Archivi tag: geo:lon=9.18536

il diritto al 118

Ieri sera io e Jacopo abbiamo fatto una gita turistica al pronto soccorso del Niguarda. Nonostante lo stessimo già trattando da un giorno con salbutamolo, infatti, la sua asma stava peggiorando; oltre a respirare come un mantice, a cena a un certo punto non riusciva proprio più a prendere aria ed era rosso pomodoro. Naturalmente, una volta arrivati, rimaneva il mantice e una saturazione non completa ma per tutto il resto era sin troppo vispo, tanto che nel referto c’è scritto «impossibilità di effettuare terapia aerosolica per assoluta mancanza di collaborazione del soggetto».
Mentre eravamo lì a fare nulla in attesa di vedere se almeno l’iniezione di cortisone aveva fatto effetto (e con Jacopo che quando vedeva passare l’infermiera strillava NO SOLLE!: il “solle” è l’aerosol per chi non l’avesse capito), verso le 23:30 è arrivata una signora con bimbo in braccio (che mi sembrava semplicemente un po’ febbricitante) e volontari dell’ambulanza al seguito. Io non sono stato molto a sentire lo scambio tra medico e mamma: se ho capito bene, il bimbo era stato dimesso qualche ora prima, ma la mamma non era convinta e aveva chiamato l’ambulanza per ritornare al pronto soccorso. Il medico le ha detto che per quanto lo riguardava il bambino non era in stato preoccupante, e la mamma ha ribattuto alzando la voce, insultando il medico e dicendo che lei se ne sarebbe andata in qualche altro ospedale, oltre ad aggiungere “io non ho la patente, è un mio diritto chiamare il 118”.
A me è venuta in mente una cosa della scorsa primavera. Stavolta a star male era Cecilia: era però pomeriggio, quindi in orario di visita della nostra pediatra. Purtroppo però Anna era via per lavoro e aveva preso l’auto: quindi sono rientrato pedalon pedaloni a casa, ho preso e vestito Cecilia, e … sono andato a prendere un taxi. Solo stanotte ho capito di essere un povero imbecille e che avrei dovuto chiamare un’ambulanza: visto come un ospedale è una palestra di vita?
(ah, quando sono uscito quasi a mezzanotte e mezzo mamma e bimbo erano ancora nella sala d’attesa. Non so se aspettasse un cambio di turno)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-17 12:02