Dopo Boldini, Anna e io abbiamo pensato fosse doveroso vedere un’altra faccia della pittura italiana “emigrata” della seconda metà dell’800, e siamo così andati a vedere la mostra che la fondazione Mazzotta ha dedicato a Giusepe De Nittis. Anche in questo caso avete ancora poco tempo a disposizione, visto che termina il 19 giugno. Per prima cosa, una nota tecnica. Ci sono biglietti scontati praticamente per tutti, se avessimo portato il nostro abbonamento al Piccolo avremmo potuto pagare 5 euro e mezzo invece che 8; ma la cosa più assurda è che, visto che Lottomatica è uno degli sponsor, se uno aveva una schedina giocata anche solo da due euro poteva risparmiare due euro e mezzo sul biglietto. Mah.
La mostra ha un gran numero di opere, e ha preferito evitare le audioguide mettendo piuttosto una serie di pannelli esplicativi in italiano e inglese che danno ampie spiegazioni sui dipinti e sul background culturale. Alcuni quadri sono molto belli, ma in generale lo stile di De Nittis non è che mi ispiri molto, forse perché è un “falso impressionista” né carne né pesce. Vale comunque la pena di visitare la mostra, se ci si vuole acculturare. Curiosità: l’artista barlettano spesso preferiva non firmare i suoi quadri, chissà perché.
Ultimo aggiornamento: 2005-06-04 13:35