Archivi annuali: 2006

organizzazione

Stamattina Anna doveva tenere un’aula all’Holiday Inn di Assago, quello sulla tangenziale. Con la scusa che tanto io lavoro da quelle parti, mi ha chiesto di portarla in macchina, così non avrebbe dovuto attraversare Milano alle 8 del mattino guidando lei. La cosa non mi sconfinferava molto, visto che stasera ho il corso di fumetto e quindi avevo fatto conto di fare tutto il giro in bici; ma si sa chi è il capo. Quindi anticipo la sveglia, mi metto d’accordo con Daniele per farmi prendere al volo – il guaio di quel posto è che è raggiungibile solo in auto – e stamattina partiamo. Arriviamo al parcheggio custodito, diciamo “siamo qua per Toro” e il parcheggiatore ci fa “ma qua non c’è nessuna sala prenotata per Toro!”.
Anna allora entra in reception un po’ preoccupata, e ne esce dopo qualche minuto con il pacco della documentazione, che era stato regolarmente inviato là ma era l’unico segno del corso. Dopo qualche frenetica telefonata, scopre che a quanto sembra Toro ha cambiato la sede del corso, che è dalle parti di Bonola, senza evidentemente dire nulla alla società di consulenza.
Diciamo che non è stato esattamente un ottimo inizio di giornata.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-27 10:19

vignette satiriche

Ho spesso parlato male di Forattini e della sua logorrea, e probabilmente continuerei a farlo se mi capitassero davanti sue vignette; ma sono un uomo fortunato in questo periodo.
Stavolta voglio fare un esempio di senso opposto, raccontando la vignetta di Altan apparsa ieri su La Repubblica. Ci sono un uomo e una donna con le bandierine tricolori in mano; lui dice “Festa della liberazione!”, e lei risponde “Quasi.” Tutto qua. Nessuna parola di troppo, anzi la necessità per il lettore di far partire il neurone per aggiungere lui il sottinteso.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-26 11:02

Anniversario

No, non parlo del ventennale di Chernobyl. Per quello avete già tutte le fonti che volete. Resto molto più terra terra. Oggi, 26 aprile 2006, è il primo anniversario dell’inizio dei lavori stradali in Viale Toscana a Rozzano, legati al can-cantiere che imperversa da queste parti per la costruzione di tante bellissime case al posto di parcheggio e terreno incolto qui davanti.
La via è da un anno dimezzata in larghezza e resa a senso unico, anche perché ormai è di una sola corsia. I lavori in questione, diceva un bel cartello giallo con una scritta nera, sarebbero dovuti terminare il 26 novembre scorso: dopo un paio di mesi hanno pensato bene di togliere la data finale senza metterne una nuova, probabilmente perché “non si sa mai”. A che punto siamo? beh, prima della Telecom hanno fatto una mezza rotonda che al momento non è nulla più di una chicane, e dopo hanno quasi preparato la nuova corsia, manca solo una nuova passata di asfalto. A questo punto occorrerà rifare quella dove stanno passando ora le auto. Tre mesi? si accettano scommesse.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-26 10:55

Gita andata male

Stamattina avevamo deciso di andare a Como a vedere la mostra su Magritte. Ci siamo così svegliati a un’ora indecente per essere un giorno festivo, e alle 10:30 siamo partiti trulli trulli, mentre iniziava a piovicchiare – ma quello era previsto, altrimenti che 25 aprile sarebbe stato?
Arrivati a Como, abbiamo scoperto che non ci sono parcheggi nella zona nemmeno a pagarli cari; abbiamo così lasciato l’auto praticamente alla stazione (pagando, ovvio) e ci siamo avviati lemme lemme verso Villa Olmo, scoprendo che qualche parcheggio in realtà c’era, ma bisognava capire come arrivarci. Ma il peggio è stato arrivare, vedere la coda che si snodava, e capire che ci saremmo passati un paio d’ore sotto l’acqua. Risultato: ci siamo ripresi l’auto e siamo tornati a casa.
Prima che qualcuno ci dica “volpini, potevate ben prenotare”: ho provato a farlo adesso, e ho scoperto che non è possibile prenotare se non si è almeno in dieci, e viene spiegato che “i singoli possono acquistare il biglietto direttamente all’ingresso”. Dev’essere.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-25 20:09

Edoardo II (teatro)

