Uno dei tanti effetti malefici del Porcellum è che ci sono regioni in cui a un elettore può convenire votare un partito diverso da quello che vorrebbe, per migliorare il risultato complessivo per la sua parte. La cosa è piuttosto complicata, e anche se sul sito del Senato c’è il testo unico della legge elettorale (inutile guardare la legge stessa, che è composta da una serie di modifichine qua e là alla legge precedente) ci si può perdere. Come servizio pubblico, alla facciaccia di ciaoFabio, ho pensato di fare un esempio numerico per spiegare cosa succede.
Prendiamo ad esempio l’ultimo sondaggio sulla regione Umbria – la scelta è stata fatta solo perché era il più recente sondaggio regionale che ho trovato – e guardiamo le intenzioni di voto al Senato. In questo momento le intenzioni di voto danno PD: 43.5%, PdL: 36%, S.Arc.: 7.5%, Rosa Bianca: 6%, altri: quisquilie (oltre a un 26% di indecisi… ma questa è un’altra storia).
Se il risultato finale fosse effettivamente questo, le uniche due coalizioni che oltrepasserebbero la soglia di sbarramento all’8% sarebbero PD e Pdl. Quindi l’ufficio elettorale rinormalizzerebbe le loro percentuali relative normalizzate[1] a 54.7% e 45.3%. Ci sono sette seggi in palio: il riparto proporzionale dà 3.8 e 3.2 relativo, ma c’è il premio di maggioranza che porta immediatamente a 4 i seggi per il PD, lasciandone 3 al PdL. Già qua si capisce com’è che nonostante ci sia una legge maggioritaria il risultato finale al Senato sarà meno netto che alla Camera: non c’è un “il primo prende tutto” ma un “il primo prende un po’ di più”.
Ma adesso arriva il divertente. Supponiamo che l’1.5% di persone NON voti PD ma Sinistra Arcobaleno. (Basta anche lo 0.5%, in realtà, ma avevo voglia di avere un po’ di cifre tonde). Adesso avremo tre liste che raggiungono il quorum, e per la precisione PD: 42%, PdL 36%, S.Arc. 9%. Rifacciamo i conti: le percentuali normalizzate sono 48.3%, 41.4%, 10.3%. Ma c’è il premio di maggioranza, quindi il PD continua a prendere quattro dei sette seggi. Gli altri tre seggi devono essere divisi tra gli altri due partiti. La divisione dà 2.4 e 0.6 seggi rispettivamente; l’articolo 17 comma 5 della legge dice che si assegnano prima i valori interi (2 e 0 rispettivamente), e quello che resta va dato ai resti più alti. Lo 0.6 di S.Arc. è maggiore dello 0.4 del PdL, quindi l’ultimo seggio va alla Sinistra Arcobaleno.
Risultato finale: spostando dei voti dal PD alla Sinistra Arcobaleno, il PD rimane uguale mentre il PdL perde un senatore. Detto ancora in altro modo: l’elettore umbro del PD che vuole fare una differenza (non tanto come persone, visto che il Porcellum lo vieta, ma come schieramenti) dovrebbe controllare i sondaggi al Senato e spostare il proprio voto sulla Sinistra Arcobaleno. Semplice, no? No, non è affatto semplice, lo so: altrimenti non mi sarei messo a scrivere il pippone.
Per la cronaca, non vale la stessa cosa a destra: o meglio, se gli elettori PD votano la Rosa Bianca e le fanno raggiungere il quorum tolgono un senatore al PdL ma a vantaggio dei centristi, e se i votanti del PdL si spostassero al centro farebbero perdere il loro partito. In pratica, il gioco lo si può fare se (a) il proprio partito è quello di maggioranza relativa e (b) la differenza con il secondo partito è sufficientemente grande per non rischiare che il premio di maggioranza passi all’altro partito.
