Morto un papa, se ne fa un altro. Per quanto riguarda me, pregherò per Giovanni Paolo II e aspetterò di vedere chi salirà al soglio pontificio, probabilmente per parlarne male :-)
Il guaio – non tanto per me, quanto per la Chiesa Cattolica – è che la personalità di Wojtyla ha indubbiamente riportato la chiesa in posizione preminente nei media, ma senza dare un risultato pratico per la chiesa stessa. Lasciamo perdere l’Italia, dove sono certo che non avrebbero combinato nulla del genere nemmeno se fosse morto Ciampi; ma si sa che qui da noi sono fatti così – vedremo se le proteste di quelli che non hanno potuto vedere il gran premio di Formula 1 daranno qualche risultato. Pensate però a Cuba (!) ed Egitto (!!) che hanno dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Qual è il senso di tutto questo? Si rimpiange il papa superstar, ma non certo il simbolo della religione cattolica né per il suo pensiero, dove ciascuno si è preso il pezzettino che gli piaceva lasciando da parte il resto. E dire che Giovanni Paolo II è sempre stato coerente!
Da questo punto di vista, sono stati più seri i cinesi, che hanno inviato le condoglianze ricordando che loro sono sempre pronti a riprendere le relazioni con la Santa Sede: basta che in Vaticano smettano di avere relazioni con Taiwan, e che non vogliano entrare negli affari interni cinesi. Coerenti anche loro, non c’è che da dire.
Mi sembra opportuno finire parlando della tecnologia mediatica applicata. Sono sicuro che Wojtyla avrebbe apprezzato il sapere che la notizia della sua morte è stata data inizialmente anche via sms, e che il sito web vaticano apre con l’immagine di sede vacante, dove sopra le Chiavi del Regno, al posto della tiara papale, c’è quello che un dissacratore come me definisce un “ombrellone semichiuso per fine stagione”; e credo che anche il podcasting dell’olandese frate Roderick non gli sarebbe dispiaciuto, anche se non credo che queste cose porteranno nuove anime al gregge cattolico romano.
Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:07