Archivi annuali: 2006

Google sempre più italiano

Uso spesso Google Calendar, soprattutto per ricordarmi i compleanni dei miei conoscenti. Come mi capita spesso, guardo i reminder distrattamente, perché tanto so di che si tratta: stamattina mi sono però accorto che non mi era arrivato un reminder ma un promemoria. Insomma, mi era stata modificata la lingua, e adesso – anzi da ieri mattina, come ho verificato scorrendo la posta nel cestino – il signor Google mi scriveva nella dolce lingua del sì.
Vorrei solo sapere chi gliel’ha detto, visto che io mantengo sempre l’interfaccia in inglese per snobismo informatico; e soprattutto chi gli ha detto che la mia nazione è la Francia :-(

Ultimo aggiornamento: 2006-09-27 11:30

Le regole del caso – istruzioni per l’uso (libro)

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La probabilità è sempre una brutta bestia. Sono certo di averlo già detto più volte, e sono ancora più certo di non essere né il primo né il solo a dirlo. Bene: questo libro (Jeffrey S. Rosenthal, Le regole del caso – istruzioni per l’uso [Struck by Lightning: The Curious World of Probabilities], Il Cammeo 458 – Longanesi 2006 [2005], pag. 305, € 16, ISBN 88-304-2370-X, trad. Elisa Faravelli) fa un fantastico lavoro per addomesticare la bestiaccia. Innanzitutto, non ci sono praticamente formule: vengono dati i risultati, per dare al lettore un’idea, ma si punta molto sul lato qualitativo dei fatti. Gli esempi sono mostrati sotto forma di raccontini che potrebbero essere di vita reale: possono a volte sembrare un po’ fuori di testa, soprattutto visto il loro stile colloquiale e le situazioni a volte buffe, ma hanno comunque un loro fascino. Anche il testo vero e proprio è molto scorrevole, grazie anche all’ottima traduzione; spero risulti di piacevole lettura anche per chi matematico non è. Insomma, un libro da raccomandare.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-26 15:40

Intercettazioni abusive

Ci deve essere tanta gente che trema davvero pensando al contenuto delle intercettazioni abusive Telecom. Non mi spiegherei altrimenti come mai sono stati tutti d’accordo a promulgare il decreto (quindi qualcosa di urgente) che impone la distruzione immediata di qualunque intercettazione non chiesta dall’autorità giudiziaria. Destra e sinistra come un sol uomo, proprio come per l’indulto; viene quasi da credere all’ingegner Castelli che denuncia la sospetta fretta di Prodi.
Come da copione, Di Pietro si è subito detto contrario, anche se nelle sue ultime esternazioni sembra limitarsi a chiedere che la distruzione venga differita per il tempo di scoprire chi ha commesso il reato; insomma, non vuole più dare la possibilità ai giudici di verificare se le intercettazioni permettono di scoprire dei reati commessi dagli intercettati stessi.
Onestamente, non so cosa pensare: da un lato, capisco la logica che dice “le intercettazioni sono frutto di un reato, quindi le eliminiamo prima possibile”; ma dall’altro un reato è un reato, anche se scoperto in maniera illegale. Probabilmente il nostro vero problema è che non è così facile trovare un modo per verificare le informazioni contenute in maniera segreta, in modo che si possano distruggere i semplici gossip. Mah.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-25 17:39

quello che non cambia mai

Come potete immaginare, in questo momento la situazione interna a Telecom è praticamente congelata. Si continua a fare il lavoro di tutti i giorni per inerzia e perché comunque si sa cosa fare, ma null’altro: in fin dei conti, non sappiamo nemmeno in quale società finiremo.
Non parliamo poi delle cose interne: quest’estate era partita la trafila per l’aggiornamento dei nostri computer (che ormai sono stati ammortizzati da mo’, per non parlare del caso mio dove il carcassone portatile del 2001 mi è stato rubato): tutto bloccato. Avevamo finalmente qualche possibilità reale di spostarci via da Rozzano, con una richiesta ufficiale e la disponibilità di posti in via Giacosa, non certo la migliore delle sedi ma comunque un avvicinamento non di poco a casa: tutto bloccato. Non parliamo di assunzioni, corsi di formazione e simili.
Eppure c’è qualcosa che si muove. Stamattina ci è arrivato un allegro messaggio della funzione Risorse Umane, che gioiosamente ci comunica che tra pochi giorni potremmo – con un solo clic! – compilare il questionario di autovalutazione e quello sulle nostre competenze in un colpo solo. Non sto più nella pelle.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-25 14:59

