Il segretario autoreggente

Nella sua iniziale uscita pubblica (in casa, perché non si sa mai) Dario Franceschini – il primo democristiano a capo di quelli che una volta erano i comunisti – fa la sola cosa che onestamente era possibile. Cerca disperatamente che cosa abbiano in comune gli ex DS e gli ex Margherita, e scopre che la risposta si dà molto in fretta: la Costituzione e l’antiberlusconismo. Ecco dunque che giura sulla Costituzione – assolutamente inutile, ma fa tanto cine – e che attacca Sìlviolo. A parte che si è dimenticato di terminare col tormentone, mi domando cosa inizierà a dire da oggi…

Ultimo aggiornamento: 2009-02-23 09:23

5 pensieri su “Il segretario autoreggente

  1. Davide

    Ho ascoltato il discorso di insediamento “da lontano” ma ovviamente con un certo interesse.
    Esito. Sempre la stessa storia: Berluscoooooni… le televisioooooooni…
    Però Franceschini non ha detto che nel 89 il Milan ha battuto la Stella Rossa grazia alla nebbia. Ma forse perchè se l’è dimenticato.
    Povero PD…

  2. Yuri

    Beh, poteva sempre giurare sull’antiberlusconismo… :)
    No dai, ascoltavo stamattina le risposte di Zucconi agli ascoltatori su Radio Capital… a proposito del nano ex-pelato rispondeva ad un tipo che sì, sono 15 anni che si ripete la solita solfa dei processi di Berlusconi, del colossale conflitto di interessi, delle derive autoritarie eccetera eccetera… però la gente continua (purtroppo) a votarlo… forse è ora di trovare qualcos’altro…
    Forse ad esempio sarebbe il caso di capire cosa vuole fare il centrosinistra… perché francamente se dovessi dire che lo so…
    O meglio, forse sarebbe il caso che il centrosinistra decidesse cosa vuole fare, perché più che una coalizione sembra un’armata brancaleone di notabili, ognuno col proprio orticello (o lobby) da coltivare…

  3. Alberto

    Il problema è che anche alla proposta più miseranda è necessario controproporre una solida proposta alternativa, altrimenti si va incontro ad un fallimento. L’incapacità di trovare una controproposta solida è stata ed è la difficoltà delle forze democratiche italiane, sempre divise tra anima laica e confessionale, tra anima liberista e anima statalista, tra anima progressista e anima conservatrice. Dire che Berlusconi ha tendenze autoritaristiche è quasi una constatazione, ma le tendenze autoritaristiche storicamente hanno sempre trovato sponda in maggioranze democratiche che non riuscivano a trovare un accordo su nulla. Il fatto che l’aver lasciato per strada Bertinotti, Salvi, Mastella, Dini non abbia migliorato le cose dovrebbe suggerire che non si tratta di un problema ideologico ma culturale, ovvero un problema della cultura politica italiana incapace di abbassare le barriere e addivenire ad un pragmatismo che superi ideologie e steccati.

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