Thyssen-Krupp – rinvio a giudizio

Guarinello sarà sicuramente contento, che per una volta ce l’ha fatta: i dirigenti della Thyssen-Krupp sono stati rinviati a giudizio per omicidio volontario. Nonostante quanto possa pensare uno che abbia letto la frase qui sopra, sono d’accordo: se ci sono i fondati sospetti che le apparecchiature di sicurezza, che non solo erano state ritenute necessarie ma per cui erano anche stati stanziati i soldi, non sono mai state installate perché tanto l’acciaieria stava per chiudere, è giusto considerare questa scelta pari a un omicidio volontario. È ora di finirla di pensare che la sicurezza sia qualcosa di facoltativo: ci penserà il processo – è fatto apposta – a valutare se i sospetti di cui sopra corrispondono o meno al vero. Però…
Però c’è una cosa che nessuno mi toglie dalla testa: e che cioè il sindacato avesse patteggiato con l’azienda, chiudendo due occhi sulla mancata installazione delle apparecchiature di sicurezza in cambio di qualche soldo in più per gli operai. Non so se i soldi in più fossero semplicemente gli straordinari che venivano fatti fare per arrotondare gli stipendi, oppure c’erano altri accordi; immagino comunque che fosse stato fatto tutto sottobanco, perché altrimenti gli avvocati degli imputati li avrebbero tirati fuori. L’alternativa – e che cioè il sindacato non sapesse delle condizioni pericolose della fabbrica – non mi sembra poi così probabile, nonostante tutto.
Ecco: diciamo che se il mio dubbio è vero io non vorrei essere uno di quei sindacalisti, anche se la giustizia non li potrà toccare.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-17 21:23

4 pensieri su “Thyssen-Krupp – rinvio a giudizio

  1. J_B

    L’alternativa – e che cioè il sindacato non sapesse delle condizioni pericolose della fabbrica – mi pare persino più raccapricciante dell’ipotesi che sapessero tutto ma abbiano chiuso gli occhi in cambio di due lire.
    Dopo tutto: “preferisco i malvagi agli imbecilli perché i primi talvolta cambiano idea” (cit.)

  2. .mau.

    Ah, una cosa che forse non è chiara da quello che ho scritto. Non penso affatto che i sindacalisti si siano intascati dei soldi per chiudere due occhi sulle misure di sicurezza. Quello che temo è che abbiano barattato più soldi per gli operai di quello stabilimento in cambio del proprio silenzio.

  3. J_B

    Si capiva (forse era dalla mia risposta che non si capiva che si capiva :-) ).
    Fatto sta che continuo a ritenere un miserevole accordo preferibile all’incapacità di capire cosa stava succedendo.

  4. Outer Root

    Segnalo che la notizia dell’imputazione di omicidio volontario riguarda il solo amministratore delegato, Harald Espenhahn; gli altri cinque responsabili sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo (link).
    Si tratta di una notizia positiva.
    Dico questo non per accanimento (o per una qualsiasi di tutta la pletora di motivazioni ideologiche che alcuni giornali potrebbero ipotizzare), ma solo perché essa dà un segnale forte al mondo dei dirigenti aziendali, che in molti casi se ne fottono allegramente delle condizioni di sicurezza esistenti negli ambienti di lavoro (basta vedere quante “morti bianche” si verificano ogni giorno in Italia).
    Parimenti, proprio quei sindacalisti, che dovrebbero avere il compito di vigilare sulle tutele, in toto, dei lavoratori, dovrebbero essere ritenuti responsabili almeno al medesimo livello dei dirigenti imputati.
    Troppo spesso il sindacato si focalizza troppo sulla sola contrattazione economica, lasciando in secondo piano i temi delle garanzie (non mi interessa barattare un boccon di pane per un diritto in meno) e perfino della sicurezza sul lavoro, come si è visto nell’episodio Thyssen-Krupp.

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