Pubblicità sulla prima pagina di Leggo – non è la prima volta, tra l’altro.
Titolo: “Valorizza la tua immagine”
Sottotitolo: “con un prestigioso DOTTORATO AMERICANO”
ecc. ecc.
In basso a destra (con un font leggibile…) “Il doctorate non abilita alla professione, non è utilizzabile nei pubblici concorsi, non è equipollente ai dottorati italiani”.
Ma allora non è più semplice sentirsi dare del “dottò” dal posteggiatore abusivo?
Mettetevi d'accordo!
Ieri hanno fatto una retata su un po’ di eros center (case chiuse, se preferite i termini anni ’50) qui a Milano. Tutti i giornali gratuiti hanno raccontato la cosa, inutile dirlo: in fin dei conti è la perfetta notizia per loro.
City si è limitato a fornire la notizia nuda e cruda, mentre gli altri sono andati a fare “interviste sul posto”. Però secondo Leggo era “impossibile non notare quelle ragazze”, e nessuno si era stupito; per Metro, invece, “Pochi i sospetti nel quartiere verso i centri estetici. Mah.
elettricità
Nella bolletta della luce che ho ricevuto, c’è un simpatico flyer pubblicitario che spiega come con le “Nuove Opzioni” (maiuscolo loro) possa scegliere l’opportunità più adatta alle mie esigenze.
E giù contratti da 4.5 kW, tra cui il “Fresca Estate Famiglia 4.5 kW” che mi permette di “usare il climatizzatore domestico senza problemi”, garantendomi che “più consumo d’estate e più risparmio tutto l’anno”.
Il tutto mentre minacciano un giorno sì e l’altro no di bloccare la corrente per i troppi consumi.
Notato nulla di strano?
Assicurazioni
Tra i miei mille giri di oggi (compreso pranzo in mensa Tilab con Ugo, che sennò si offende giustamente per non essere stato citato) sono anche passato all”assicurazione. Pensavo di dover dare copia del foglio di rottamazione, ma loro mi fanno “no, basta il fax che ci ha spedito due settimane fa”. Meglio, perché il foglio era rimasto a casa…
In compenso mi dicono che – non avendo disdetto con tre mesi d’anticipo una polizza aggiuntiva sull’assistenza legale – devo sganciare 30 euro. Io gli faccio notare che la polizza era legata all’automobile, e la tipa mi fa “sì, ma non è RCA e quindi le norme sono diverse”. “D’accordo, ma come potete fare una polizza su qualcosa che non esiste più?” Alla fine spostano la polizza sulla mia patente, il che mi sta bene: peggio per me che non ho disdetto.
Ma quello che mi scoccia è che, alla mia richiesta di fare disdetta immediatamente per la fine del nuovo periodo, la risposta è stata “No. L’unico modo per disdettare una polizza è inviare una raccomandata.” Questo non mi torna per nulla: se faccio di persona negli uffici una disdetta, cos’è che non va? Urge parere legale.
Biglietterie automatiche
Trenitalia non è capace di fare andare avanti i treni – vediamo quanto ritardo avrò stasera! – ma bisogna dare onore al merito, quando capita.
Oggi pomeriggio passo da Porta Susa e ne approfitto per prendere il biglietto, usando la macchina automatica. Metto una banconota da 50 euro (ebbene sì, lo ammetto: sfrutto le macchinette come cambiadenaro!), e ricevo il resto. Conto le banconote, e arrivo solo fino a sette: insomma, mancano 5 euro. Riconto: niente da fare.
Mi metto allora in coda paziente allo sportello. Di per sé avrei davanti solo un tipo: peccato che questo voglia andare a Barcellona, e non voglia convincersi del fatto che una cuccetta costi 222 euro sola andata, e che non ci sia posto per il ritorno. Dopo una decina di minuti, tocca a me: senza troppe speranze chiedo all’impiegata se ci sia qualche possibilità di riavere i miei soldi. Un altro impiegato dietro fa “lascia, faccio io!”, e un terzo mi chiede “qual era la macchina, e a che ora si è verificato il fatto?” Gli spiego tutto, e dopo un paio di minuti di controllo mi fa “sì, abbiamo riscontrato un’anomalia: firmi qua per ricevuta, ed ecco i suoi soldi”.
Che bello. Non tanto per i soldi, quanto per l’efficienza.
Aggiornamento: il treno è arrivato tre minuti in ritardo, insomma virtualmente in orario. È stato fregato da un TAF che a Rho si è piantato davanti fino a Certosa.
