Dario mi fa notare una chicca di Rep.it, come sempre sulla notizia, a proposito dell’evasione fiscale. L’articolo racconta come nel 2004 l’erario non abbia incassato 270 miliardi di euro, cioè il 19,2% del Pil. Questo significa, sempre secondo l’articolo, che chi le tasse le ha pagate non ha pagato in media il 41.4% del proprio reddito, come da valori ufficiali, ma il 50.7% (occhei, per la precisione hanno scritto 50.74 senza capire che mettere una quarta cifra di precisione in una stima di quel tipo è assolutamente inutile, ma quello sarà l’argomento di un altro mio pippone). Infine, se uno legge l’occhiello dell’articolo, trova la frase «Se tutti i contribuenti fossero onesti le imposte sarebbero ridotte del 10%». Trovate nulla di strano?
Innanzitutto il valore del 10% è stato probabilmente ottenuto arrotondando la differenza 50.7-41.4. Sull’arrotondamento non ho nulla da dire, sul fatto che quella sia la possibile riduzione delle imposte sì. Vediamo infatti di fare davvero i conti, con una stima molto spannometrica.
Poniamo che il PIL sia di 100.000 euro, e le imposte quindi totalizzino 40000 euro. Se il PIL è diviso equamente tra dieci contribuenti, ciascuno di loro avrà un reddito di 10.000 euro e pagherà 4000 euro di tasse. Ma poniamo ancora che due di questi dieci siano evasori parziali: il loro reddito è di 20.000 euro ma ne denunciano solo la metà. Il PIL reale cresce del 20% rispetto a quello ufficiale (infatti è 120.000 euro), e se i due furbetti non avessero nascosto i loro guadagni la pressione fiscale sarebbe potuta scendere al 33% – ricordiamoci che allo Stato continuano a servire 40.000 euro! Gli otto coglioni avrebbero quindi pagato solo 3300 euro di tasse, cioè il 17% circa in meno. (Se si preferisce, si può girare il conto dall’altra parte: devono pagare 666 euro in più, e quindi il 20% di tasse in più di quanto capiterebbe loro se tutti facessero il proprio dovere)
Naturalmente questi sono conti fatti con premesse assolutamente irreali, tipo una tassazione costante e un immediato abbassamento della pressione fiscale, ma spero rendano le due idee di base: che non ha nessun senso parlare di una “tassazione reale al 50.7%”, visto che l’evasione non è calcolata all’interno del PIL, e che la diminuzione delle imposte non si calcola con la differenza dei valori percentuali, ma rinormalizzando quei valori al 100%. Non che creda che Repubblica (o qualunque altro quotidiano) ci arriveranno…
Ultimo aggiornamento: 2007-06-14 12:29