Calvino è stato uno dei più grandi scrittori italiani del secolo scorso, e sicuramente era un letterato “puro”: eppure arrivava da una famiglia di biologi e chimici. Questo può far intuire come il rapporto con la scienza di Calvino possa non essere stato effettivamente banale. Questo libro (Massimo Bucciantini, Italo Calvino e la scienza Donzelli 2007, pag. 187, € 25, ISBN 9788860361639) dovrebbe appunto parlare di come lo scrittore si rapportasse con la scienza. Purtroppo però i risultati non sono all’altezza delle aspettative che io avevo. Ci sono indubbiamente degli spunti interessanti, come la definizione di Cosmicomiche e Ti con zero – le due opere al centro di questo libro – come “antifantascienza” e le pagine dove l’apprezzamento di Calvino per Galileo, considerato il più grande scrittore italiano di tutti i tempi, viene sviscerato in tutti i suoi particolari, pur con parecchie ridondanze. Ma il risultato complessivo mi pare piuttosto deboluccio, quasi come se fosse un seminario universitario (l’autore insegna Storia delle rivoluzioni scientifiche alla sede di Arezzo dell’Università di Siena) allungato più o meno a forza per arrivare a una dimensione pubblicabile come libro. Per onestà aggiungo che le numerose note a piè di pagina sono interessanti e aiutano a dare una visione più ad ampio spettro del mondo letterario italiano degli anni ’60, e a capire le relazioni di Calvino con Vittorini, Solmi, Fruttero, de Santillana: ma nonostante ciò non mi sentirei di consigliare il libro.
Ultimo aggiornamento: 2008-08-07 07:46
Beh, il libro che cerchi è ancora da scrivere. Ma a me questo è piaciuto comunque, anche se più per merito di Calvino che altro :)
(auto)promozione: http://lescienze.espresso.repubblica.it/recensione/Dal_Saggiatore_a_Palomar/1317086
Calvino è indubbiamente Calvino, ma sfruttarlo come in quel libro mi pare piuttosto bieco :-)
Di tutt’altro genere, ma il riferimento alla famiglia di biologi e chimici mi ha fatto venire in mente Uncle Tungsten – Memories of a chemical boyhood di Oliver Sacks. Altri libri più famosi di Sacks non mi avevano convinta e di solito non leggo mai autobiografie, ma questo veramente mi è piaciuto molto (e come bonus c’è un utile ripasso di chimica!!).