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la Candelora

Oggi è il 2 febbraio. Sui vecchi calendari una volta c’era scritto “Purificazione di Maria”, o al limite “Presentazione del Signore nel Tempio”. La presentazione, per chi se lo chiedesse, non è un discorso tenuto da Gesù, bensì la prescrizione della legge ebraica che imponeva che dopo quaranta giorni dalla nascita del primogenito i genitori dovessero andare a “riscattarlo” facendo un’offerta a Dio, mentre la madre doveva purificarsi da un punto di vista legale. Il nome della festa è stato cambiato, forse per nascondere il fatto che Gesù e Maria fossero ebrei (beh, per definizione non potevano ancora essere cristiani…): però è rimasto il nome popolare della Candelora, legato alla benedizione delle candele. Per maggiori informazioni, rimando al sito Santiebeati.
Detto tutto questo, io sono in disaccordo con chi si accoda agli imperialisti americani e quindi festeggia “il giorno della marmotta”, nel quale Phil (la marmotta, appunto) esce dalla sua tana e verifica se può vedere la propria ombra, fornendo così previsioni meteorologiche a lungo termine. D’altra parte, la marmotta (groundhog) è stata scelta perché il vero animale, il riccio (hedgehog) non si trovava negli USA, come spiegano qua. Io voglio invece mantenere le tradizioni tradizionali e riportare accuratamente la saggezza popolare a riguardo. Ho solo un piccolo problema: la versione che conosco io, e che fa “Per la santa Candelora / de l’inverno semo fora; / ma se piove o tira vento / ne l’inverno semo drento” è contrastata dalla (credo più meridionale) “Per la santa Candelora / se nevica o se plora / dell’inverno siamo fora; / ma se sole o solicello / siamo sempre a mezzo ‘nverno”. L’unica certezza odierna è che c’è di nuovo il nebiun; insomma, non nevica, non piove, non c’è sole, e la marmotta non solo non vede la propria ombra ma nemmeno sé stessa!
È proprio vero, non ci sono più le mezze stagioni…

Ultimo aggiornamento: 2007-02-02 10:31