Martedì sera, mentre uscivo dall’ufficio passando per una volta da via Padova (sulla corsia riservata ai bus, a rischio quindi di multa) mi sono accorto che sul marciapiede dal lato opposto, che in effetti è più largo, erano stati piazzati dei cartelli di pista ciclabile: anzi, per essere più precisi, di “pista ciclabile a fianco del marciapiede” (quello con pedoni e bicicletta a fianco e una riga in mezzo”). Effettivamente, facendo molta attenzione, si vede che le piastrelle posate sul marciapiede sono di due colori leggermente diversi: e inizio anche a capire perché sul lato del marciapiede ci siano delle specie di paletti a forma di ruota da bicicletta – che comunque funzionano perfettamente per legare la bici, e dei quali non mi lamento affatto).
Peccato però che una pista del genere non serva a nulla. Onestamente, non credo che la gente che stia camminando dove in teoria ci dovrebbero essere le biciclette si sia accorta che quello non è un marciapiede. Già nel pezzetto di via Olona, dove pure la pista ciclabile è ribassata rispetto al marciapiede, ogni tanto c’è qualche imbecille che non riesce a comprendere la differenza; qua ci aggiungerei anche un bel numero di persone in perfetta buona fede. Il bello – si fa per dire – è che devono avere speso un bel po’ di soldi per “riqualificare la via”, e con gli stessi soldi si sarebbe potuto fare un lavoro che sarebbe rimasto utile anche ai ciclisti. Ammetto che per farlo ci sarebbe dovuto essere almeno una persona tra committenti, progettisti e controllori che la bicicletta la usi per davvero.
Risultato? le rare volte in cui mi capita di percorrere via Padova continuerò ad andare sulla preferenziale, rischiando doppiamente la multa (sì, doppiamente: in presenza di una pista ciclabile, il codice della strada obbliga il pedalatore a usarla).
Aggiornamento: (18 giugno) Vedi qua per come la situazione è mutata.
Ultimo aggiornamento: 2007-06-14 14:42