L’annuncio era ieri in prima pagina del dorso milanese di Repubblica: il 31 marzo la Libreria del Giallo (per gli amici, la Sherlockiana) chiuderà. Motivo? il solito. Pochi acquirenti, in parte perché da via Peschiera se non sai che esiste non ci arrivi mai e in parte perché paradossalmente visto che i gialli ora sono di nuovo di moda li trovi più o meno ovunque. Se aggiungiamo i 2000 euro al mese di affitto, i conti sono presto fatti.
Io ricordo Tecla e la Sherlockiana quando la libreria stava ancora in corso di Porta Romana, io abitavo a Torino e un gruppetto di fidonettari duri e puri si radunava una volta o due l’anno a Torino per andare a caccia di libri. Lo so: non sono mai stato un grande frequentatore della libreria, anche perché gialli non ne leggo molti; però devo dire che trovo la notizia triste. In un certo senso è un altro passo verso la spersonalizzazione spinta.
Ultimo aggiornamento: 2009-01-05 19:04
In breve mi verrebbe da dire “ah, ecco, la globalizzazione”.
Estendendo un po’ il concetto, è un segno dei tempi (e non sto parlando solo della libreria). Da un lato, con l’abbattimento delle frontiere possiamo avere tutto quello che ci pare da ogni parte del mondo. Voglio il caviale di storione russo del volga? Vado sul sito apposito oppure contatto direttamente il produttore, pago con carta di credito e mi arriva direttamente a casa. Bello no? Certo, è una cosa che magari nel negozio sotto casa non sarei mai riuscito a trovare se non forse prenotandolo 6 mesi prima e pagandolo alla fine molto di più.
Però poi succede che il negozio sotto casa non può campare d’aria… se ha sempre meno clienti ad un certo punto è costretto a chiudere. Magari però era un negoziante “vecchio tipo”, di quelli che si fermano a fare 2 chiacchere, che ti spiegano perché questo è meglio di quello, che ti invitano a provare quell’altro ecc. ecc.
Al posto del negozio ci mettono lo sportello di una banca oppure un bel negozio in franchising, dove i commessi non sanno neanche se stanno vendendo mutande o prosciutti…
Risultato? Da un lato abbiamo più scelta, possiamo avere tutto ciò che vogliamo e quando vogliamo, ma chissà se alla fine ci abbiamo guadagnato…
Ovviamente, avendo appena comprato due libri gialli su internet, mi sento un po’ in colpa. Magra giustificazione: non abito a Milano, e non c’è una libreria nel raggio di cinque chilometri da casa mia.
Temo però che, ora che i libri si possono non solo comprare ma sfogliare online, il futuro delle librerie sia segnato. Un po’ mi dispiace, un po’, quando penso al “cambio librario”, penso che gli stia solo bene.
Per i più giovani: chi negli anni ottanta voleva leggere libri in lingua originale, oltre ad attenderli per mesi, li pagava al “cambio librario” che è un modo elegante per dire il doppio del loro prezzo originale.
@Barbara: a fine anni ’80 (no, era già il 1991, forse) i libri di fantascienza me li facevo spedire dalla libreria inglese Andromeda: ordine via fax con carta di credito :-)
Moria di librerie
A Milano le librerie stanno chiudendo a una a una.