Sulla storia della statua di Indro Montanelli imbrattata di vernice rosa (ma la vernice lavabile non è quella che stesa sui muri può essere appunto lavata, cosa un po’ diversa da “può essere tolta con l’acqua”?) io ho solo un pensiero, nemmeno troppo profondo.
Discutere sul fatto che Montanelli meriti o no di essere ricordato è una cosa perfettamente lecita, non ci sono dubbi. Per quello che mi riguarda, avrei anche trovato comprensibile che qualcuno gli avesse buttato addosso una latta di vernice quando era in vita. Farlo su una statua che evidentemente non può fare nulla mostra solo che si è forti con i deboli.
(foto: La Repubblica. Se ci cliccate sopra finite sulla loro rassegna fotografica)
Ultimo aggiornamento: 2019-03-10 12:56
A me sembra che se la siano presa col peccato piú che col peccatore. E la statua è lì proprio a simboleggiare i pensieri (e le virtù, e i peccati) di Montanelli.
@ .mau.
Probabilmente sono io a non capire l’ironia: pensi che una statua d’ottone sia tanto sensibile e inerme che imbrattarla sia equiparabile al bullizzarla, visto che lo consideri “essere forti con i deboli”?
No, alla statua ovviamente non gliene frega nulla. Quindi l’importanza del gesto è solo far perdere tempo a chi pulirà: grande risultato, no?
No, .mau., l’importanza del gesto, almeno nelle menti di chi l’ha compiuto, è farne discutere i giornali. Mi sembra che ci siano riuscite, e meno male.
s/discutere/parlare/. Insomma, qualcosa di inutile.
Eh no, inutile proprio no!
Ti faccio un esempio pratico: le mitiche sorelle Kardashian guadagnano cifre a cinque zeri su di un sistema “bene o male purché se ne parli”.
Per certe fazioni politiche e per la parte trash dello show business ti assicuro che da anni e anni vale la massima che ti ho indicato. Le fazioni politiche più spinte campano su “se avessi un minimo di palle lo farei anche io” di un certo elettorato che è analogo al modello “puttana è bello” più o meno latente in ognuno di noi.
Inutile per Montanelli, ma utile per far parlare del movimento di cui fanno parte coloro che hanno imbrattato la statua. E l’obiettivo principale di ognuno di questi movimenti /associazioni è notoriamente il far parlare di sé.
toh, su questo la pensi come Travaglio.
questo è un colpo basso. (No, non cambio idea)
hm seguendo il tuo ragionamento sarebbe del tutto inutile rimuovere i simboli di una dittatura (le statue di Benito, Josif, Saddam, ecc.) una volta morto il dittatore. sul che potrei anche essere d’accordo. ma in questo caso le autrici della verniciata cercavano un altro scopo, ed evidentemente l’hanno ottenuto: far parlare ancora una volta di Indro e di un certo episodio della sua vita. almeno per quanto mi riguarda, io non conoscevo tale episodio, ed adesso sì. quindi, dal punto di vista delle autrici, missione compiuta e ne è valsa la pena.
non riesco a capire da che parte del mio ragionamento ne conseguirebbe che sarebbe inutile rimuovere i simboli (di qualunque cosa). Ho scritto “Discutere sul fatto che Montanelli meriti o no di essere ricordato è una cosa perfettamente lecita”, e se la discussione – che non è solo di una parte ma di tutti – portasse a dire che no, non deve essere ricordato, quindi si toglie la statua e si cambia il nome al parco non c’è problema.
mah, laddove dici che prendersela con una statua, quando il personaggio è defunto e non può difendersi…
e quella era una premessa, non il cuore del mio commento…
far parlare di Indro (e di quello che fece in Abissinia) o di sé stesse?
sempre riferito al mio caso, quindi statisticamente irrilevante, di Indro e quel che fece. perché le autrici ignoro chi siano.
che poi, opinione personalissima (ma ti leggo da così tanti anni da potermela permettere), credo tu conosca più il Travaglio televisivo che quello stampato. ho come l’impressione che con quello stampato saresti più d’accordo che in disaccordo. avete, absit iniuria verbis, alcuni tratti antropologici in comune, e ribadisco “alcuni”. per il resto, vi stimo entrambi…
sai che non penso di aver mai visto il Travaglio televisivo? (quello cartaceo invece lo conosco da quando scrisse sul settimanale diocesano torinese un articolo sulle frasi sataniche che si ascoltano facendo girare alla rovescia i dischi)
Abbiamo quattro anni di Valsalice in comune, anche se lui ha fatto il classico, e uno stile di scrittura schiacciasassi, quello sì.