Segnalo due articoli del sito lavoce.info, uno di una decina di giorni fa e uno di ieri, entrambi sulle pensioni. Nel primo, che commenta il rapporto OCSE sulle pensioni, vengono pubblicate due tabelle: quella originale, che parte dall’ipotesi di 45 anni di lavoro, e quella rifatta considerando “solo” 40 anni di lavoro. Devo dire che temevo peggio, considerando che lo studio prevede un abbassamento dei coefficienti di trasformazione rispetto alla situazione attuale, ma lascerebbe comunque il 60% dello stipendio e non il 40% come ci dicono sempre; ma è anche vero che per me ad esempio lavorare fino a 65 anni potrebbe significare superare di gran lunga i 40 anni di lavoro.
(Per chi arriva qua sperando di trovare delle informazioni utili: il coefficiente di trasformazione è il numero che devi moltiplicare per i soldi dei contributi che hai pagato durante la tua vita lavorativa e che sono stati rivalutati man mano, per sapere quanto ti danno di pensione. Il tutto vale per chi ha il metodo contributivo, cioè per il lavoro dal 1993 in poi eccetto i fortunelli che all’epoca avevano almeno 15 anni di contributi. Questi coefficienti calcolano statisticamente quanto vivrai, quindi crescono se vai in pensione più tardi, e dovrebbero ridursi se la vita media si allunga: la legge Dini del 1995 prevedeva che venissero aggiornati ogni dieci anni, ma nel 2005 Silvio se n’è scordato e i sindacati sono stati ben zitti).
Il secondo articolo spiega invece perché converrebbe iscriversi a un fondo pensione con i soldi del TFR. Tecnicamente il conto è corretto: peccato che il vantaggio non è certo dovuto ai rendimenti del fondo, ma banalmente al fatto che si pagano molto meno tasse. Correttamente, gli estensori dell’articolo fanno notare che la situazione italiana è anomala rispetto al resto dell’Europa, e non è affatto detto che la legislazione fiscale rimanga identica in futuro. Uomo e donna avvisati…
Ultimo aggiornamento: 2007-06-20 16:47
Ci sono altri aspetti (oltre alla eventuale modifica della legislazione fiscale) che mi lasciano perplesso circa l’adesione al fondo pensione complementare:
– l’irrevocabilità della scelta
– i costi (espliciti e impliciti) dei fondi pensione
– le modalità di trasformazione del montante finale nella rendita pensionistica
– la rendita che verrà fissata sarà in qualche modo protetta dall’inflazione?
Per ora il mio TFR resterà in azienda.
per lavorare 40 anni dovrei lavorare oltre gli 80 di eta’. fai tu…