Una gita a… Morimondo

Lo scorso weekend, almeno in Italia, abbiamo avuto le Giornate Europee del Patrimonio (da non confondersi con quella mondiale che sarà tra un mese). Tra le varie iniziative di quest’anno c’era anche la possibilità di visitare l’abbazia di Morimondo; ieri abbiamo così pensato di terminare la nostra giornata culturale andando a vedere l’abbazia: in fin dei conti, abbiamo pensato, da Pavia siamo già quasi in zona. Inserito l’indirizzo sul navigatore, ho visto che stavamo andando dalla parte opposta a quella che avrei immaginato, tanto che mi è venuto in mente che forse ci fossero due Morimondo in Lombardia. Arrivati alla meta, vicino ad Abbiategrasso, e non vedendo nulla, stavo già per andarmene via a cercare la “mia” Morimondo, quando Anna mi ha fatto notare che se il bar davanti al quale ci siamo fermati si chiama “dell’Abbazia”, forse vuol dire qualcosa… Fortuna che c’è lei! (Per la cronaca, mi confondevo con Mirasole. Il bello era che anche Anna pensava a Mirasole ed era dubbiosa sulla strada che avevamo fatto: ma evidentemente ha meno pregiudizi di me)
L’abbazia si trova effettivamente un po’ discosta dalla strada principale, immagino perché a suo tempo tutto il territorio intorno faceva parte dell’abbazia stessa. Le sue linee sono molto pulite, anche se il minipronao davanti a mio parere rovina l’estetica della facciata. L’interno è fin troppo pulito, tanto che io ero convinto che la chiesa fosse stata rifatta: la (brava) guida che raccontava la storia della chiesa ha invece detto che c’è stata semplicemente una pulizia generale negli anni ’30, ma che la chiesa è praticamente rimasta l’originale, a differenza ad esempio di Chiaravalle che è stata molto rimaneggiata a causa dei bombardamenti e dell’urbanistica. La parte più interessante della visita è stata però il vedere le varie raffigurazioni pittoriche nel tempo, tutte sempre e rigorosamente con san Benedetto (in nero) da un lato e san Bernardo di Chiaravalle (in bianco) dall’altro. Un corso accelerato di storia dell’arte, insomma! Anche la storia dell’abbazia è interessante: i cistercensi sono arrivati subito da queste parti, ma hanno aspettato un po’ a costruire la chiesa, che quindi ha dei cenni gotici. San Carlo Borromeo poi decise che l’abbazia avrebbe anche dovuto fare da parrocchia, e questo la salvò dalla distruzione napoleonica: l’imperatore mandò infatti via tutti i monaci tranne uno che restò a fare il parroco. In compenso tutto il complesso fu venduto e frazionato, e solo lentamente si riuscì a ricompattarlo sotto un unico proprietario. Oggi chiesa e canonica sono della Curia, mentre il resto del complesso è proprietà del comune, che giustamente ci ha messo su il municipio ;-)
Il posto vale secondo me la pena di una visita, possibilmente in mezza stagione perché d’inverno non si vedrà a un palmo di naso e di estate farà un caldo incredibile.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-25 14:09

Quanto è figo avere un blog!

Sono sicuro vi sarete accorti di come i giornali negli ultimi tempi hanno deciso che i blog sono qualcosa di trendy. Non che abbiano esattamente capito come funzionino, ma molti quotidiani hanno dato la possibilità ai loro lettori di crearsi un blog sotto il loro dominio online, e convinto più o meno facilmente alcune delle loro firme a tenerne uno.
Però quando leggi (City di oggi) che “la pakistana Mukhtar Mai ha aperto un blog” cominci a chiederti se c’è qualcosa che non va. È bello che una donna che dopo essere stata violentata ha denunciato i suoi aggressori parli al mondo, o meglio ai suoi connazionali. Peccato (per City) che non abbia un blog, ma una rubrica sul sito in Urdu della BBC (scritto in arabo, per i curiosi) ; e sarebbe anche interessante sapere se l’inciso “pure è analfabeta” sia stato letto da chi ha scritto il trafiletto. (Che sia analfabeta oggi non è detto, almeno a leggere questo articolo di due anni fa). Non si poteva mettere la notizia in un altro modo? Mi va persino bene un altro trafiletto odierno che mi ha fatto scoprire che tal David Baker guiderà la “Chicago Sinfonietta” nel primo Concertino per cellulari, con tanto di dichiarazione “l’opera riflette l’equilibrio magico tra ordine e caos del reale”, che non significa nulla ma fa tanto figo lo stesso.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-25 12:09