Spero di essere stato abbastanza comprensibile… sennò provate a chiedere nei commenti :-)
[1]tutti i voti per i partiti che non hanno raggiunto il quorum vengono tolti dal totale, proprio come si tolgono le schede bianche e nulle: insomma è come se nessuno avesse votato per loro… salvo il fatto che se hanno raggiunto l’1% i partiti ricevono le prebende i rimborsi elettorali. Uno statistico parla appunto di percentuali rinormalizzate.
Aggiornamento: (2 aprile) In Lombardia la situazione è ancora più divertente – o tragica, a seconda del punto di vista.
Ultimo aggiornamento: 2008-03-25 15:34
semi OT: non ho trovato da nessuna parte una conferma giuridica chiara al fatto che ad una lista basti raggiungere l’8% in UNA regione per aver diritto a partecipare alla ripartizione dei seggi anche nelle altre regioni. ovvero: ho trovato chi dice che le cose stanno così, ma senza pezze d’appoggio né fonti. indi ancora non so se è vero o è una “leggenda elettorale” :D. ne sai qualcosa?
No, è falso. Il quorum al Senato è regione per regione, quindi se raggiungi l’8% solo nella regione X puoi concorrere ai seggi solo per la regione X. Se leggi il testo unico da me citato in cima alla notiziola, parla sempre e solo di “ufficio elettorale regionale”: le regioni sono assolutamente indipendenti tra loro.
Alla Camera, invece, il conto è unicamente nazionale (anche se le percentuali sono più basse), tranne che per le regioni con tutela delle minoranze linguistiche. Vedi il Porcellum, articolo 12.
bene, grazie. anch’io ho fatto le mie proiezioni personali valutando la soglia di sbarramento regione per regione, perché mi suonava strano (avevo letto che la “leggenda elettorale” di cui sopra era stata introdotta per favorire la Lega; forse si tratta di una regola presente nelle prime bozze del Porcellum e poi emendata…)
La Lega è probabilmente favorita dal fatto che al Senato in caso di liste collegate (se la coalizione supera il 20%) basta solo il 3% per concorrere all’assegnazione dei seggi. Mentre alla Camera le soglie sono rispettivamente il 4% e il 2% (sempre come coalizione almeno al 20%), al Senato invece che fare 8% e 4% c’è 8% e 3%.
Rimpiango la ripartizione dei seggi sulla base del metodo d’Hont. Ma io sono un vetero proporzionalista e la mia opinione conta poco.
Visto che mi tiri in ballo… Bel giochino, Mau, e di certo ti sei divertito a fare i conti, ma a che serve? Che il Porcellum fosse un’assurdita’, soprattutto al Senato, lo si sapeva gia’. Fare dei calcoli del genere in pratica e votare di conseguenza – proprio perche’ c’e’ almeno un 25% di elettorato indeciso – e’ una roulette russa. E allora?
Ciao, Fabio.
Mi sorge un dubbio.. se molti seguissero il tuo consiglio, tipo un 6.5% degli elettori del PD, per fare uno “sgarbo” al partito avverso si avrebbe: 37% PD 36% Pdl 14% S.Arc, per cui tutti e tre passano, e il relativo diventa 42.5% PD 41.4% Pdl e 16.1% S.Arc, 3 seggi PD, 2.9 Pdl e 1.1 S.Arc, che se ho capito bene diventerebbero 3 e 1. Per cui 3 a 3 per i grandi e 1 per il piccolo.
Quindi c’è una soglia oltre la quale chi non vota il proprio partito si danneggia sperando di danneggiare l’altro ;-)
(Se ho sbagliato qualche conto, è colpa della notte in bianco :-p)
@Giuseppe: no, dimentichi che il Porcellum ha un premio di maggioranza. Ribadisco che il partito con la maggioranza relativa si prende il 55% dei seggi arrotondati all’eccesso, quindi in Umbria 4; solo dopo si fanno i conti con gli altri partiti. Tutti gli spostamenti tra PD e S.Arc. che lasciano il PD in testa e fanno passare il quorum ai sinistrorsi danno lo stesso risultato pratico.
