Sappiamo tutti, o almeno annuiamo quando ce lo dicono, che alle statistiche si può fare dire quello che si vuole. Spesso questo capita perché siamo noi che vogliamo essere ciechi davanti ai dati che ci vengono propinati: forse per paura dei numeri, o più banalmente perché non vogliamo fare fatica a leggere davvero quello che c’è scritto. Beh, adesso avete molte scuse in meno. Dopo solo cinquantatré anni dall’uscita dell’edizione originale, è stato finalmente tradotto il testo fondamentale di Darrell Huff (Darrell Huff, Mentire con le statistiche [How to Lie with Statistics], Monti&Ambrosini 2007 [1954], pag. 206, € 15, ISBN 978-8889479-09-4, trad. Giancarlo Livraghi e Riccardo Puglisi).
Prima che qualcuno si spaventi, mi affretto a comunicare che di numeri ce ne sono ben pochi: d’altra parte, Huff era un giornalista, mica un matematico! Qualche numero lo si trova, visto che le statistiche sono basate sui numeri; ma di solito i trucchi utilizzati per fare credere tutt’altro sono basati sul modo di presentare i dati, e possono quindi essere smascherati semplicemente usando un po’ di buon senso. Il libro è scritto con uno stile molto leggero e piacevole, e anche le aggiunte iniziali e finali di Livraghi e Puglisi – che hanno anche fatto la traduzione – seguono questa strada: diciamo che forse avrei evitato tutte le note sui prezzi non aggiornati, visto che in fin dei conti non sono così importanti per comprendere le idee.
In definitiva, compratelo e soprattutto leggetelo. Ne guadagnerete di certo.
Ultimo aggiornamento: 2020-02-05 16:49
Fammi indovinare: in qualche punto il libro fa la solita citazione del “lies, damn lies and statistics?” :-)
il bello è che nel libro viene spiegato che la citazione è stata attriibuita da Mark Twain a Disraeli, ma nessun’altra fonte lo corrobora.
Pensa che io credevo che fosse di Churchill! Su wikipedia comunque riportano il riferimento direttamente dalla biografia di Twain (nota 1):
http://en.wikipedia.org/wiki/Lies,_damned_lies,_and_statistics
la mia pila è dannatamente alta, ma devo averlo ad ogni costo! :)
Sì, ma quanto ne guadagneremo? Un 10%? Un 30%? Non dico ciascuno, ma almeno in media quanto ne guadagneremo?
Colpevolmente in ritardo ti segnalo cosa ho sentito qualche giorno fa sul radiogiornale di rai2; parlando di prezzi, un intervistato sosteneva che facendo una determinata cosa (purtroppo non ricordo quale) si avrebbe una riduzione di prezzo del 200%! Correggi se sbaglio ma oltre il 100% non ti danno dei soldi indietro? :)
@Jash: quello è un classico, purtroppo. Con la scusa che si hanno numeri più alti (è vero che se tu cali del 66.6%, per tornare al livello originale devi aumentare del 200%) dicono queste castronerie. Tanto per loro sono solo numeri, mica hanno un senso…
girando un po’, ho trovato questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_dell'Alabama
un modo simpatico per far dire al voto di ognuno di noi quello che vogliono altri, anche se è il contrario della nostra opinione.
oltre l’interpretazione dei dati esiste quindi il problema della loro formazione.
il tutto mi convince sempre più sulla poca serietà delle elezioni.
chissà se presentando liste uniche in tutta italia, uguali dalla val d’aosta alla sicilia, il problema si eliminerebbe?
@deeproland: no, il paradosso dell’Alabama (che prima o poi tratterò qua nelle notiziole, perché è proprio carino) è banalmente legato ai problemi di arrotondamento, e mostra come un vero sistema proporzionale non possa esserci, a meno che non sia abbia una persona = un seggio :-)
Oh, bene, lo ordino subito.
In fin dei conti per avere l’edizione italiana sono occorsi solo 51 anni, ma ci sono i due interventi integrativi… :-)
In merito ai numeri a casaccio, il fenomeno, ma gia’ lo sapranno tutti, e’ noto come “insensibilita’ numerica”.
Ultimamente ho qualche problemino alla memoria, diciamo che becco sempre piu’ page fault, ma mi sembra di ricordare un interessante articolo de Le Scienze sull’argomento… Non ricordo pero’ neppure vagamente il periodo in cui l’ho letto, quindi a meno che non sia nel vecchio indice cartaceo 1968-1988 dubito di riuscire a risalire al fascicolo.
A proposito, esiste un indice in formato elettronico della rivista? C’era quello su floppy, un po’ piu’ aggiornato di quello cartaceo, ma ovviamente non ricordo dove possa averlo buttato, e tanto per cambiare non ricordo neppure fino a quando arrivasse…
Oh, come si invecchia bene… :-(