L’altra settimana, dopo avere accuratamente lasciato i gemelli dai nonni, Anna e io siamo andati a provare la Creperie d’Auriane, visto che prima che riusciamo ad andare in Francia a mangiarle ce ne vorrà.
Niente da dire sul locale, piccolo ma molto ben tenuto. Le galettes, dice mia moglie che è l’esperta di famiglia, sono troppo sottili, soprattutto se uno prende qualcosa appena oltre la base; le crepes dolci sono invece corrette. Detto questo, iniziano le note dolenti. Secondo il menu, tutti gli ingredienti sono scelti con cura: questo non era il caso della panna, che non era fresca ma industriale. In compenso la bottiglia di sidro francese costa 13 euro, e non c’è la possibilità di ordinarlo al bicchiere (“ma se vuole può portarsi a casa la bottiglia non terminata: il vuoto non è a rendere”. Scusa, ma portarsi a casa il doggy bag è il minimo sindacale, e con il ricarico che fai voglio vedere se mi avessi ancora fatto pagare il vuoto). La birra è solo in bottigliette francesi da 33 centilitri per sei euro, e il titolare nel versarla – manco fosse un vino d’annata – è anche riuscito a farla uscire fuori dal bicchiere.
In definitiva, uno dei tanti posti per cui Milano è famosa (famigerata). Non credo ci torneremo.
Ultimo aggiornamento: 2013-05-11 07:00