L’immagine del mondo nella testa (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!) Valentino Braitenberg è un noto cibernetico. Da una decina d’anni è in pensione, dopo essere stato alla guida del Max Planck Institute per la Cibernetica Biologica di Tubinga, e quindi ha più tempo a disposizione per vagare in quel vasto territorio della “filosofia presocratica”, come la definisce lui. Ha così scritto questo libro (Valentino Braitenberg, L’immagine del mondo nella testa [Das Bild der Welt im Kopf], Adelphi – Biblioteca scientifica 43, 2008 [2003], pag. 171, € 18, ISBN 978-88-459-2252-7, trad. Tommaso Codignola, editing Maurizio Bruno) come una serie di appunti per sé stesso prima che per i lettori su come il cervello può farsi un’immagine del mondo esterno. In realtà ci sono due livelli diversi. Nei primi capitoli in effetti c’è un approccio più filosofico, che potrei scherzosamente definire a “monologo socratico”; quando si passa alla fisiologia del cervello la parte scientifica aumenta di importanza, anche se paradossalmente le ipotesi che fa non sempre sembrano così certe, immagino proprio perché non è stato possibile fare degli esperimenti per dimostrarle.
Ho trovato molto interessante la parte in cui ha “rivisto la fisica” nel terzo capitolo, perché è un punto di vista piuttosto diverso da quello che si può leggere di solito. Anche parte dei capitoli sul cervello hanno del materiale interessante, soprattutto visto che le mie conoscenze erano ferme agli anni ’60. Però nel complesso il libro non è null’altro che un divertissement.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-13 07:00

Un pensiero su “L’immagine del mondo nella testa (libro)

  1. delio

    braitenberg è stato uno dei padri della moderna neuroscienza, ma va ammesso che dalla fine degli anni ’70 in poi le teorie cognitive e i modelli di reti neurali si sono talmente moltiplicate che è sostanzialmente impossibile parlare di una hard science con UNA verità (dimostrabile).
    è molto piú sicuro affermare che reti neurali artificiali costruite secondo diversi modelli (vagamente) biologici possono essere piú o meno performanti in determinati campi – ed è quello che fanno i neuroscienziati seri (tra cui il gruppo di neuroinformatica della mia università, guidato da un ex-tübinghese scolaro di braitenberg). di qui a dire che il cervello di un animale funziona così o cosà però ce ne passa.
    (erratum: bild deR welt)

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