Tra liberisti ci si intende

Le uniche pubblicità elettorali che ho visto sulle fiancate dei taxi sono quelle di Berlusconi e di Fini.

Ultimo aggiornamento: 2008-03-19 15:52

11 pensieri su “Tra liberisti ci si intende

  1. Francesco

    Scusa .mau, ho visto un tuo vecchio post dove parlavi di Tremonti/condoni e dicevi “nel senso che il governo Prodi II di condoni non ne ha fatti.”.
    Fatti un giro a questo link:
    http://it.biz.yahoo.com/070524/246/4c878.html
    Dirai, ma non si e’ saputo!!!
    Dimmi te dove stanno i maghi dell’informazione ( o disinformazione)?

  2. .mau.

    @Francesco: e commentare sul post corretto (che è di ben sei giorni fa, ancora sulla home page, e tranquillamente commentabile)?
    Non essendo un oscurantista, il commento è stato approvato, ma non rispondo :-P

  3. Chettimar

    In realtà ho visto anche delle pubblicità di Casini (e il fatto che su un taxi ci fosse lo slogan “L’Italia ha bisogno di una guida forte” faceva abbastanza ridere).

  4. Fabio Forno

    Inutile, in Italia di liberisti veri non ce ne sono, tranne tre o quattro che non contano nulla (es. Capezzone).
    C’è però una versione minimale di liberismo, quella che riguarda il ruolo dello stato e che prevede che debba fare un passo indietro in molti settori e, da questo punto di vista, non vedo nessuna incongruenza dei tassisti e di chi li appoggia.

  5. .mau.

    @ff: scusa, “fare un passo indietro” nel settore dei taxi significa eliminare le licenze per guidare i taxi, giusto? O eliminare le tariffe minime? O eliminare gli orari? No, tanto per capire…

  6. Fabio Forno

    Non ci siamo capiti. L’unica liberalizzazione possibile nel campo delle professioni è eliminare licenze e ordini, tutto il resto può solo essere ricondotto a norme (forse) “pro consumatori”, ma non si tratta di liberalizzazioni, solo di pubblicità ingannevole. L’approccio liberale prevede che al massimo il ruolo di concede licenze sia verificare che si abbiano i requisiti di base per esercitare, ma nulla di più (il vero anarco liberista sarebbe ancora più drastico: sono affari miei se voglio farmi operare da un stregone e non da un chirurgo abilitato)
    C’è poi il liberismo “debole” della PDL, per cui fare un passo indietro dello stato non vuol dire eliminare le gabbie che proteggono le varie professioni da una vera concorrenza, ma semplicemente che lo stato debba chiedere meno soldi per i servizi che offre male (in soldoni: meno tasse).
    Quindi da una parte c’è chi liberale non ha nulla, in quanto crede che al massimo lo stato debba fare meglio quello che fa e, ove necessario, regolamentare i rapporti tra privati. Dall’altra c’è chi non ha la minima intenzione di abbassare le barriere protezionistiche (qui è l’elettore italiano che non è pronto, siamo i primi a volere che sia così), ma comunque crede che lo stato debba gestire meno servizi. E’ in questo che dico di non vedere nessuna incongruenza: si può tranquillamente essere protezionistici e privatizzare tutto, che poi io sia d’accordo è un altro discorso…

  7. Thomas Jefferson

    FF: sono commosso. Ma lo sapevi già :-)
    Aggiungo un’altra cosa però: in Italia c’è anche chi liberale non lo è mai stato, ha solo un’infarinatura e però, ciononostante, pretende di dare lezioni…..
    Probabilmente è frutto di un complesso d’inferiorità di chi proviene da una delle ideologie più nefaste che la storia ricordi.

  8. .mau.

    @FF: sì, non ci siamo capiti, visto che il mio primo punto che avevo scritto era “eliminare le licenze per guidare i taxi”. :-P
    D’altra parte, mica ho scritto che al centro (il piddì) siano liberisti: non credo nemmeno lo pensino, tanto che al limite usano il verbo “liberalizzare” che non è esattamente la stessa cosa…

  9. Fabio Forno

    Non l’hai scritto, ma però è la stessa pubblicità ingannevole… Hai ragione che non lo pensano, ma lo lasciano intendere, sempre con affermazioni di questo tipo. Di sicuro c’è anche una figura retorica che dà il nome alla tecnica, ma non mi ricordo il nome :P

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