Archivi annuali: 2005

il Toti

C’ero anch’io tra le decine di migliaia di persone che sono andate a vedere l’ultimo viaggio del sottomarino (o sommergibile? mah) tra le vie di Milano. Senza avvisare nessuno, una volta convinta Anna siamo usciti e ci siamo avviati verso il percorso. Abbiamo parcheggiato in piazza Insubria, fatto cento metri a piedi e ci siamo trovati il Toti che stava cercando di fare la curva tra via Cadibona e viale Molise, e sembrava incastrato, tanto che ci ha messo una decina di minuti e qualche botta ai semafori, il tutto mentre l’Albertina veniva intervistata non so da chi – o almeno dicevano così per radio.
La sensazione era assolutamente surreale. Da un lato questo silurone che era in una posizione del tutto incongrua, dall’altro la gente – a Milano! – che si assiepava come in una festa di paese. Moltissime biciclette, tra l’altro, il che rendeva la cosa ancora più strana. Avere all’orecchio radiopop con un’assurda diretta intitolata “Trasporto Eccezionale” ha aiutato molto. E secondo me la vista del Toti, già tappezzato di foglie e rami – eh sì, gli alberi non erano stati considerati come ingombro… – in Porta Ludovica che aspettava pazientemente l’una e mezzo perché anche l’ultimo tram fosse passato e le linee aeree potessero essere tagliate avrebbe anche meritato. L’unico peccato è che non fosse stato dipinto di giallo :-)
Resta il pensiero di quanta gente ci fosse a Milano la vigilia di ferragosto: e non solo tra i curiosi, ma anche per tutti quelli – anziani e immigrati, soprattutto – che se ne stavano tranquilli e beati dalle parti di piazza Insubria a prendere un po’ di fresco.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-14 18:57

orario continuato

Striscione sulla Milano-Monza: “Centro commerciale aperto il 14/8 con orario continuato. Dalle 8:30 alle 13”. Non faranno pausa caffè.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-14 17:52

sala lettura

Questa settimana vi siete cuccati una sfilza di recensioni librarie. Non è che non avessi nulla da fare e abbia letto tutto il giorno: molto semplicemente, io scrivo le recensioni dopo avere letto il libro, e le tengo generalmente da parte per i momenti di magra, quando non so che scrivere. Solo che sto per partire per le ferie, quindi ho pensato bene di svuotare il mio cassetto elettronico… Tanto poi avrò tempo di riempirlo di nuovo!

Ultimo aggiornamento: 2005-08-13 19:32

<em>Torino è casa mia</em>

[copertina]Culicchia è uno di quegli autori il cui stile non lascia indifferenti: o lo si ama o lo si odia. Confesso che non ho mai letto un suo libro “serio”, ma in compenso ho sempre apprezzato le sue rubriche più o meno surreali. Questo libro (Giuseppe Culicchia, Torino è casa mia, Laterza – Contromano 2005, pag. 163, €9, ISBN 88-420-7584-1) non è altro che una di queste rubriche allungata fino alla dimensione di un’opera. Se qualcuno ve l’ha venduta come una guida a Torino, vi ha preso in giro. Si parla di Torino, certo: ma l’impressione che ho avuto è quella di una chiacchierata fatta per chi la città la vive – o, come nel mio caso, l’ha vissuta – e vuole scoprire qualcosa di nuovo, o riassicurarsi a riguardo delle proprie certezze. La “cartina” allegata, ancorché perfettamente in scala, è infatti assolutamente inutile per orizzontarsi, e i temi trattati esulano spesso da quanto un turista vero o presunto cerchi. Ma che ci si può aspettare da uno che per anni ha tenuto la rubrica Muri e duri dove veniva fatta un’improbabile esegesi delle scritte sui muri sabaudi? Lettura ampiamente consigliata per autoctoni e assimilati: per gli altri, a loro rischio e pericolo.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-13 17:04

macchinette del caffè – 3

Ok. Nella macchinetta ci sono i Visitors.
Oggi dopo pranzo il display indicava /#Introduci. Quando adesso sono passato, era già diventato /#"/troduci, e nel tempo che me ne sono stato davanti all’altra macchinetta un altro carattere era stato mangiato: ora la scritta è /#"/froduci. Il codice genetico del display viene man mano modificato dal virus… fortuna che per tre settimane non passerò più dall’ufficio!

Ultimo aggiornamento: 2005-08-12 16:02

"eccetto autorizzati"

A Milano, viale Legnano costeggia il parco dell’Arena. Su quel lato c’è sempre stata una serie di cartelli di divieto di sosta: un mesetto fa però a tutti i pali (tranne uno, chissà come mai) è stato aggiunto un altro cartello recante la scritta “eccetto autorizzati”. Vorrei sapere chi sono questi autorizzati che hanno il diritto di incasinare il traffico: se qualcuno parcheggia, ovviamente c’è meno spazio per chi si sposta, e a quel punto tanto vale lasciare libertà di parcheggio per tutti…
(noterella: perché i vigili non convincono con le buone o con le cattive il tipo del chiosco a smettere di parcheggiare la propria auto tagliando la pista ciclabile?)

Ultimo aggiornamento: 2005-08-12 11:21

La pietra del cielo (libro)

[copertina]Questo primo volume della saga delle Cronache di Camelot (Jack Whyte, La pietra del cielo, Piemme Pocket 1999, pag. 544, €8.90, ISBN 88-384-4361-0, trad. Susanna Bini) non parla affatto di Camelot, Artù, Merlino e compagnia. Non può nemmeno farlo, visto che è ambientato un secolo abbondante prima…
Whyte, infatti, ha voluto fare una serie di romanzi storici, cercando di prendere le varie leggende e immaginando quali fatti realmente avvenuti avrebbero potuto distorcersi fino alle storie a noi note. La spada nella roccia? In verità era una spada dalla roccia, fusa cioè con un ferro meteoritico – la pietra del cielo del titolo. Il protagonista è un veterano romano, Publio Varro, vissuto nel quarto secolo, quando l’impero romano si stava per sgretolare e i romani iniziavano a intuire che la loro fedeltà era per la Britannia, e non per Roma o Bisanzio. Il libro racconta così le lotte coi barbari oltre il Vallo di Adriano e i primi timidi tentativi di unirsi ai celti. Ottima direi la traduzione, sempre scorrevole.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-12 10:17

macchinette del caffè – 2

Per la precisione, questa non è la macchinetta del caffè, bensì quella che dietro inserimento di congruo numero di monete eroga minipacchetti di cose che sicuramente fanno male (ma tanto la quantità è così ridotta da non essere statisticamente rilevabile), oltre che fazzoletti di carta.
Tale macchinetta ha un display, e fin qua nulla di male. Però ho come il sospetto che le scritte siano in qualche dialetto di Betelgeuse: potete verificare la scritta di ieri mattina, di ieri pomeriggio – un po’ sfocata, ma si vede che c’è stata un’evoluzione – e odierna. Non ho provato a vedere cosa succede cercando di prendere qualcosa. I fazzolettini magari no, ma il resto potrebbe non essere adatto al metabolismo umano.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-11 17:24