Stamattina su Facebook trovo un post che linka questo articolo di Libero: “Renzi approva la tassa sul condizionatore: batosta da almeno 200 euro”. Incuriosito, ho fatto qualche ricerca per capire cosa è successo, e ho scoperto…
Ok, così fa molto da clickbait, ma volevo seguire lo stile di Libero, e soprattutto non c’è da cliccare nulla, a meno che uno non voglia leggere i link da soli. Una ricerca su Google “condizionatori renzi” dà qualche decina di risultati che però a quanto pare riprendono tutti quell’articolo, quindi non danno molte altre informazioni. Leggendo l’articolo in questione, veniamo a sapere che «Il provvedimento è stato emanato dal governo Renzi alla fine di giugno di quest’anno» (2015: l’articolo è datato 22 luglio 2015). Non c’è non dico un link ma almeno un numero della legge per cui recuperare altrimenti il testo del provvedimento. L’articolo continua poi « Il comune di Roma è il primo a prendere la palla al balzo e a trasformare la tassa (potenzialmente corretta per il rispetto ambientale) in una mannaia sulle tasche dei contribuenti: la situazione nella capitale è descritta minuziosamente da Davide Giacalone su Libero in un articolo pubblicato a inizio giugno.» (L’articolo è questo). Notate nulla di strano? Il provvedimento è di fine giugno, ma il comune di Roma già a inizio giugno sapeva tutto e così «l’ATI CON.TE, organismo tecnico, ha attivato il servizio di censimento e controllo degli impianti di climatizzazione estiva ed invernale previsto dal D.Lgs. 192/2005, così come modificato dal Decreto Legge n. 63 del 4 giugno 2013 n. 90 del 03/08/2013» (Oh, finalmente qualche fonte esplicita).
Il testo del decreto e della sua conversione in legge lo potete trovare per esempio qua. A parte notare che a giugno e agosto 2013 il PresConsMin era Enrico Letta e non Matteo Renzi, e scoprire che nel 2013 è stato fatto un decreto legge «recante disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010» (per onestà intellettuale, l’inizio dell’articolo di Libero questa cosa la diceva), e cercando più attentamente si può trovare questo articolo del Giornale dell’ottobre scorso che avvisa che dopo una proroga di quattro mesi è entrato in vigore il decreto del 10 febbraio 2014 del Ministero dello sviluppo economico che istituisce il libretto di impianto per la climatizzazione.
Insomma, se non ho capito male la storia, il governo Letta due anni fa aveva emanato una legge e l’anno scorso (mentre #stavasereno) l’ha completata con il libretto per il climatizzatore: il comune di Roma ha (forse, non ho trovato la delibera) detto a CON.TE di provvedere anche alla verifica dei condizionatori e non solo delle caldaie; Libero ha shakerato il tutto senza accorgersi delle date e infilandoci dentro Renzi quando avrebbe potuto tranquillamente prendersela con Marino… Forse c’è chissà quale ragione dietro.
Aggiornamento: Agostino De Matteis ha trovato questo link, che afferma che l’obbligo è per gli impianti che hanno «una potenza superiore a 10 kw per quelli invernali e 12 kw per quelli estivi.» Direi che a casa stiamo tutti tranquilli.
Aggiornamento 2:Leggete anche Nextquotidiano. Per la cronaca, 12 kW equivalgono a qualcosa come 40.000 BTU.
Ultimo aggiornamento: 2015-07-23 14:02
T’è scappato un po’ troppo corsivo nel finale :)
È che quando vedo Libero mi piace corsivizzare.
Pingback: Caro “Dyson” | Notiziole di .mau.