Dopo qualche problemuccio con charta.it per riuscire a recuperare i biglietti last minute, ieri sera siamo riusciti ad andare al Grassi per vedere quest’opera marlowiana. A proposito di last minute: vorrei sapere come il Piccolo decida di suddividere i posti tra quelli internet e gli altri, visto che da rete sembrava fosse strapieno mentre le ultime cinque file erano vuote, e vorrei anche sapere perché il biglietto costava 10 euro più 0.90 di prevendita, ma noi l’abbiamo pagato 12.45. C’è anche una post-prevendita?
Ma lasciamo perdere queste bieche considerazioni venali, e passiamo piuttosto all’opera, che potremmo riassumere in breve come “I PACS all’epoca dei Plantageneti”. Marlowe, genio maledetto morto non ancora trentenne, non è certo delicato come il suo contemporaneo Shakespeare: ci si ammazza che è un piacere. L’allestimento del Teatro Stabile dell’Umbria è molto bello, anche se ha scioccato parecchi degli habitué del Piccolo. Passi avere una bara sul proscenio, ma vedere come prima scena Edoardo II completamente nudo che va a prendersi la corona posta sulla bara non è proprio un inizio standard…
Danilo Nigrelli ha tra l’altro un dannato fisicaccio, ma tutta la compagnia è comunque ben piazzata fisicamente, anche perché la scelta della regia è stata di eliminare praticamente i costumi (no, non sono nudi! semplicemente hanno tutti dei lunghi vestiti grigio scuro, e delle specie di elmi in maglia), lasciare quasi sempre tutti gli attori in scena nascosti sullo sfondo giocando sulle luci che illuminano i protagonisti, e fare “cambi scena in corsa”, uniti a una specie di danza in alcune scene, e accelerare al parossismo il passaggio da una scena all’altra, quasi in stile spot pubblicitario. Anche gli inserti in latino e in gregoriano all’interno del testo accrescono quest’aria cupa che dà il suo bel fascino: le due ore e mezzo abbondanti (con intervallo) filano via che è un piacere. I duetti tra Edoardo e Gaveston-Marco Foschi sono poi favolosi.
Punti negativi? per quasi tutto il primo tempo, la colonna sonora di sottofondo era più che altro un rumore che sembrava di stare in metropolitana. Ma soprattutto c’è l’assassinio della grammatica italiana, per la precisione del congiuntivo. La traduzione di Letizia Russo l’ha praticamente abolito, e ogni volta che sentivo dire cose tipo “voglio che tu sei mio” sobbalzavo dalla sedia. Ognuno ha i suoi limiti nella sperimentazione.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-25 18:03

corsi e ricorsi

Supponiamo che ci siano le elezioni del presidente del Senato della Repubblica Italiana. L’opposizione in Senato ha un solo seggio di svantaggio; visto che la maggioranza ha deciso che occuperà entrambe le cariche, prova a lanciare la spariglia candidando una persona che sicuramente ha un grande valore istituzionale, essendo stato in passato ministro e premier.
No, questa non è cronaca, ma storia. Sto parlando infatti delle elezioni del 1994, dove l’opposizione (di centrosinistra) candidò Giovanni Spadolini.
Fossi in Andreotti, mi comincerei a preoccupare.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-24 11:00

pulizie primaverili

Con la storia che ci sono otto gradi sopra la media stagionale, e che l’inverno è stato sotto la media quindi l’aumento percepito di temperatura è ancora maggiore, Anna ha deciso che è l’ora del cambio di armadi. Quindi si svuota tutto, si lava tutto, e si rimette tutto in un ordine diverso, sperando che il volume non si sia accresciuto durante la permutazione.
Tutto questo ovviamente nella giornata in cui Telecom mi obbliga a fare ferie coatte. Non so chi dei due capi sia il più cattivo.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-24 10:44

proprietà intellettuale all’attacco

Google ha l’abitudine di modificare di quando in quando il proprio logo per commemorare un evento che accade nella giornata. Magari non ve ne siete accorti, ma durante le Olimpiadi di Torino venivano raffigurati vari sport invernali. Bene, oggi è il centotredicesimo anniversario della nascita di Mirò, e Google aveva preparato un bel logo nello stile del pittore. Peccato che, come si può leggere in questo articolo sulla Stampa, abbia dovuto toglierlo in fretta e furia. La Artist Rights Society, che detiene i diritti sulle opere di Mirò, ha infatti affermato che quel logo “è una distorsione dei lavori originali e pertanto viola i diritti morali dell’artista”.
Leggendo l’articolo in lingua originale, si scopre che Google avrebbe dovuto chiedere il permesso di usare quelle immagini: non è chiaro se c’è il sottinteso “e pagare il giusto”., ma non mi stupirei affatto della cosa, visto che la cosa cozza alquanto con i “diritti morali” di cui sopra.
Il problema si era già verificato l’anno scorso con Salvador Dalí e naturalmente la Artists Right Society, quindi Google è recidiva e dovrebbe stare un po’ più attenta. Ma onestamente a me pare che questi loghi siano delle grandi pubblicità gratuite agli artisti, e non riesco davvero a capire perché fare tutto quel casino sopra. O meglio, lo capisco bene e la cosa mi scoraggia.
(via Mantellini, dove potete anche vedere il logo… almeno fino a che la Artists Right Society non glielo farà togliere)

Ultimo aggiornamento: 2006-04-21 23:42