Archivi annuali: 2003

Marzano

Scusate la notiziola ormai datata. Il nostro Ministro delle Attività Produttive ha affermato nel weekend di non preoccuparsi affatto dei “cervelli all’estero”, visto che tanto sono sì e no il 2 permille del totale dei laureati.
Peccato che probabilmente questo sia effettivamente la crema dei laureati… ma il concetto è forse troppo complicato per il nostro.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-18 10:04

Agli Arcimboldi

Ieri sera, opera! Ci eravamo presi i biglietti per L’Italiana in Algeri, partendo dal principio che un’opera buffa sarebbe stata più digeribile di un drammone.
Il primo problema si è avuto per gli spostamenti. Avevamo deciso di prendere il tram come Gabriele Albertini: in fin dei conti partiva da sotto casa e ci lasciava lì, e poi era la Metrotranvia, altroché! Il guaio è che ne passa uno ogni tredici minuti, e io non ho ancora capito che non bisogna mai dire la verità, e occorre togliere almeno tre minuti all’orario ufficiale di passaggio. Invece, trullo trullo, ho detto “il 7 passa alle 19:26”, così Anna e la sua amica Roberta sono uscite in modo di arrivare alle 19:26:30 e permetterci di vederci passare davanti il tram.
Risultato? Piano B, gli ennesimi quattro piani di scale a piedi per tornare a casa a prendere le chiavi della vecchia Tipo.
Arrivati alla Bicocca – certo che se qualcuno avesse pensato anche a mettere qualche negozio, bar, o simile, e non solo grandi parallelepipedi di università e simili – e parcheggiato, siamo entrati nel teatro, che da fuori bisogna dire che ha un bell’aspetto, e abbiamo commesso il secondo errore: prendere un caffè alla buvette. Il costo dei sette grammi di espresso è infatti di 2.10 €. Sì, non ho fatto un errore di trascrizione: dueeuroedieci per un caffè, alla faccia del markup. Roba da mettere qualche bomba. Ma già tutto il sistema secondo me è sbagliato: piuttosto che obbligare a pagare una commissione di prevendita (10% al botteghino, addirittura il 20% via Internet) occorrerebbe partire con il prezzo più alto, e al limite fare le offerte LastMinute nel caso avanzino dei posti all’ultimo momento.
Alla fine ci siamo infilati nel nostro posto in piccionaia, seconda galleria, cinquanta metri dal palco. A onor del vero, la visuale è ottima, e anche le poltroncine erano, anche se al pelo, a una distanza relativa sufficiente per le mie povere gambe. Il display sulla poltroncina è molto comodo, e permette in genere di comprendere quanto i cantanti stanno pronunciando: si sa che l’opera non è esattamente nata come lezioni di dizione.
Due parole sull’opera in sé: Rossini è sicuramente divertente, e il bell’allestimento ha accentuato il concetto di opera “buffa”, con delle scenette divertenti tra i protagonisti. I protagonisti sono generalmente convincenti, tranne a mio parere Mustafà, troppo debole di voce: cosa peggiorata dal fatto che sembra che l’acustica sia stata malcalcolata, e il forte dell’orchestra tende a coprire le voci dei cantanti, peccato mortale.
Noticina finale di colore: mentre tornavamo alla macchina, abbiamo sentito una tipa sulla cinquantina urlare al telefonino alla su’ mamma e comunicarle che “era già finito”, e ora lei “era sul bus che però non partiva ancora!”. Forse la voce non era ben impostata, ma a mio parere poteva forse sovrastare l’orchestra.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-17 10:56

Inizia il trasloco

Ieri io e Anna abbiamo cominciato a fare i primi scatoloni. Principalmente la raccolta di Linus. Sarà dura.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-17 10:20

Diritti e pace

pensieri sparsi dalla manifestazione di sabato.

  • i mille manifesti rifondaroli, che hanno preso i “diritti” CGIL e li hanno tradotti nel loro referendum.
  • uno striscione, che visto da dietro rivelava una pubblicità della Rustichella.
  • un tipo con un cartello manoscritto con su scritto una versione non molto grammaticale, stile “dettata al telefono”, della poesia La guerra che verrà di “Bertol Brect”.
  • i gruppetti che si fermavano in uno slargo e cominciavano a fare i cori
  • la bandiera “PEACE” invece che l’usuale “PACE”
  • i cani avvolti nella bandiera della pace
  • il ragazzotto con megafono che faceva “rat-tat-tat-tat” contro l’elicottero della polizia che volteggiava
  • le attiviste sessantenni, alte un metro e cinquantaquattro, con la bandiera ad alzo 10 gradi pronte a infilarla negli occhi di chi stava loro dietro
  • le attiviste quarantenni che nella foga di telefoninare facevano volteggi peggio che gli sbandieratori, con risultato come sopra
  • i non attivisti, quelli che non ti saresti mai aspettato in un corteo
  • chi si telefoninava la rispettiva posizione nel corteo, stile GPS dei poveri
  • le maschere bianche CGIL messe sulla nuca, magari con gli occhiali sopra per umanizzarle un po’
  • la gioia di camminare in mezzo alla strada e potere vedere le targhe sulle vie percorse
  • i McDonalds tranquillamente aperti
  • Ultimo aggiornamento: 2003-03-17 10:19

dalla Maiella con furore

Sono all’Aquila a divertirmi per tre giorni a fare un corso di Basic Economics. Insomma, non potrò ancora comprendere l’operazione di fusione Olivetti-Telecom fatta dal Tronchetti Provera, mi spiace.
Però ci sono delle belle giornate, l’aria è pulita, e il corso è divertente. Un po’ di sano riposo non può che farmi bene.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-13 08:51

