Beh, questa volta il posto era preassegnato (fila 6, anche se da Vero Incontentabile mi sono fatto spostare nella 24 per sfruttare i centimetri in più dell’uscita di emergenza. Ci hanno fatto persino atterrare sul finger dell’area voli nazionali. In compenso ho aspettato un quarto d’ora alla cooperativa per il taxi, pardon autonoleggio con conducente, e gli ho anche spiegato come si arriva in IT Telecom con i nuovi divieti.
La cosa più divertente è stata però a Linate, sul pulmino: è arrivato uno, ha cercato il “signor Casanova”, e gli ha detto “scusi, le abbiamo sbagliato il posto, ecco qua il nuovo tagliendo”. Wow!
come non detto
Me ne sarei già dovuto accorgere ieri pomeriggio, ma stamattina ne ho avuto la conferma. Altro che esodo: semplicemente i milanesi sono tornati in città il lunedì mattina. Oggi ho impiegato in auto 55 minuti per andare in ufficio, esattamente lo stesso tempo che ci metto in bici senza correre – e oggi non sarebbe stato nemmeno tanto caldo…
che palle.
inizia l'esodo
Ma Libero è un giornale?
No, prevenuti che non siete altro. Non sto commentando gli articoli in esso presenti, né il suo direttore. Devo dire che da questo punto di vista preferisco la Padania che è molto più divertente: ma non possiamo esagerare. E poi ci sono gli sgub: giovedì sera, quando sull’aereo ne ho preso una copia, mi sono trovato l’inserto sulla relazione degli ispettori dell’ingegner Castelli sulla procura di Milano prima che essa fosse resa pubblica… mica cazzi!
No, il mio è un problema di tipo leggermente diverso. Sulla testatina c’è scritto che Libero costa 1 euro. Ma è specificato che lo puoi pagare €5.90 con il libro; €7.00 con il giubbotto catarifrangente da auto; €3.00 con il raccoglitore schede; €5.00 con la “VHS Berlusconi”. Inoltre c’era l’annuncio che da sabato, con solo un euro e mezzo in più, avremmo potuto avere l’etilometro tascabile per sapere se abbiamo bevuto troppo.
Ora, niente da eccepire sulla sinergia con la campagna di sicurezza stradale, e nemmeno sul video del Cavaliere, anche se a dire il vero non è che rischiamo di non vederLo in altro modo. Ma qui più che un quotidiano mi sembra di avere un minimarket…
zzz
vecchiaia
Ieri mattina una consulente qui a Pomezia mi saluta con “buongiorno”.
Oggi dopo pranzo un’altro consulente che doveva prendere lo zucchero per il caffè mi fa “scusi”.
O sono diventato improvvisamente vecchio, o le politiche di inserimento collaboratori interni impongono rispetto per il dipendente con collarino rosso. Chissà fin dove posso sfruttare la cosa…
Paese che vai, disco che trovi
Ieri sera ho cenato (da solo, e male) a Torvajanica. Nella piazza sul litorale c’era un banchetto che vendeva libri di seconda mano e cd a poco prezzo: ci ho dato un’occhiata, e ho notato un certo numero di copie di un album di “canzoni del Ventennio”, che avrei potuto comprare a soli 5 euro cadauna.
Chissà come mai non le ho mai viste altrove.
Cartelli stradali
Dopo avere scoperto le novità stradali pometine, ieri ho preso la strada alternativa, che allunga di un chilometro buono il percorso, ma effettivamente è benedetta anche dalla segnaletica. Insomma, se uno sa di dovere prendere l’uscita “per via Naro”, e si immette regolarmente nella strada laterale, viene premiato da un cartello (dopo l’immissione, ovvio) che spiega che quella è l’uscita obbligatoria per i Castelli Romani. Si suppone naturalmente che l’automobilista non sia così incauto da non sapere che per andare nella sede ex-Saritel devi prendere la strada per i Castelli Romani, ma non posso pretendere anche questo dall’Anas. Però un cartellone un po’ prima dello svincolo, questo sì…