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via Stresa, auto e piste ciclabili

Ieri sulla rubrica delle lettere del dorso milanese del Corriere Isabella Bossi Fedrigotti ha risposto a una lettera che lamentava la nuova pista ciclabile (è stato uno degli ultimi regali della giunta Moratti) su via Stresa: pista tracciata su entrambi i marciapiedi e che ha eliminato svariate decine di posti auto sul marciapiede stesso, dove le macchine venivano “parcheggiate sempre rispettosamente nei riguardi dei pedoni” (la citazione non è letterale, ma il senso è quello), e dove passerà una bicicletta ogni tre quarti d’ora. La signora Bossi Fedrigotti ha risposto in maniera direi ottima, considerando che non poteva avere così chiara la situazione; ha fatto anche notare come rispettosamente o no sul marciapiede non si parcheggia.
Visto che qualche volta mi è capitato di percorrere in bici via Stresa vorrei aggiungere qualche notizia di prima mano. A parte che nei primi mesi macchine parcheggiate sulla pista ciclabile ne ho trovate, concordo su un punto: avere due piste una per direzione è assolutamente inutile. Mentre la direzione via Melchiorre Gioia – Piazza Carbonari permette di evitare di usare viale Marche o via Cagliero, quella opposta ti lascia in un punto dove sei costretto a rientrare verso viale Marche oppure percorrere contromano il controviale di Melchiorre Gioia. Sarebbe stato molto più logico lasciare solo una direzione, e crearne una opposta in via della Maggiolina rendendo a doppio senso il tratto di pista ciclabile su Melchiorre Gioia nel tratto da lì fino a via Stresa (e togliendo magari il banchetto di fiori: spesso preferisco andare sulla carreggiata perché è meno pericoloso che fare lo slalom). Non so se fare parcheggi a pettine sull’altro lato di via Stresa stringendo il marciapiede sarebbe stato tecnicamente possibile, però l’idea poteva essere interessante.
Ma il vero guaio è che via Stresa è usata dalle automobili per tagliare viale Marche, ed è lì a mio parere il vero problema. Se non ci fosse quel traffico improprio, la strada sarebbe tranquilla come via della Maggiolina e non ci sarebbe bisogno di farci una pista ciclabile: si pedalerebbe tranquillamente sulla sede stradale. Occhei, poi le auto parcheggerebbero comunque sul marciapiede, ma spero che la pista non sia stata fatta come metodo piuttosto costoso per rafforzare il divieto di sosta… In definitiva la vera domanda è “ma chi è che decide gli interventi sulla mobilità?”, e la risposta credo sia il nuovo terzo segreto di Fatima :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-12-02 09:50