@CiaoFabio: vedi, il tuo problema è un altro. La tua diuturna frequentazione dei bibliotecari ti ha fatto diventare tassonomico in maniera totale, e visto che hai preso come esempio alcuni bloggher che affermano che il blogh è il nuovo modello di giornalismo ecc.ecc., hai deciso nella tua illuminata saggezza che per tutti i bloggher il blogh è il nuovo modello di giornalismo, e ci sei andato contro. Peccato che hai preso un campione assolutamente non statistico (per restare in tema :-P ) Per me ad esempio il blog è tutta un’altra cosa. (Poi ovviamente non mi aspettavo nulla di diverso dal tuo commento)
Questi conti li aveva già fatti qualche giorno fa Carotenuto:
http://www.gennarocarotenuto.it/2083-larte-di-votare-al-tempo-del-porcellum
http://www.gennarocarotenuto.it/2098-sullarte-di-votare-al-tempo-del-porcellum-il-caso-pratico-dellumbria
@maurizio: il D’Hondt non è un sistema poi così proporzionale quando i numeri in gioco sono piccoli come quelli dei senatori eletti in una singola regione, ma premia di più i partiti grandi rispetto al metodo dei resti maggiori che invece premia i piccoli non piccolissimi.
@larry: non leggendo Carotenuto, non lo sapevo: i conti me li ero fatti per conto mio, altrimenti l’avrei citato (come avevo citato le statistiche regionali e citerò quelli dell’elettore marginale quando parlerò di lui… io alle attribuzioni ci tengo!)
EbonIvory : scopiazzatore a sbafo
anch’io ho uno scopiazzatore.
Rimpiangere il D’Hondt (o l’Hagenbach-Bischoff) non significa accettarlo così com’è. Il principio è quello che conta. I 150 membri della Camera olandese sono eletti con il metodo proporzionale in 18 circoscrizioni (soglia di sbarramento lo 0,67%)in ragione del quorum ottenuto dividendo il numero complessivo dei voti validi per 150.
Il maggioritario mi fa paura, mi crea angoscia.I premi di maggioranza sanno tanto di terno al lotto.
Mau, piu’ che un tassonomico per motivi bibliotecari, io sono un linneano per motivi naturalistici.
Detto questo, avevo allargato il discorso ai blog, ma il mio tema principale era che tu sei un qualunquista, di quelli che parlano, parlano, e non fanno nulla, anzi, che si vantano persino di non andare a votare (o che addirittura vendono il voto, come biraghino). Cosa che tu, da bravo torinese Doc, ti sei ben guardato dal rilevare, spostando tutto il discorso sul bloggher, dove tu non c’entri.
Ed e’ un peccato, perche’ a giudicare dal test che hai segnalato finisci sulle mie stesse posizioni… Quindi, forse non sei cattivo, e’ solo che ti disegnano cosi’.
Ciao, Fabio.
@CiaoFabio: ho scritto e spiegato a febbraio perché non voterò, e sei tu che mi stai associando al Biraghi, se proprio vogliamo essere precisi.
Sbaglio o il ragionamento del post si applica bene anche al Lazio, dove il PD è favorito dalla competizione tra PDL e destra storaciana?
@lucius: il caso del Lazio è un po’ diverso. Lì il PdL potrebbe non ottenere la maggioranza relativa, e quindi il premio correlato, perché perde voti a destra. In Umbria il PD può perdere voti mantenendo la maggioranza relativa e spostando così la distribuzione dei seggi di minoranza, senza che lui venga direttamente intaccato.
Porcellum ligure: un thriller
La Liguria è una regione molto in bilico, e la differenza tra PD e PdL potrebbe arrivare a sei seggi a seconda di come si voterà effettivamente.