Mantegna a Mantova 1460-1506 (mostra)

Andrea Mantegna morì nel 1506. Quale migliore opportunità del cinquecentenario della morte per fare una bella mostra? E visto che si vuole fare la mostra, perché non se ne fanno tre? Ecco che il vulcanico Sgarbi si è inventato un “evento triplo”, con mostre a Padova, Verona e Mantova. Tre mostrs is megl che uan, in fin dei conti! Non ho ben capito che cosa ci possa essere a Verona; a Padova ci dovrebbero essere le opere degli anni giovanili; ci siamo così scelti la mostra mantovana che così ad occhio era la più interessante del trio. Fatte le nostre prenotazioni (con un 15% di prevendita, ladri) ci siamo regolarmente presentati alle 10:15 di domenica. Risultato pratico: una delusione. Non tanto perché in puro stile Sgarbi di opere del Mantegna ce n’erano ben poche: in fin dei conti si è quasi arrivati a una ventina, che rispetto al Caravaggio milanese dell’anno scorso è già un successone. Nemmeno per la scarsa rappresentatività delle opere esposte, che fa ben capire tutto il bailamme tirato fuori dall’antipatico critico per riuscire ad avere da Brera il “Cristo morto”: almeno dal mio punto di vista mi andava più che bene. Il vero guaio è l’impossibilità di avere un minimo di spazio vitale. Probabilmente per rientrare dalle spese, gli organizzatori hanno infilato un numero di persone sproporzionato, e come se non bastasse hanno raggruppato tutta la mostra in uno spazio relativamente angusto, quello delle Fruttiere. All’atto pratico mi è sembrato di essere nel self-service di una mensa, spostandomi pian piano da una portata… ehm, da un dipinto all’altro. Avevo anche abbastanza tempo per guardarli, visto che tanto non potevo proseguire, ma la sensazione di oppressione non mi ha lasciato per tutto il tempo. Non parliamo poi degli addetti. Addirittura al primo quadro, mentre non eravamo ancora riusciti a metterci davanti per vederlo, uno ci ha detto di spostarci, “perché sta arrivando un gruppo”. Commento nostro: “il gruppo aspetterà, come abbiamo aspettato noi”. L’addetto ha cercato di abbozzare, ma se ne è uscito alla fine con un “insomma, un po’ di cortesia!” che era chiaramente una dichiarazione di resa. In mezzo alla mostra, poi, gli altri addetti hanno iniziato con una serie di ssssh, manco ci fosse chissà quale casino – diciamo che il rumore era un brusio. Ma si vede che le onde sonore avrebbero potuto rovinare qualche dipinto…
Il biglietto della mostra permetteva anche di vedere Palazzo Te, e ne abbiamo approfittato per un rapido giro all’interno, aiutati anche dai fogli presenti in ogni sala con le spiegazioni sulla sala stessa. Particolarmente interessante vedere come la Sala dei Giganti sia stata restaurata… lasciando i graffiti cinque-settecenteschi in quanto “testimonianze storiche”. Probabilmente è anche interessante la parte dedicata a una mostra multimediale sulla prospettiva, con tutti gli esperimentini da fare… ma non sono esattamente il target giusto, mi sa tanto. Non abbiamo invece visto la “grotta”, quindi vi saltate almeno quella recensione!

Ultimo aggiornamento: 2006-10-31 12:57

2 pensieri su “Mantegna a Mantova 1460-1506 (mostra)

  1. vb

    La mostra a Verona l’ho vista io un mese fa e non ho mai fatto in tempo a bloggare… proprio perchè dentro non c’era sostanzialmente nulla. Cioè no, ci sono tre opere di Mantegna di cui due meravigliose, però in mezzo a tanta fuffa minore e inutile.

  2. erreemme

    Io sono stata proprio ieri a vedere la mostra. Ero con un gruppo…prenotato per un certo orario e purtroppo entrato con un’ora di ritardo con conseguenza che non abbiamo avuto la possibilità di visitare il Palazzo Te.Essendo noi da fuori regione dovevamo pur rientrare…con il traffico autostradale della domenica da mettere in conto!!
    A parte questo non credo giusto appunto l’assembramento nelle sale. Già,dovevano far entrare più gente possibile! E il rispetto per chi si sposta da abbastanza lontano, sostenendo spese varie, dove lo mettiamo?
    Ultima chicca..mentre ero in attesa con il gruppo da quasi un’ora, seccata ma non maleducata, mi permetto di protestare perchè i non prenotati,che erano sì dei singoli ma tutti insieme erano più numerosi di noi,li avevano fatti entrare prima. Uno degli addetti mi ha risposto, con arroganza e alzando la voce,che così era e a noi non doveva interessare!!!!(Magari era giusta la sua osservazione, ma le buone maniere dove le aveva lasciate?)
    Quindi un’attesa fuori programma( LE PRENOTAZIONI CON ORARIO PRESTABILITO A CHE SERVONO?), e per giunta anche offesa!!
    Però i quadri del Mantegna,(pochi sì, troppo pochi) hanno compensato largamente tutti gli aspetti negativi, anche se li ho dovuti osservare
    fra un testa e un’altra degli altri visitatori.

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