Zoziè l’intoccabile

domenica scorsa, invece, sono andato con Anna a vedere una produzione di “teatro alternativo”, al Teatro Greco (no, nessuna relazione con Eschilo e compagni. Semplicemente sta nel quartiere Milano Greco, che fino a un’ottantina di anni fa era il comune di Greco). E’ stata dura.
Già è stato un casino riuscire a telefonare alla biglietteria: alla fine siamo passati direttamente – non è lontano da casa, e tornando da Monza era praticamente sulla strada – e abbiamo scoperto che non c’era problema, anche se quella era in fin dei conti la prima.
La rappresentazione è durata due ore: alla fine ho avuto una qualche idea di cosa era successo, ma garantisco che ho passato il primo tempo chiedendomi cosa stesse succedendo. C’era una tipa (Marta Ruiz) che ha passato tutto il tempo facendo disegni con i chicchi di riso nello spazio tra il palco e le sedie, restando tra l’altro in scena anche durante l’intervallo: io ho commentato “secondo me, lo fa apposta per fare capire che non è ancora finita”. C’erano le streghe che parlavano con un linguaggio che nemmeno un fautore del rococò oserebbe. L’unico uomo (Francesco Ventriglia) era però un ballerino provetto, bisogna dargliene atto.
Insomma, per mettermi a fare queste cose preferisco continuare a divertirmi con l’improvvisazione!
Tra l’altro, è divertente che il sito del Teatro Greco ha una pagina sulle opere in cartellone, ma non ha un link all’opera stessa! con i miei potenti mezzi divinatori, ho provato a scrivere un nome plausibile e ho scoperto quello che non volevo sapere!
(ps: in realtà dalla homepage del sito del teatro ci si poteva arrivare, ma io avevo fatto la ricerca con Google, e naturalmente la homepage in questione non aveva la stringa “Zoziè”, ma solo un link con un’immagine. Alla faccia delle regole di accessibilità)

Ultimo aggiornamento: 2003-03-11 14:43

Sabato, Domenica e Lunedì

Venerdì scorso siamo stati al Piccolo Teatro – per la precisione, al Teatro Studio in piccionaia, mannaggia a quelle sedie! – per vedere quest’opera relativamente poco conosciuta di Eduardo. Nota di gossip: mentre entriamo, Anna mi fa “guarda, c’è la Massironi!” e io rispondo “embé?” Per i curiosi, c’era anche Giacomo senza Aldo né Giovanni.
Ma passiamo alla rappresentazione. Un cast enorme, sedici persone, una lunghezza inconsueta, due ore e cinquanta in tre atti che però scorrono veloci. La storia si svolge appunto in tre giorni, con climax sul ragù del pranzo domenicale, preparato da Rosa. Suo marito Peppino si sente trascurato da lei, e la sua gelosia nei confronti del ragionier Luigi sale fino allo scoppio d’ira durante il pranzo di gruppo. Il lunedì i coniugi riescono finalmente a parlarsi e a riappacificarsi, e sembra non sia successo nulla.
Che dire degli attori? Toni Servillo, che oltre a fare Peppino è anche il regista (ma come fa ad avere solo quattro anni più di me?) è semplicemente favoloso. Il modo con cui ha tenuto la scena nel secondo tempo senza dire una parola e quasi senza muoversi, mentre tutti gli altri continuavano a mangiare e chiacchierare, è stato fantastico.
Anna Bonaiuto, Rosa, è indubbiamente una brava attrice, ma io me la sono vista un po’ sopra le righe: probabilmente Servillo ha preferito un allestimento che puntasse un po’ più sul comico, lasciando sullo sfondo la povertà d’animo dei personaggi.
Tra gli altri, mi sono piaciuti molto il ragionier Luigi Ianniello (Francesco Silvestri), perfetto contraltare di Peppino; sua moglie Elena (Mariella Lo Sardo) ha rappresentato perfettamente la povera signora in seconda fila. Il suocero Antonio (Gigio Morra) ha dei tempi teatrali perfetti, soprattutto quando non è nel fuoco dell’azione. E’ lì che si vede l’attore… Una menzione anche per la zia Amelia (Betti Pedrazzi) e Attilio (Toni Laudadio), che mi è sembrato più incisivo come “riempitivo” del suo contraltare Raffaele (Marcello Romolo).
Aggiunto che né Giulianella (Monica Nappo) né Virginia (Alessandra d’Elia) o Rocco (Roberto De Francesco) mi hanno detto molto, l’attore che mi ha deluso è stato Enrico Ianniello, tra l’altro l’unico che ha interpretato due ruoli. Passi quando ha fatto il sarto: un’altra parte non molto utile nel contesto della storia, ma quello non è colpa sua. Ma come Federico, il fidanzato di Giulianella, è rimasto imbambolato in scena per quasi tutto il primo tempo senza fare nulla, e facendo chiedere alla gente perché diavolo stesse lì. Lo so, io in scena mi comporto spesso allo stesso modo, ma spererei che un attore “serio” sappia muoversi un po’ meglio, no? Gli altri nella compagnia almeno lo facevano :-)
Ad ogni modo, il giudizio è assolutamente positivo.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-11 11:44

Falsi handicappati

Mi dice Anna che sembra che la nuova “moda” qui a Milano consista nel contraffare i nuovi contrassegni per gli handicappati (quelli che vanno messi nel vetro posteriore, per capirsi) e così sfruttare i posti loro riservati.
Se la cosa è vera, spero che i signori in questione in un prossimo futuro possano farlo perché ne avranno il diritto.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-11 10:34