Metro MAG (free press)

Andare al lavoro in bicicletta, come ho già scritto, mi impedisce di continuare a parlare della stampa gratuita. Però la scorsa settimana pioveva, e mi sono trovato sulle scale della metro quello che è già il quarto numero del mensile (gratuito) di Metro. “MAG”, anche se è stato scelto per ricordare “magazine”, è in realtà un acronimo: starebbe infatti per Metropolitan Active Generation, che non vuol dire assolutamente nulla però riempie bene la bocca.
Commento generale? Mah. Ovviamente tanta pubblicità (da segnalare quella della profumeria Douglas di via Roma… segnalare perché non è specificato da nessuna parte la città in cui si trova questa profumeria, città che non può essere Milano che notoriamente non ha una via Roma), ma quello uno se lo aspetta. Troppi redazionali travestiti da articoli: quello sulla fitness, quello sull’Ikea e l'”intervista” a Roberto Cavalli. Ma soprattutto c’è una cosa che non mi convince: la lunghezza degli articoli, che arrivano anche alle due pagine tabloid. Dal mio punto di vista, la free press è qualcosa di precotto e premasticato proprio perché la sua fruizione è immediata: finito il viaggio in metro la si butta via – purtroppo spesso non nei contenitori della carta – e quindi non deve richiedere un grosso sforzo, non tanto mentale quanto proprio di tempo. Non riesco invece a vedere il senso di un periodico che si posiziona esattamente nella stessa nicchia ma vuole essere più “di tendenza”. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2007-11-28 12:54

9 pensieri su “Metro MAG (free press)

  1. gius

    Per quel che ne so, “corso” Roma era il vecchio nome, in disuso da mo’, di corso di Porta Romana.

  2. mestesso

    L’ho letto qualche tempo fa.
    Non sono “troppi” i redazionali travestiti da articoli. Sono tutti. E’ un magazine gratuito, e l’unico introito è la pubblicità (palese od occulta) ricordiamolo.
    La relazione articoli più lunghi->maggior costo non è molto corretta nel caso specifico. E’ un lavoro cheho fatto pure io: ti arrivano i comunicati stampa, lunghezza tipica 2000 e più caratteri, specie per merceologie di un certo tipo come i prodotti per la salute che possono arrivare a 4000-5000.
    Qualche piccola modifica, e voilà, hai fatto l’articolo (che ha scritto qualcuno che non è retribuito da MAG).
    MAG direi è fatto per essere preso in metropolitana e tenuto in ufficio, ad uso anche dei colleghi.

  3. .mau.

    è ovvio che anche articoli tipo “shopping a New York” o “Lusso e curiosità dal salone nautico di Genova” sono redazionali, ma sono così spudorati che non li si considera tali, a differenza di quelli che ho riportato.
    Non concordo sul “sono tutti redazionali”: nel rapporto costi-benefici aggiungere qualche paginetta “aggratis” (nel senso che non ti dà introiti) può servire, perché più gente prenderà anche il prossimo numero del giornale.
    Infine non ho capito dove avrei scritto che il problema degli articoli più lunghi è che costano di più all’editore. Per me il problema è banalmente che non vengono letti, almeno se associati alla free press.

  4. mestesso

    Si la relazione costo-lunghezza era un mio sbaglio.
    Degustibus non est disputandunm se un articolo troppo pubblicitario non è considerata pubblicità.
    Se ti sentisse il direttore di MAG dire “facciamo qualcosa aggratis” penso ti sbatterebbe fuori all’istante :).

  5. odiamore

    Fortunatamente, nel tragitto casa – ufficio non ho la possibilità di prendere Metro semplicemente perché non lo distribuiscono. Però ho dei ricordi risalenti a un anno fa e, soprattutto, sento la pubblicità che ne fanno alla radio. La cosa che mi colpisce di più – si tratta di una finta intervista a un gggiovane o, nell’altra versione, a una ggggiovane – è la frase conclusiva:
    – intervistatore: “e con i tuoi amici come comunichi?”
    – intervistato maschio: ” ci sentiamo via skype”
    – intervistata femmina: “ci mandiamo i videomessaggi”
    Ma vi pare???? ovviamente dopo la frase segue il pezzo forte:
    – intervistatore: “e che giornale leggi?”
    … ovvia risposta. Ora però mi è venuta la curiosità di prendere MAG, poi magari se lo trovo in qualche cestino posso anche provvedere a scrivere un commento più sensato :)

  6. ALG

    Ultimamente sono free-press free e devo ammettere che un po’ mi mancano le stupidate che pubblicano. Ma proprio poco. MAG non lo ho ancora visto ma se tanto mi da tanto non penso che sprecherò il poco tempo che mi rimane per leggerlo.
    Preferisco scrivere commenti sul tuo blog! ;-)
    Ciao

  7. deeproland

    mi piace poco la stampa gratuita che si trova in metro. ricordate funari, che diceva: ‘perché deveno parlà come se magna, ce devono da fà capì’? ecco, è un passo ulteriore della funarizzazione dell’informazione. un elenco di titoli, qualche articolo buttato giù alla meno peggio, pubblicità talvolta travestita. Forse sto passando il mio periodo paranoico (non è che sono paranoico, è che mi preoccupa di esserlo poco), ma passa sempre più il messaggio che ‘basta conoscere i titoli’. colpevole o innocente?

  8. .mau.

    Beh, anche i blog sono “stampa gratuita”, anche se non sono stampati fisicamente… e a volte c’è anche la pubblicità travestita ;-)

  9. Nya

    Un supplemento da ggiovani…che contiene nella sezione ” accessori da avere” anche la maglietta wifi detector di thinkgeek ( che hanno ordinato 2 amici nerd assieme a me 20 gg fa!!! Funziona davvero)… uno dei redattori è sicuramente un geek che arrotonda i guadagni :)
    No io non ho preso la wifi detector… manco abbiamo l’adsl , sarebbe inutile. Ho preso la “binary people” :)

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