99479
E’ il numero di chilometri che la mia beneamata Tipo ha fatto, fino a che stamattina è stata portata dal rottamatore. Lei di per sé non aveva grossi problemi: ancora ieri mi ha portato da Milano fino a Usseglio, e stamane giù dalla montagna. Ma la dura realtà è che la macchina non era catalitica, e quindi per metà inverno se ne doveva stare ferma. Aggiungiamo l’assicurazione che scadeva a fine luglio, il bollo a fine agosto, la revisione a novembre, e la scocciatura che due volte la settimana dovevo ricordarmi di spostarla perché avrebbero lavato le strade: troppa fatica, si butta via e basta. Contribuisco anche a ridurre l’inquinamento.
Ah, sì: due volte la settimana perché lavano tutte le settimane, ma per definizione dove la sposto lavano in un giorno differente!
Il rottamatore non è quel postaccio che mi ricordavo dalla mia infanzia, con mucchi di roba più o meno in stato usabile in giro. Macché! sono arrivato, salito nell’ufficio dove due simpatiche fanciulle hanno preso i miei dati (e i miei soldi), compilato una caterva di moduli, e terminato tutto in una decina di minuti. Mi è rimasto un po’ di magone che non mi sarei aspettato, ma tant’è. I giochi sono fatti.
Nota: mentre guardavo cosa si era stabilito negli anni nell’auto, ho trovato due spray per il cruscotto – mai usati! – e ben cinque euro in monetine, che avevo lasciato per eventuali parcheggi e della cui esistenza mi ero dimenticato…
amiche?
C’è chi ti sembra tanto amica, poi dopo un po’ ti accorgi che in realtà sei sempre tu a farti sentire: provi a non contattarla più e si dissolve nel nulla.
C’è chi ti frequenta, è felice di sentirti, poi non si sa cosa succede, fai qualcosa di sbagliato ed entra in silenzio stampa: non ti risponde più, anzi chiede di essere lasciata in pace.
L’unica cosa che hanno in comune è che vivono lontano da me, ma non so quanto sia importante.
Non sarebbe meglio lasciare perdere fin dall’inizio?
match di improvvisazione teatrale
Venerdì sera esco dall’ufficio e vado verso via Francesco Lomonaco a Pavia, dove la sera avrei dovuto gareggiare nel mio primo match ufficiale da amatori. Il viaggio è tranquillo, riesco a scoprire che il signor Lomonaco è stato un “patriota filosofo” qualunque cosa ciò significhi, e che nei dintorni della stazione di Pavia non è possibile trovare un po’ di pizza al taglio o un fast food: fortuna che i previdenti organizatori avevano preparato della pasta fredda.
Giunto infine al salone Terzo Millennio, che sta in un centro di recupero per ex-tossicodipendenti (niente male, tra l’altro), inizio la mia lotta personale con le zanzare, come sempre persa: almeno quelle non erano zanzare tigre, e le mie braccia il giorno dopo sono state normali. Arrivati gli altri, montiamo il patinoire, dopo lunghe discussioni su quale sia la migliore posizione; ci vengono dette le squadre; e… aspettiamo. In genere, noi siamo sempre in ritardo, e l’orario teorico di inizio (21:30) viene sempre sforato: questa volta eravamo pronti in tempo, ma non abbiamo potuto iniziare fino alle 22, visto che continuava ad arrivare gente. Beh, alla fine ci saranno state 120 persone più noi, non crediate chissà cosa!
Le squadre avevano sette neofiti, due amatori di più lunga data per migliorare la tenuta, almeno in teoria, e Mary Rinaldi che per una volta ha smesso i panni dell’arbitro per gareggiare (commento alla fine del match: “È molto meno faticoso fare l’arbitro!). Le donne erano solo due, il che forse ha contribuito al proliferare di scene gay nel corso della gara.
Risultato? Ho perso 8 a 7. Però il match è stato davvero bello, soprattutto il primo tempo. Molta energia, e scene divertenti e fatte anche bene, come Betto nei panni della difesa della sedia a sdraio. Io mi sono sentito a mio agio, riuscendo anche ad accorgermi delle posture sbagliate e a guardare il pubblico, e sono stato sicuramente fantastico nell’improvvisazione comparata cantata. Il tema era “non abbandonarmi”: l’altra squadra doveva fare il coro alpino, mentre a noi è toccato… il canto gregoriano. Ho detto agli altri “andate tranquilli e ripetete quello che canto io”, loro mi hanno dato la dritta sul testo (coda per andare al mare) e ho tirato fuori una melodia che sarebbe passata tranquillamente in un monastero, se non fosse per il testo (“Ave Maria grazia plena noli me abandonare, quando trovo novem kilometros coda versus Riccione”…)
Insomma, avete fatto male a non venire!