Ho appena sentito il notiziario in breve di Radio Popolare, dove hanno annunciato che a Dublino più di cento nazioni (ma purtroppo non i paesi principali produttori) hanno annunciato di firmare un documento per mettere al bando le “cluster bomb”.
Sono subito andato a controllare come i maggiori quotidiani non sportivi italiani hanno scritto la notizia (avrei anche preso il Giornale, ma in prima pagina non ne parla affatto). Corsera: Accordo tra oltre 100 Paesi per la messa al bando delle bombe a grappolo (titoletto minore in prima pagina). Rep.: Bombe a grappolo al bando – a Dublino accordo sul trattato” (titolo grande, molto in fondo alla pagina iniziale). Busiarda: C’è l’accordo sul trattato contro le bombe a grappolo (titolo grande, abbastanza in alto).
Come potete notare, i tre grandi quotidiani usano il termine italiano, che io nella mia beata ignoranza credevo essere quello di uso più comune. Poi all’interno degli articoli viene usata l’espressione inglese, con o senza virgolette, ma non c’è nulla di male, anzi è bello acculturare le persone, oltre che spiegando loro come e perché le bombe a grappolo siano ancora peggio delle bombe normali, specificando il loro nome inglese. Ma è appunto una specificazione. L’ascoltatore medio di Radiopop non credo sappia cosa sia una “cluster bomb”, né riesce a farsi un’idea che probabilmente l’espressione “bomba a grappolo” gli dà. Gli americani hanno davvero vinto e stravinto, sappiatelo anche a sinistra.
Ultimo aggiornamento: 2008-05-29 08:03
In Spagna si chimano “bombas de racimo” e non mi pare che i giornali traducano il termine. Spiegano come funzionano anche se non si impegnano molto per giustificarne il successo commerciale/strategico. In ogni caso viene ricordato che sono usate in circa 70 paesi, tra cui Libano, Afganistan e Irak, quindi potrebbe venire qualche idea sul fatto che piacciano quando si tratta di esportare la pace.
Gli spagnoli avrebbero voluto che i tipi con autodisattivazione fossero esentati dal bando ma pare che abbiano perso la trattativa.
E la cefalea a grappolo, quella di San Nicola, come la chiamerebbero i KapitalKomunisti?
Bomba a grappolo non rende bene l’idea, per altro…io ho visto una cluster bomb americana, ed è molto simile ad un baccellone che contiene tante piccole bombette.
Come certe pillole, che liberano il principio attivo solo in un certo tratto dello stomaco, formate da una capsula esterna che veicola al suo interno le pillole vere e proprie.
L’effetto di una cluster bomb però è terrificante…
perché invece “cluster bomb” rende perfettamente l’idea, vero?
che dire, io non capisco bene né bombe a grappolo né cluster bomb, a parte che ho letto la spiegazione un po’ di tempo fa.
Però parlare inglese non è progressista? così mi dissero al collettivo studentesco di qualche annetto fa a Roma..:)
Comprendo a fatica il perchè ci si concentri sul “grappolo” (o cluster che dir si voglia): per me una bomba rimane una bomba, e che mi arrivi in testa questa o quest’altra non è che cambi poi così tanto.
Cioè… tra cluster e bomb metterei l’accento sulla seconda parte… mi sfugge qualcosa?
(per chiarire: mi pare ci si “affezioni” al termine “cluster” e si tenda a mettere in secondo piano che anche le altre bombe fanno maluccio… mine comprese)
>perché invece “cluster bomb” rende perfettamente l’idea, vero?
La rende meglio, ma non perfettamente.
Da Wikipedia:
A cluster is a small group or bunch of something.
Tradotto: un insieme di cardinalità N (dove N è minore di G che significa grande) di oggetti non specificati (e quindi potenzialmente eterogenei).
Grappolo, in italiano (e non itagliano) oltre ad indicare il frutto, indica in senso traslato un insieme di oggetti, legati fra loro ed omogenei. “Legati” inteso in senso più fisico che non traslato.
In una bomba grappolo, sono contenute bombe di tipo diverso in un singolo contenitore. Grappolo rende bene il fatto che ci siano molti “acini”. Ma non che gli “acini” siano diversi fra loro.
Cluster invece (specie per un informatico) indica il fatto che gli oggetti siano si legati, ma anche diversi. E’ sempre il solito problema delle traduzioni da lingue straniere. Si perde sempre qualcosa dal termine originale. Le cluster bomb le hanno inventate gli americani. Qualcuno le ha tradotte come meglio ha potuto.
2 a 1 per il cluster. Da bandire entrambi.
@Sky: il “formato” della bomba è importante perché è da qui che nasce la sua “gradevolezza” strategica nella guerra moderna. Dopo la prima guerra mondiale a morire (cioè ad essere uccisi) sono in maggioranza i civili e quindi servono prodotti specificamente ottimizzati.
Inoltre queste bombe uccidono dal 95 a 70% quando “arrivano in testa” e il resto dopo, con calma.
Ti lascio ai numerosi siti per approfondire la cosa, oppure al libro di Gino Strada “Pappagalli verdi” per una migliore descrizione degli effetti.
In sintsi nel marketing come nella guerra il packaging è essenziale per fare il botto…
@mestesso: e naturalmente l’ascoltatore tipo di radiopop (o di radiopadania o di radiodj) sa perfettamente il significato della parola “cluster” in informatica. D’altra parte per me “cluster” è un insieme di cose considerate omogenee, lo siano o no.
(Rimango dell’idea che sia “itagliano”, perché viene usata una parola non italiana gratuitamente).
@Bubbo Bubboni: di armi (a caduta e non) per ottenere effetti a medio/lungo termine senza arrivare al nucleare ce n’è veramente un sacco, senza che occorra scendere in particolari (dal chimico al batteriologico, alle mine, ecc.).
Quel che dispiace è che nel mondo della (so-called) informazione si tenda a dar risalto al lato marketing della cosa, al packaging, come dici tu, e non all’insieme di cardinalità G (spero di azzeccarci, povero tennico tra rudi matematti) delle “armi da guerra”.
Poi concordo sul fatto che le vittime (in larga maggioranza civili) non siano solo quelle immediate ma il problema si estenda nel tempo. Rimane il fatto che, alla radice, il problema è sempre quello, buttare una bomba: chimica, radioattiva… o cluster che sia, importa fino ad un certo punto.
A margine: fino alla Prima Guerra Mondiale i civili non se la passavano comunque bene, venendo derubati, schiavizzati, stuprati, deportati, ecc., anche se posso concordare sul fatto che non erano “target preferenziali” ma “solo” collaterali… anche se questo non li divertiva maggiormente.
P.S.
Poi capisco che, in un discorso più generale di condanna per le armi, ci possa stare anche un discorso più tecnico o lessicale su “grappoli” o “cluster”, quale viene fatto qui: non sto dicendo che in questo
forumblog si inneggi alle bombe singole, plaudendo la messa al bando delle sole cluster. ;-)