A quanto pare, la direttiva europea sul copyright è solo un esempio di quello che i grandi detentori di diritti intendono fare. Da sabato scorso il sito ItalianSubs ha chiuso i battenti, “a seguito di segnalazioni di utilizzi impropri e illeciti da parte degli organi di controllo”. Facciamo un passo indietro. Italiansubs nasce nel 2005 per “fare i sottotitoli”: scrivere cioè le battute che vengono fatte vedere in calce alle serie tv non doppiate in italiano. Qual è il mercato dei sottotitoli in Italia? Zero. Era zero anche prima che nascesse il sito: da noi si preferisce appunto doppiare i film, quindi averli con l’audio in italiano. I sottotitoli sono relativamente semplici da fare (una volta Anna aveva bisogno di aggiungerli a un clip e me la sono cavata senza problemi), e molti appassionati hanno pensato così di aiutare i diversamente poliglotti. Qual è l’uso dei sottotitoli da soli? Zero. E dove sta allora il problema? Lo spiega moooolto chiaramente il segretario generale della Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Cito dal Corsera: «Il problema è che questi file potrebbero creare delle distorsioni al mercato. Spesso infatti chi scarica i sottotitoli lo fa per vedere in anticipo film e serie Tv ancora non tradotti e magari li visiona o li scarica illegalmente.»
Rileggete quella frase. È l’equivalente del dire “Chi compra benzina potrebbe usarla per fare bottiglie Molotov”. Non c’è nessuna prova che chi prende i sottotitoli non abbia comprato un DVD della serie di telefilm. Non c’è nessuna prova che chi ha guardato in anteprima i film con i sottotitoli non li guarderà una volta tradotti: se hai bisogno di usarli, la tua padronanza della lingua originale non è il massimo, farai comunque fatica a leggere mentre guardi, e avrai voglia di poterti poi godere la visione originale. Però la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali vuole magmaticamente espandere il suo – lecitissimo – copyright sui contenuti prodotti dai loro aderenti anche a qualcosa di diverso. Non c’è una grande differenza con la tassa sulle citazioni, dove prendere due parole di un articolo non si configura più come cronaca ma come un copyright in più da dover soddisfare, un po’ come la lava che scende e prende tutto. Sappiate che il futuro sarà sempre peggio.
Per la cronaca: avendo nella mia vita anche fatto traduzioni so bene che i diritti di traduzione si vendono. Se ci fosse stato un doppiaggio, la cosa sarebbe stata ovvia. Qui però abbiamo un testo che in mancanza di tutto il resto non si regge. D’altra parte, la Fapav avrebbe potuto tranquillamente dire “la legge dice che i diritti di traduzione sono del titolare” senza andare ad arrampicarsi sugli specchi, il che significa che non sono tanto sicuri nemmeno loro…
La cosa che mi spaventa di più è il modo in cui lentamente le lobby degli editori si stiano ritagliando poteri che in qualsiasi altro settore verrebbero considerati al di sopra della legge, e soprattutto di recente stanno iniziando a mettere in pratica tecniche per bypassare il sistema giudiziario. Il tempo in cui il signorotto era anche responsabile di dispensare giustizia nel suo feudo è ricordato come medioevo, e mi dicono che non sia stata un’epoca di grande progresso intellettuale.
Le uscite di questi signori della Fapav sinceramente mi fanno tristezza, ma sono il mouthpiece di soggetti molto più forti e, anche se a noi possono sembrare chiaramente senza logica, sinceramente mi preoccupa il modo in cui riescono a presentare come “condivisibili” storture di questo genere.
A margine, mi ha incuriosito come il nome non corrisponda all’acronimo, realizzando che originariamente era “Federazione anti-pirateria audiovisiva”, un nome so nineties che non mi sorprende loro stessi abbiano deciso di cambiarlo. Per qualche ragione non hanno cambiato l’acronimo, che è comunque ridicolo, la tentazione di fare giochi di parole su “fappers” è forte…
Oddio, è vero che i sottotitoli vengono spesso utilizzati da chi si scarica la versione originale di un film per avere il testo e capirla meglio. Non saprei quantificare, ma c’è una buona richiesta in questo senso. Non ho mai usato italiasubs, quindi non so dire se conteneva materiale del genere.Ma è solo l’inizio della nuova era….
tecnicamente il peggio è già arrivato: c’è il “diritto di copia privata”.