Uno non vorrebbe crederci. Guarda il calendario, e cerca di capire se per caso sia il primo di aprile da qualche parte nel mondo. E invece no: il segretario di stato vaticano, Tarcisio Bertone, l’ha detto davvero. Vuole fare una squadra di calcio che partecipi al campionato italiano di serie A. Non rompete le scatole con il fatto che il Vaticano non è l’Italia: avete presente il Monaco che si è anche vinto cinque campionati francesi? È tutto il resto che non ha senso, a partire dal banale fatto che voglio vedere sotto quale dispensa papale i calciatori potranno evitare di santificare le feste, e soprattutto cosa succederà se a un attaccante messo brutalmente a terra scapperà una bestemmia :-)
Aggiornamento (19 dicembre): non è così strana la smentita di Bertone, che tanto era chiaro che erano tutte chiacchiere in libertà. Ma com’è che i redattori di Rep. copiano i miei titoli?
Ultimo aggiornamento: 2006-12-18 14:44
Bhe, innanzitutto se i calciatori non sono stipendiati (infatti parla di studenti universitari e ragazzi degli oratori) non hanno bisogno di alcuna dispensa papale per giocare la domenica. Purche’ abbiano accanto al preparatore atletic anche l’assistente spirituale che dica messa la mattina prima di scendere in campo.
Per quanto riguarda le bestemmie non e’ certamente obbligatorio dirle.
E poi si lamentavano di Fiorello che prendeva in giro il segretario del Papa (anche) per essere appassionato di discipline sportive…
Stefano, i ragazzi degli oratori e gli studenti universitari, anche brasiliani, ti fanno una squadra da serie A?
Non sono un esperto di calcio, percui chiedo conferma a chi Sa, ma non è che uno può piazzare una squadra in Serie A (o B..) d’ufficio.
Deve fare le varie serie, dalla D alla A, per arrivarci. A meno che il CONI/FIGC non dicano diversamente. E poi, nell’articolo si dice chiaramente che l’obbiettivo è andare in A, non cominciare da lì….
Cmq non mi scandalizza sta cosa. Anche se la squadra fosse tutta di preti, non ci vedo alcuna “incompatibilità”.
Inoltre, se il giocatore è cattolico, la bestemmia è riprorevole comunque (ed allo stesso modo!).
I preti (a *differenza* dei monaci) non fanno voto di povertà. Alias: possono lavorare e guadagnare finché vogliono. Nessuna dispensa papale è necessaria: è un loro diritto. Molta gente è convinta del contrario, ma è falso. Le uniche limitazioni sono mooolto discrezionali, e dipendono dal Vescovo.
Per farsi una idea di quanto margine ci sia, basta vedere Don Baget Bozzo ;).
A me sembra che sei un poco prevenuto nei confronti della chiesa…
La squadra non potrebbe entrare direttamente in A, questo è vero, ma non ci sarebbe nulla di scandaloso se partisse dalla C/1 o forse anche dalla B. Vedi la Fiorentina tre anni fa, quando fecero il campionato da 24 squadre e fu ripescata così al volo.
Quanto alle tue accuse nei miei confronti: dove avrei parlato di povertà? Non mi era nemmeno passato per l’anticamera del cervello che i giocatori non dovessero essere lautamente ricompensati, a dire il vero. Quello che volevo fare notare è che una squadra espressione del Vaticano si suppone debba dare il buon esempio, e quindi una bestemmia del calciatore bianco-oro darebbe molto più scandalo (nel senso evangelico del termine). Lo stesso per quanto riguarda il giocare in un giorno festivo, anche se lì credo che ci potrebbe essere qualche scappatoia visto che dai miei ricordi è il “lavoro servile” che non dovrebbe essere fatto nei giorni festivi.
Non è che tu sia un po’ prevenuto nei miei confronti? :-)
La Fiorentina, che l’anno prima aveva vinto la C2, ebbe una promozione di due categorie invece di una (e poi fecero regole perchè non succedesse più), non era una società nuova appena creata; i casi di inserimento di squadre appena costituite in serie professionistiche sono derivanti da fallimenti di società precedenti nella stessa città e in serie superiori, e sono strettamente regolamentati (cerca “Lodo Petrucci”).
L’unico modo fattibile per accorciare la strada è comprare o accordarsi con una squadra esistente in una serie adatta e cambiarle sede e denominazione, come fece ad esempio Mediaset col Cervia; altrimenti si parte dalla Terza Categoria. E tra l’altro mi pare di ricordare (ma potrei sbagliarmi) che i cambi di sede non siano totalmente liberi, a differenza di come accade negli USA nelle leghe professionistiche dei vari sport.
Bertone, quando era cardinale qui a Genova, non si perdeva una partita allo stadio. :-)