono nemmeno donne nude!