Ugo si chiede come mai non mi sono messo a commentare la traccia del tema di italiano con un estratto del Libro nero del comunismo, visto che secondo lui non perdo occasione di sparlare del nostro Presidente del Consiglio democraticamente eletto dal Popolo Italiano.
Il fatto è che quella citazione è assolutamente condivisibile, e se per un refuso il libro fosse stato citato come “Ideologia nazifascista: come nasce e cresce un cancro” tutti avrebbero intonato dei peana.
Insomma, quelle frasi mi sembrano tanto uno specchietto per le allodole che nascondono la struttura complessiva di tutta la traccia, che parte dai totalitarismi di destra con “poche” vittime per un’escalation fino ai cento milioni (??) di vittime dei comunisti ex-comunisti post-comunisti (con un nemmeno velato accenno alle foibe, ben separate dai morti civili in guerra. Mica come gli ebrei, che sono stati finalmente riabilitati e ritenuti morti “normali”!)
Ma è più istruttivo scoprire che nella traccia tecnico-scientifica abbiamo una citazione tratta dalla Introduzione a “Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2002” da parte del presidente del Consiglio dei Ministri. Abbiamo un Presidente Scienziato!
Le tracce dei temi
Aggiornamento:Massimo Gramellini fa notare che nella citazione del suo “Buongiorno” mancana alcune parole dopo “Pio Albergo Trivulzio”: per la precisione, «l’ospizio da cui partì Tangentopoli». Non rischiamo di fare andare i poveri maturandi fuoritema!
i veri benefit
Scritte sui muri
Il caldo, allentando le connessioni dei miei tre neuroni, mi ha fatto dimenticare di aggiungere una notiziola a proposito di una scritta vergata sotto il ponte numerato “51” dell’autostrada Torino-Milano, andando verso Milano… altrimenti sarebbe stata l’autostrada Milano-Torino.
La scritta in questione recita:
GIULIETTO CHIESA GIORNALISTA
GIULIANO FERRARA SERVO
Pregherei notare la concisione propria di chi ha a disposizione poco tempo per esternare il suo pensiero, oltre che uno spazio limitato – no, lo spazio non è così limitato, ma la necessità di un font sufficientemente grande lo fa diventare. Eppure, in queste due righe si può notare come le idee dell’anonimo autore non siano semplicemente espresse in maniera negativa, come negli slogan usuali. No, viene anche dato un esempio positivo, che permette al lettore di esercitare le proprie capacità di giudizio e verificare la differenza di stile tra colui che viene definito un “giornalista” e un semplice “servo”.
Rimane insoluto il dubbio se la scelta di un contraltare con un nome di battesimo simile a quello di Ferrara sia voluta, oppure un felice caso: purtroppo non è possibile da un intervento così minimalista trarre ipotesi sostenibili, in un senso o nell’altro.
Harry Potter e la legge dei serial
Siamo arrivati al conto alla rovescia. Se non ho capito male, sabato uscirà il quinto volume della saga del maghetto, che presumibilmente narrerà delle avventure capitategli durante il quinto anno di lezione a Hogwarts.
Come gli affezionati al gossip sanno meglio di me, la Rowland ha rimandato più volte la data di pubblicazione, segno abbastanza evidente di sindrome della pagina bianca: chiedere in proposito al buonanima di Douglas Noel Adams. E’ anche preoccupante leggere le notizie sul furto di un tir carico di copie del libro. Penserò male, ma mi sembra tanto un altro modo di fare pubblicità.
Ma lasciamo queste accidentalità, e passiamo al punto che oggi mi sta a cuore: la lunghezza del libro. Sono 896 (ottocentonovantasei) pagine, per un peso di un chilogrammo circa. (Fonte, City). Una considerazioncina: una storia unitaria ha davvero bisogno di tutte queste pagine per essere sviluppata, oppure gli autori vengono pagati a cartella? Se ci fate caso, i primi due volumi erano di formato standard, il terzo un po’ più ampio ma ancora nei limiti statistici, già il quarto svettava in larghezza. E questo capita a tutte le serie di libri, che io sappia: un incremento malthusiano delle dimensioni, che termina quando l’ambiente non riesce più a sopportare ulteriori megalopatie. Quanto sarà grande il sesto libro?
La nebbia agli irti colli
Attici duplex (con terrazzo!)
Ho appena sbirciato la vicina di bus che stava leggendo l’inserto immobiliare del Corriere, dove campeggiava un paginone di pubblicità con questo titolo – senza parentesi, per la precisione.
Ma che diavolo di roba è, un “attico duplex”? è come i vecchi telefoni, che se il tuo cointestatario stava usandolo ti trovavi la linea muta?
meteo oggi
anzi, iniziamo con “meteo ieri”.
Abbiamo avuto un ventaccio che ha anche rotto un vaso di vetro (e fortunatamente non ha spaccato il tavolo in cristallo che era sotto il vaso!), e la temperatura si è leggermente abbassata, tanto che sono riuscito ad arrivare in ufficio in bicicletta.
Pioggia però zero. Dieci chilometri a nord, in Brianza, c’è stata la fine del mondo… precipitazioni localizzate, insomma.
altro che quorum!
Si direbbe che il referendum abbia avuto l’esito che ci si poteva aspettare. Il subcomandante Fausto può definirsi soddisfatto.
Mi sia consentito invece spendere una parola a favore del mio conterraneo Fassino, che ha fiutato l’aria che tirava e ha convinto i DS ad astenersi (almeno ufficialmente), nonostante il mal di pancia di molti iscritti. Quello era l’unico modo per non perdere doppiamente…
Per la cronaca, io ho votato NO al quesito sulla servitù di passaggio per gli elettrodotti – motivo: anche se fossero passati i SÌ ci sarebbe stata una leggina a definire un valore presunto di esproprio…; per l’articolo 18, ho coscienziosamente annullato la scheda, scrivendo “né con Bertinotti né con Berlusconi”. Era il massimo che potevo fare.