Niente assistenza medica ai clandestini?

Premessa: ho fatto una ricerca sul sito del Senato, e non sono riuscito a trovare l’emendamento leghista che, secondo Repubblica, vorrebbe cancellare
l’articolo 35, comma 5 del Testo unico sull’immigrazione: «l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità». Di per sé questo non vuol dire nulla, se non che non è così facile cercare un emendamento nel sito del Senato.
Io spero che la notizia sia falsa. D’altra parte, anche se non lo fosse trovo ancora più triste il pensiero che la possa credere vera. L’idea di delazione aprioristica mi fa venire solo in mente la seconda guerra mondiale.
Aggiornamento: (h 17:55) A quanto pare è proprio vero, almeno secondo questo PDF. Non sono abbastanza esperto per capire la differenza per i commi 4 e 6, ma il 5 è indubbiamente cancellato.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-20 17:08

8 pensieri su “Niente assistenza medica ai clandestini?

  1. Licia

    Non saprei commentare dal punto di vista legislativo, ma ho fatto la volontaria in ambulanza e posso provare a fare un paio di commenti per quella che è stata la mia esperienza diretta.
    Comma 3: in pratica si traduce in accesso al pronto soccorso ed eventuale ricovero in ospedale; qualsiasi altro tipo di prestazione ambulatoriale è esclusa, ad es. lo straniero non regolare può andare in ospedale per un attacco di emicrania invalidante ma non ha modo di farsi curare il problema in maniera continuativa perché non può accedere a nessun ambulatorio o centro specializzato.
    Comma 4: lo straniero non regolare che si trova ad aver bisogno del pronto soccorso di solito è almeno un codice verde, che, perlomeno in Lombardia non prevede pagamento del ticket.
    Comma 5: ho visto stranieri che avevano assolutamente bisogno di cure ma che si rifiutavano di essere portati in ospedale perché erano convinti che avrebbero dovuto pagare, oppure perché erano terrorizzati al pensiero di essere denunciati; non era facile convincerli e tranquillizzarli.
    Più di una volta mi ero trovata a pensare che garantire sempre e comunque l’accesso alle cure essenziali, “no question asked”, era una delle cose che ci rendeva un paese veramente civile, nonostante tutto il resto. Questo emendamento mi ha messo una tristezza addosso difficile da descrivere.
    Mi piacerebbe che qualche legislatore leghista passasse una giornata all’Ellis Island Immigration Museum a New York per riflettere sulle condizioni di degrado degli immigrati italiani e provare a fare qualche ragionamento, ma so che è impossibile…

  2. Fang

    .mau., Licia, non è mai esistito l’accesso incondizionato e assoluto.
    Per esempio, se hai una ferita d’arma da fuoco, il medico è *obbligato*, afaik, a fare denuncia all’autorità giudiziaria, solo perché si *presuppone* che *potrebbe* essere avvenuto un reato.
    Questo persino se tu spergiuri che la ferita te la sei fatta da solo con un’arma tua regolarmente detenuta, mentre la pulivi. Fotte sega: il medico deve comunicarlo all’autorità.
    Ora, perché il reato di clandestinità dovrebbe essere differente?
    O, se preferite, perché un qualsiasi rapinatore che ha avuto uno scontro a fuoco con la polizia non può presentarsi tranquillo in ospedale senza paura di essere denunciato? Che paese incivile, eh?
    Poi l’assistenza medica non è comunque negata al clandestino, così come non è negata alla persona ferita da arma da fuoco.

  3. Fabio Forno

    Fang, senza andare in casi estremi, lo stesso vale per gli incidenti sul lavoro. Quando vai al pronto soccorso per una qualche ferita “sospetta” ti fanno il terzo grado per capire dove te la sei fatta, proprio per segnalare eventuali incongruenze alle autorità competenti. Io francamente non so cosa sia meglio (se privilegiare la legalità o la necessità di aiutare), però vorrei che la legge fosse coerente con tutti

  4. RidendoMores

    Magari non è obbligatorio denunciare l’assistenza ad un presunto immigrato clandestino perché l’immigrazione clandestina reato penale non lo è (ancora)…

  5. Fang

    @Fabio Forno: ah, lo so benissimo, ma ho *voluto* usare il caso estremo. In quanto alla dicotomia assistenza/legalità, io non la vedo: l’assistenza resta garantita.
    Quest’idea “fanciullesca” del rispetto delle leggi, tipica dei giochi dei bimbi (mi hai preso, ma non vale, perché sono inciampato…) mi lascia davvero perplesso.
    Ogni qual volta ci si accorge che qualcuno ha violato le leggi, questo deve essere punito.
    Se poi le leggi non piacciono, si vota chi propone leggi (e modifiche) di nostro gradimento. Questo è tutto. Senza pretendere che vengano create scappatoie per cui c’è la legge, però in questo caso non ti possono arrestare, in quell’altro non ti possono segnalare… perché questo sì che rende un paese davvero incivile.
    @.mau. (cito, perché l’hai messa in un altro commento)
    > @Fang: naturalmente sai benissimo la differenza tra il dire
    > “c’è una persona con una ferita sospetta” e chiedere documenti
    > e permesso di soggiorno di una persona che arriva con la
    > febbre a 40, vero?
    No, non la so.
    Non foss’altro perché *tutte* le volte che sono andato al pronto soccorso mi hanno chiesto nome, cognome, indirizzo e persino tesserino sanitario. Dici che lo fanno solo con me perché ho una faccia poco raccomandabile?
    Il tizio con la febbre a 40 non è in grado di connettere, non riesce a rispondere e si è dimenticato a casa i documenti? Lo ricovereranno e fornirà i dati quando starà meglio.
    Si rifiuta? Informeranno (spero) le autorità.
    In entrambi i casi (ferita sospetta, febbre a 40) si utilizzerebbe l’occasione per far rispettare la legge. Qual è il problema?
    @RidendoMores:
    Si parla di futuro in entrambi i casi: il reato d’immigrazione clandestina dovrebbe essere introdotto prossimamente (anche se annacquato) e *coerentemente* dovrebbe essere approvato l’emendamento leghista. Neanche l’emendamento leghista è (ancora) passato.
    Per inciso il comma 5 vieta ogni segnalazione, la sua abrogazione non corrisponde ancora all’obbligo di denuncia. Che spero venga introdotto.

  6. giulsgiuls

    Senti amico il punto è uno: nessuno può contagiarti una coltellata mentre “il clandestino” non sai quale malattia potrebbe avere e eventualmente diffondere. E’ solo una questione etica dei medici o una questione di comune buon senso? Fate voi..

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