Occhei, sono passati vent’anni dalla pubblicazione di questo libro (Roberto Vacca, Anche tu matematico, Garzanti 1989, pag. 181, € 15, ISBN 9788811739999). Gli esempi in GWBASIC sono irrimediabilmente datati, oggi probabilmente si metterebbe l’URL di un’applet; ma quello lo possiamo mettere in conto, e poi non è che fossero così essenziali nell’economia del libro. Ma è buona parte del resto che non va, e probabilmente non andava nemmeno vent’anni fa. Vacca è un ingegnere, e lo si vede benissimo; il suo punto di vista si può riassumere in “c’è questo concetto, vi mostro i conti che si fanno in un esempio qualunque, e adesso siete pronti a fare lo stesso anche voi”. No, la matematica non è questa. La matematica è (dovrebbe essere) prima capire cosa sta dietro il problema, poi capire il problema, e solo alla fine fare i conti. (Un Vero Matematico li lascerebbe persino come facile esercizio al lettore, ma non sottilizziamo). Non so, ho come il sospetto che questo libro abbia allontanato più gente di quanti abbia avvicinato alla matematica, il che non è certo il massimo della vita. Degne di nota le due previsioni che fa alla fine del libro, rispettivamente sul numero di malati di Aids e sulla diffusione dei personal computer in Italia. Vacca afferma correttamente che anche se i dati a disposizione sembrano corrispondere a una crescita esponenziale la cosa è impossibile in pratica, e si otterrà probabilmente una curva logistica (una specie di S che tende a un limite massimo); poi mi casca miseramente, scommettendo che si tenderà a 2300 malati e poco più di 5 milioni di PC. Un errore solo di un fattore 10. Lo so che è facile sparlare a posteriori, ma io non mi sarei mai fidato di estrapolare una curva logistica a partire da sette soli punti… e cose come queste fanno sembrare il matematico uno stregone, perdipiù incapace. E allora chi te lo fa fare a diventare matematico?
Ultimo aggiornamento: 2014-12-15 22:17
Come si dice, noi ingegneri sovrastimamo nel breve termine e sottostimamo nel lungo.
Ah ecco, era come la spiegavano a me. Ti dicevano la regola e poi ti dicevano di fare un sacco di conti. L’ho sempre odiata per questo. :-)
io ADORAVO quest’uomo da piccola! soprttutto la mitica lavagna trasparente :)
(C’era un bell’articolo di Israel sul Foglio, contro il modo in cui in Finlandia, ad esempio, si insegna la matematica. In Finlandia hanno i risultati migliori nei testi di valutazione, ma poi scopri che sanno fare la divisione, ma non sanno cos’è una divisione)
questo non l’ho letto ma come scrive vacca mi piace. Bisogna tenere conto che lui non scrive per il matematico, che vuole apprezzare la bellezza del ragionamento, ma per convincere il profano che almeno il ragionamento serve a qualcosa.
Vacca ragiona da ingegnere e gli ingegneri non amano perdere tempo :-)
Ho letto il libro diversi anni fa e mi piacque molto l’approccio dell’autore al quale probabilmente piaceva più insegnare a far apprezzare la matematica che a farla capire fino in fondo.
@momo: ma il guaio è proprio questo! il non matemaico non vede il ragionamento ma solo l’esistenza di una formula discesa dal cielo e una barcata di conti (che al limite ti fa il computer se sei così fortunato che dal cielo scenda un software). Così al più diventi un manovale della matematica. Meglio non sapere risolvere i problemi ma avere un’idea di cosa ci sta dietro, piuttosto che risolvere a macchinetta.
Io mi ricordo la frustrazione quando chiedevo ai miei insegnanti: “ma perché sono sicuri che il pigreco ad un certo punto non si ferma con i decimali?” “E perché il quadrato dell’ipotenusa è uguale alla somma di quello sui cateti?” E mi dicevano solo che era così, e che risolvessi i problemi. Che rabbia.
(fanno ancora così, per lo più)
.mau., e del ‘pallino della matematica’ di dehaene cosa ne pensi?
non lo conosco…
@galatea: perché il pigreco non si ferma coi decimali lo so ma come fideista, non è che la dimostrazione (fatta nel XIX secolo) sia così facile. Per il teorema di Pitagora, ci sono delle belle animazioni che te lo mostrano… e anche quando andavamo a scuola noi lo si sarebbe potuto far vedere alla lavagna.
@max: la mia sensazione è che il lettore del libro non riesca ad apprezzare la matematica, ma al più possa rimanere stupito da quante cose si riescono a fare con essa… il che cozza un po’ con il titolo “Anche tu matematico”, no?
non l’ho letto ma ce l’ho in casa. Mi sembra strano che Vacca abbia scritto una vaccata ;). Magari ne leggo un po’ per darti il punto di vista di un non matematico.
@.mau.: probabilmente si, forse alla luce delle tue considerazioni un titolo più azzeccato sarebbe stato “Guarda che cosa puoi fare con la matematica!”
Sono daccordo con te che Vacca abbia scritto qualcosa che assomigli più ad un “manuale per le giovani marmotte” che ad un saggio sulla matematica ma bisogna anche considerare che al tempo della pubblicazione forse era uno dei pochi, se non l’unico, libro di matematica rivolto ad un vasto pubblico di lettori che magari non si erano potuti permettere una preparazione da scuola superiore.
@Fabrizio, che scrive:
Romano de Roma pure te? :)
La cosa divertente è che Vacca ha scritto “*Anche tu* matematico”, “*Anche tu* informatico” e “*Anche tu* fisico” senza essere nessuno dei tre!