Ingegneria dell’organizzazione

Sono andato a vedere la scheda biografica del deputato Berlusconi Silvio per vedere in cosa è laureato – per la cronaca, io ero convinto che lo fosse in economia e commercio, e invece lo è in giurisprudenza. Oltre a notare che ufficialmente è stato eletto nella circoscrizione… del Molise, il che è evidentemente uno schiaffo morale contro Di Pietro, ho scoperto che nella scheda è anche indicata una seconda laurea, in “ingegneria dell’organizzazione”. Notate che nella biografia ufficiale del nostro PresConsMin non v’è traccia di questa seconda laurea.
In effetti è una laurea honoris causa datagli dall’Università della Calabria, come si legge ad esempio su rep-punto-it. Tralasciando la serietà delle università che si fanno pubblicità elargendo queste lauree, mi chiedo perché uno dovrebbe sentire il bisogno di indicarlo così esplicitamente in un sito ufficiale, considerando che in fin dei conti il signor B. una laurea ce l’ha. E probabilmente quell'”uno” non è nemmeno Berlusconi, considerando che appunto non lo indica nel sito del governo… misteri italici.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-21 14:33

4 pensieri su “Ingegneria dell’organizzazione

  1. Barbara

    “serietà delle università che si fanno pubblicità elargendo queste lauree”
    Praticamente tutte, purtroppo. Arrossisco ancora al pensiero di quelle che abbiamo dato noi. È un modo per farsi pubblicità, e sperare di avere qualche vantaggio indiretto nel lungo periodo. È squallido e non funziona, ma lo facciamo tutti lo stesso – chi più, chi meno. Triste.
    Molto meglio gli americani, che in queste cose sono onesti: tu paghi, io ti dedico un edificio, o un’aula, uno stadio, eccetera. Ad esempio l’università di Seattle ha un campus moderno, in cui circa la metà dei molti edifici costruiti nell’ultimo decennio sono dedicati ad una persona di nome Gates (non sempre la stessa! Bill ha una mamma, un papà, una moglie…).

  2. vb

    L’Università di Torino, nonostante enormi polemiche interne, ha appena assegnato d’autorità una cattedra di ordinario in sociologia a Carlo Petrini, che come referenze ha l’avere inventato slow food e l’essere organico al PD, ma la sua credibilità accademica è circa zero (come pubblicazioni scientifiche ha presentato il suo libro divulgativo sullo slow food e due rassegne di vini italiani…). Questo è pure più grave, perché la laurea honoris causa non ci costa nulla, ma una cattedra di professore ordinario implica uno stipendio di 140.000 euro annui che paga l’Università, magari dopo aver tagliato i concorsi dei giovani ricercatori e gli assegni di ricerca. Io mi associo al beffardo commento di Allegra, uno dei massimi storici della nostra Università: “Adesso aspettiamo la cattedra in psicologia per Maria De Filippi e quella in chirurgia plastica per Alba Parietti”…

  3. ALG

    La laurea Honoris Causa serve per far pubblicità ad un corso di laurea, questo è assodato in tutto il mondo. Il punto è che nel resto del mondo civilizzato la laurea Honoris Causa viene conferita, di solito, agli scienziati che hanno contribuito con i loro studi a fondare quella disciplina scientifica.
    E’ anche un modo per mendicare una lectio magistralis di un personaggio eminente. Io ricordo ancora oggi con piacere la laurea Honoris Causa conferita dal politecnico di Torino a Leonard Kleinrock e penso che criticarla sarebbe da stupidi…
    Altro discorso sono le lauree date per puri scopi pubblicitari senza alcuna motivazione scientifica, vedi le famose lauree a Valentino Rossi; in quel caso do ragione a Barbara.
    Ciao

  4. Barbara

    @ALG: ah sì, la laurea (o il dottorato) honoris causa al megaspecialista sono tutta un’altra cosa. Sono un modo per dire “è gente come te che prendiamo a modello”. Non mi pare che una laurea in ingegneria (sia pure dell’organizzazione) a Berlusconi rientri in questa tipologia.
    Finora la mia sede ha quasi sempre dato lauree hc del tipo buono, e ben poche di quello cattivo. Ma ognuna è una di troppo.

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