Prodi rilancia: non solo chiede di confontarsi lui da solo contro “le tre punte” della CdL, ma propone che il dibattito sia fatto su una rete Mediaset e soprattutto che abbia come arbitro… Emilio Fede, che «ha più volte avuto modo, diciamo così, di analizzare criticamente le mie proposte, il mio linguaggio e la mia immagine ed è quindi, a pieno titolo, uno dei più attenti e competenti osservatori del mio operato» (lo scrive Romano, mica io!). Il tutto chiedendo come unica contropartita la rinuncia «alla conferenza stampa finale che la Commissione di Vigilanza ha voluto assegnare al Presidente del Consiglio sulle reti Rai». (Per chi non avesse seguito la diatriba: finora l’ultima conferenza stampa prima delle Politiche è stata “tecnica” e tenuta dal ministro degli Interni. Casualmente stavolta le cose sono cambiate, e conoscendo Silvio mi sa tanto che di tecnicità ce ne sarà pochina).
La mossa è bellissima. A parte i vantaggi di cui avevo già parlato in precedenza nel confronto uno-contro-tre, è molto meglio avere un arbitro e un campo chiaramente di parte piuttosto che un finto neutrale, anche perché i veri neutrali sono sempre stati tacciati di essere komunisti. Almeno si sa cosa ci si può aspettare. Inoltre la metodologia proposta per il regolamento del dibattito è quella del protocollo Bush-Kerry per le scorse presidenziali USA, che non si può certo considerare sinistrorso o altro.
Non per nulla, l’unica risposta di Bonaiuti è stata «I confronti tra il presidente Berlusconi e lui sono stati decisi dalla Commissione di Vigilanza e quindi dal Parlamento, così come la conferenza stampa finale del presidente del Consiglio. A quelle regole, volente o nolente, Prodi si deve attenere». Come si nota, non entra affatto nel merito, e non è certo un caso; basti pensare che nella Commissione di Vigilanza, anche se il presidente è designato dall’opposizione, la maggioranza dei suoi membri è ovviamente della maggioranza parlamentare. Si arriva persino al paradosso con Casini che afferma «Dire che il confronto – aggiunge Casini – deve essere fatto con i tre leader della Cdl da Fede è come dire di non volerlo fare». Pensateci: perché dovrebbe essere come non volerlo fare? Quello che Prodi non vuole è esattamente l’opposto: un monologo finale di Berlusconi.
Termino con una nota: l’intervento di Prodi è scritto davvero bene, nel senso che non è affatto fumoso come al solito né si limita a slogan. Invito i miei lettori a dargli un’occhiata direttamente, senza passare dai filtri dei quotidiani.
Ultimo aggiornamento: 2006-02-23 12:27
Troppa strategia.
Troppe questioni prettamente televisive e mediatiche.
Non mi sembra una mossa molto indovinata.
Inoltre, se dall’altra parte accettano la sua proposta, c’e’ il rischio che l’effetto “occhi dolci” venga trasformato in effetto “bambino capriccioso”.