Sulla mia bici ho montato un ciclocomputer, di quelli che ti farebbero anche il caffè se non fosse che hanno dei problemi con il filtro. Per la precisione, è un modello senza fili, che ho scelto (a) perché l’ho trovato così e (b) perché la sua installazione è stata semplificata, senza l’effetto gomitolo indotto dal mettermi a fare qualcosa di pratico. Quindi il magnete sulla ruota invia i dati al sensore, che a sua volta li spedisce – non so se via infrarossi oppure onde radio – al computer. La cosa funziona abbastanza bene, tranne qualche volta quando inserisco o tolgo il computerino dal suo alloggiamento e arriva uno spike istantaneo di una pedalatona a 50 all’ora. Tutto bene, insomma, tranne che in piazza sant’Agostino. Non so che cosa ci sia, ma mi è capitato di lasciare la bicicletta ferma per un po’ e scoprire che era convinta di avere fatto alcune decine di chilometri – molto più velocemente di quanto capiti mentre pedalo io. Il record deve essere stato martedì scorso: in due ore di attesa il contachilometri è balzato avanti di 135 km, con la velocità istantanea che passava di secondo in secondo a 48, 15, 74, 99 chilometri l’ora.
Per i curiosi, la bici era legata alla ringhiera della scala della metropolitana sul lato della pista ciclabile. Ipotesi su cosa possa fare impazzire il contachilometri?
Ultimo aggiornamento: 2006-07-05 14:14
Dunque, vediamo se ho capito bene: sulla ruota (suppongo anteriore) monti un magnete. Sul manubrio (suppongo) monti il ciclocomputer.
Questo ti calcola distanza, velocità media etc, ok?
Il tutto direi ha un funzionamento elementare: il ciclocomputer emette un piccolo campo elettromagnetico, e con una piccola antenna è facile “beccare” la rotazione di un altro magnete nel campo. E’ sufficiente misurare il massimo locale dell’impulso per contare i giri della ruota, direi.
Il problema di tutti gli apparati in banda RF è che si possono facilmente “inquinare” con il rumore ambientale.
Nel mio campo, la telefonia cellulare, ci si fa de i grandissimi pipponi per minimizzare il rumore ambientale (fulmini, il rasoio elettrico del tuo vicino, effetto doppler…) inserendo vari tipi di ridondanze nel segnale.
Ma il tuo ciclocomputer non ha nemmeno il concetto di ridondanza: conta i massimi locali di una funzione. Che cosa succeda poi in certi casi nello spettro RF poco importa.
Se hai voglia di perderci tempo, e se usi il rasoio elettrico, prova ad accendere il ciclocomputer ed utilizzare a breve distanza il rasoio a vuoto…
Attenzione alla potenza del segnale, poi: hai mai provato a passare sotto un traliccio dell’alta tensione? E a telefonare (o ricevere) telefonate col cello vicino (pochi cm) al ciclocomputer? Secondo me da fuori di matto…
manca un punto: il sensore non sta sul display al manubrio, ma è attaccato alla forcella. Questo significa che il massimo della funzione viene calcolato quando il magnetino passa a meno di mezzo centimetro dal sensore (e ovviamente a ogni passaggio sopra soglia viene calcolato il tempo dall’ultimo passaggio, e visto che ho inserito la lunghezza della circonferenza il computer può calcolare velocità istantanea e tutto il resto.
Quindi, se fosse il sensore ad essere irretito, vorrebbe dire che c’è un campo magnetico enorme, per essere equivalente a quello di un magnetino a pochi millimetri di distanza.
D’altra parte, il fenomeno si ha anche quando tolgo il computerino dal manubrio; quindi mi sembra più logico immaginare che sia il sensore del computer che impazzisce. Però immagino che quel sensore non sia magnetico, visto che deve lavorare a una distanza di parecchie decine di centimetri… e dunque siamo punto e daccapo.
Grazie per il dettaglio in più, ma sicuramente il coso *deve* lavorare con massimi locali (od in unità relative, è la stessa cosa).
In pratica: quello che conta non è il valore assoluto di intensità di campo, ma delta(phi), probabilmente con una soglia minima > N.
Non c’è bisogno di un campo enorme, ma una variazione di campo maggiore di un certo valore.
Vuoi provare a portarlo a casa mia, che proviamo a metterlo sul fornello a induzione? :-D
Più probabile un problema di trasmissione tra sensore e computerino: non serve nessun campo magnetico per mandare “dati fasulli” alla cpu: basta magari un hot-spot wireless che il tuo computerino prenda per la trasmissione da parte del sensore e… cavolo come pedali! ;-)
Se ho ben capito, tutto l’apparato è fatto di:
– magnete mobile: bloccato su un raggio della ruota
– sensore: bloccato sulla forcella e trasmittente “in qualche modo”, suppongo via radio, alla cpu.
– computer: bloccato sul manubrio e ricevente (via radio) dal sensore, con display.
Se il sensore non “codifica” la trasmissione verso la cpu non credo ci voglia molto ad “interferire” da parte di un apparato qualsiasi (magari manda via i “byte” direttamente tipo start/stop, come i modem vecchi).
infatti il problema è sicuramente nella trasmissione dati tra il sensore del magnete nella forcella e il computer sul manubrio, che presumo sia su un canale wireless (anche se avrei detto più un 433 MHz che un 2.4G di un wi-fi, così ad occhio), e non ho nemmeno problemi a immaginare che per risparmiare non ci sia nessun tipo di codifica dati.
Resta il fatto che mi piacerebbe sapere qual è la potenza del segnale che arriva in piazza sant’Agostino; al momento è l’unico posto che io abbia trovato con quel comportamento.
Sospetto fortissimamente che _non_ si tratti di “wi-fi” in senso stretto ma piuttosto di un’armonica (quindi quarti, ottavi and so on) di frequenza: se l’antenna trasmittente non è ben tarata “sbrodola” sulle frequenze inferiori (ed a frequenza inferiore mi pare possa corrispondere minor potenza in trasmissione, che coinciderebbe con il problema, non essendone necessaria poi così tanta).
E’ un pò il problema che hanno i radioamatori, che vengono sempre accusati di inquinare le ricezioni TV con le loro trasmissioni fuori-banda (ed in certi casi è pure vero): di solito non capita, ma solo perchè ogni watt “disperso” come armonica è un watt che non viene speso sulla portante principale (quindi scaldi l’acqua dei pesci dei vicini a tue spese, invece di parlare con il giapponese di turno :-DDD).
Gente informata (amici) mi dice che se passi con qualsiasi apparato in cima al monte Maddalena (Brescia) questo “impazzisce” da tanto inquinamento elettromagnetico vi si trova… non ho mai provato a portarmi dietro qualche bistecca, per vedere se riuscivo a far qualcosa con la banda 2,5GHz. :-DDD
Tornando a noi: nelle grandi città (Milano, Londra, ecc.) sono disseminati gli hot-spot per i manager-mai-più-senza (portatile wi-fi: quelli che poi vengono regolarmente “fraggati” dai virus che gli entrano ovunque, non dimenticando il blue-tooth ;-)))) quindi l’ipotesi potrebbe esser sensata.
E’ fondamentalmente per questo che amo il rame (v. magra figura fatta da Microsoft a SMAU di qualche anno fa: “connect everywhere”… certo… bucati dai black-hat in qualche ora di war-driving con air-snort… e glie l’avevano pure detto ;-DDD). Di contro: no attach, no entry. ;-)
(se vuoi vedere qualcosa di un pò delirante, in merito, ti consiglio “The Firewall”, con Harrison Ford)